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Zucca in friggitrice ad aria: come cuocerla nel modo giusto

Zucca in friggitrice ad aria: come cuocerla nel modo giusto

Si può cuocere la zucca in friggitrice ad aria? La risposta è senza dubbio si! Chi non vuole cucinarla al forno o farla fritta, può preparare la zucca con questo elettrodomestico in modo semplice e veloce e senza alterarne il gusto.

Con l’autunno (e Halloween) che si avvicinano, arriva anche il periodo migliore per mangiare la zucca. Ricca di carotene, vitamine e sali minerali, questo frutto dal sapore dolciastro si sposa alla perfezione con le ricette salate e dolci: un ingrediente leggero, versatile e gustoso, da preparare anche nella friggitrice ad aria, un modo per preservarne il gusto e la morbidezza interna, caratteristica che rende la zucca delicata e saporita.

Zucca in friggitrice ad aria: ecco come prepararla

Ingredienti

1 zucca di medie dimensioni
olio extravergine di oliva
paprika qb
noce moscata qb
salvia o rosmarino qb
sale qb

Procedimento

Iniziate la preparazione lavando con cura la zucca, sbucciandola e tagliandola a fette spesse circa un centimetro ed eliminate tutti i semi (non buttateli però, potrete farli essiccare e mangiarli come snack o per condire le insalate). Asciugatela con cura e poi mettetela nel cestello della friggitrice ad aria, condendola con una spruzzata di paprika, noce moscata e la salvia (o il rosmarino, o entrambi) sbriciolata. Spruzzate la zucca con il dosatore spray di olio extravergine di oliva e poi cuocetela nella friggitrice ad aria per circa 20 minuti a 180°, girandola di tanto in tanto per una cottura più uniforme.

Toglietela dal cestello e mettetela in un piatto da portata e poi aggiustate di sale e guarnite con ancora un po’ di salvia prima di portarla in tavola.

Se volete preparare la zucca in friggitrice ad aria in versione chips il procedimento è praticamente identico, bisogna soltanto tagliare le fette più sottili (circa 5 millimetri di spessore) e poi condirlo con olio extravergine e le spezie in un recipiente prima di cuocerla in friggitrice ad aria con gli stessi tempi della ricetta precedente. Per una zucca chips più saporita si può anche lasciare la buccia, avendo cura di pulirla a fondo prima di cuocerla.

Altre ricette da preparare con la zucca

Bambini al ristorante: è giusto obbligarli a stare seduti?

La Cucina Italiana

Bambini al ristorante: sì o no? Ma soprattutto, come e dove? A riaccendere l’eterno dibattito un nuovo caso che arriva dalla Spagna: a sollevarlo un «chiarimento» del ristorante O Fragón, celebre indirizzo di cucina tipica (anche segnato tra i Bib Gourmand Michelin) a Fisterra, in Galizia. Sul suo sito puntualizza nel dettaglio quali sono le (tante) condizioni che i clienti devono rispettare per prenotare, e quindi mangiare, nel ristorante. Una di queste riguarda i bambini: «Sotto i 12 anni devono rimanere sempre al tavolo accompagnati dai genitori, in caso contrario è necessario ripensare la prenotazione».

Apriti cielo: nel riprendere la frase un utente ha immediatamente (ri)scatenato la polemica social sui bambini al ristorante. E, come sempre succede, c’è chi ha dato ragione ai gestori e chi invece ha parlato di «discriminazioni». La verità? Può darsi sia nel mezzo, dato che la buona educazione impone sempre di adattarsi alla situazione. Ecco perché, con i consigli di Samuele Briatore, presidente dell’Accademia Italiana Galateo, coordinatore del Master in cerimoniale, galateo ed eventi istituzionali alla Sapienza di Roma, autore di numerosi libri sul tema. L’ultimo, appena uscito per Marsilio Editore, è Il Teatro del Lusso

Bambini al ristorante: sì o no?

«Un bambino va educato ad affrontare ogni situazione, inclusi quindi un pranzo o una cena al ristorante», dice l’esperto di galateo. «Poi bisogna valutare di caso in caso, anche in base al carattere del bambino: un conto è andare in pizzeria, un altro in un ristorante stellato, così come un conto è gestire un bambino molto vivace e un altro che lo è meno. In certi casi per i piccoli può essere una tortura andare al ristorante, perché è ovvio che abbiano vogliano di muoversi. Il punto è che, se cominciano a muoversi, possono creare fastidi e stress, ma anche esporsi a dei pericoli». 

Come comportarsi con i bambini a tavola?

«È abbastanza scontato che un bambino debba restare seduto in un posto in cui ci sono persone che lavorano e che si muovono portando in mano piatti bollenti e bibite: può essere rischioso intralciarli», fa notare ancora il presidente dell’Accademia Italiana Galateo. «Non credo perciò che una condizione come quella imposta dal ristoratore spagnolo vada intesa in senso discriminatorio: è anche un modo per accogliere meglio i bambini».

Bambini al ristorante: bisogna avvisare?

Che il bambino sia a proprio agio, del resto, è nell’interesse del ristoratore, e non solo dei genitori: per questo, come fa notare anche l’esperto di bon ton, è sempre buona norma avvisare se ci sono dei piccoli a tavola. «In questo modo il locale può individuare un posto più idoneo, per esempio prevedere seggioloni se servono, o altro che possa essere utile allo scopo, come i giochi», prosegue l’esperto. 

Come comportarsi con i bambini a tavola

Se il ristoratore fa di tutto per mettere il piccolo a proprio agio, poi però sta – ovviamente – noi genitori gestirlo. «Sia chiaro: a me non piace l’idea di un posto dove i bimbi non possono andare, credo piuttosto che i genitori debbano assumersene la responsabilità. Questo vuol dire evitare che il bambino scorrazzi, ma anche – nel rispetto del bambino – non obbligarlo a star seduto al tavolo annoiandosi o guardando i cartoni con l’iPad», dice Samuele Briatore. Insomma, andare al ristorante è un’esperienza: è compito di noi genitori fare in modo che i bambini la vivano.

Nel caso di cene organizzate da altri, si possono sempre portare i bambini?

Come comportarsi, invece, quando la cena o il pranzo non sono organizzati da noi? «I bimbi partecipano solo se espressamente invitati», chiarisce subito Samuele Briatore. «Se non sono invitati, normalmente è perché non è un’occasione adatta a loro. Se poi sono invitati, un po’ come il ristorante che cerca di metterli a loro agio, lo stesso deve fare chi organizza l’evento, che sia in casa ma anche al ristorante. Per esempio prevedendo un tavolo per i piccoli, che non vuol dire isolarli o discriminarli, ma creare uno spazio tutto loro dove possono parlare dei loro argomenti e giocare».

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