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ecco cosa cucinare senza usare l’energia | La Cucina Italiana

ecco cosa cucinare senza usare l'energia
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Spegnere il gas e non accendere il forno non significa mangiare male: ve ne diamo la prova con questo menù senza cottura. D’altronde a causa dei rincari di gas e elettricità – secondo Legacoop e Ipsos – più di 6 italiani su 10 hanno ridotto i consumi di energia elettrica e gas. E secondo Coldiretti quasi 1 italiano su 5 ha ridotto drasticamente l’uso dei fornelli, preferendo cotture alternative o prodotti che non necessitano di essere cotti. Vale la pena provare, no? Il risultato lo garantiamo noi.

I 5 consigli d’oro per risparmiare energia in cucina

Ci sono degli accorgimenti che dovreste assolutamente adottare nel caso in cui vogliate ridurre i vostri consumi. Ecco i 5 fondamentali:

  1. Scegliere elettrodomestici a basso impatto energetico.
  2. Usare attentamente il forno: non apritelo in continuazione, non fatelo preriscaldare per troppo tempo prima di inserire i cibi e, se possibile, cuocete più pietanze contemporaneamente sui diversi ripiani del forno: la funzione ventilata permette di cuocere in maniera omogenea su ogni ripiano. Potete anche spegnere il forno qualche minuto prima: il calore si manterrà alto per molto tempo.
  3. Il microonde è una valida alternativa per alcune cotture, soprattutto i modelli con funzioni più avanzate.
  4. Avete la friggitrice ad aria? Sfruttatela. Arriva a temperatura velocemente e per via delle ridotte dimensioni del cestello rispetto al forno il cibo cuoce più in meno tempo.
  5. E una volta che si è finito di cucinare? Usate la lavastoviglie sempre con il programma eco, se il vostro modello ne è dotato, e a pieno carico.

E per il gas?

Sono tanti anche i modi per risparmiare sul gas: usare la pentola a pressione, che riduce i tempi di cottura, portare l’acqua a bollore sempre con la pentola chiusa da coperchio, scegliere la cottura passiva non solo per la pasta ma anche per tanti altri alimenti – trovate tutto nel nostro articolo “Cuocere a fuoco spento: non solo pasta!”,

Menù senza cottura: dall’antipasto al dolce senza consumare energia

Chissà quanti di voi all’idea di un menù senza cottura hanno storto il naso. Eppure chissà quante volte avete gustato un buon carpaccio – di carne, ma anche di pesce -, una tartare o avete affondato la forchetta in una sfiziosa insalata. Certo, forse vi risulterà più difficile pensare ai primi piatti senza cottura, ma abbiamo la soluzione anche per quello. Sapete che per il cous cous precotto si può reidratare anche a fornello spento?

Quale zucca usare per il risotto?

Quale zucca usare per il risotto?

Lunga, tonda, verde, gialla, rugosa, di Mantova o di Chioggia? Per ogni ricetta ci vuole la zucca giusta

Sarà il suo colore caldo che ricorda l’estate appena trascorsa oppure merito della sua versatilità: con la zucca si può preparare un intero menu dall’antipasto al dolce. Lunga, tonda, verde, gialla, rugosa. Di zucche la nostra Penisola è davvero prodiga. Ma come fare, in  mezzo a tante varietà, a scegliere la zucca da usare in base alla nostra ricetta?

Quale zucca usare per il risotto?

Quale zucca per il risotto? Per un buon risotto è consigliata una zucca dalla polpa densa, povera di fibre e filamenti, quindi la migliore è la zucca detta “Cappello da prete” tipica della pianura reggiana e mantovana; ha la buccia che dal verde salvia tende al grigio. Molto simile, quindi anch’essa adatta al risotto, è la zucca “Marina di Chioggia”. Queste due zucche sono perfette per i risotti e per preparare il ripieno di due grandi primi della storia gastronomica italiana, i cappellacci di Ferrara e i tortelli di Mantova.

Equilibrare il gusto dolce della zucca

Come apprendiamo dalle ricette di questi due primi della tradizione, la dolcezza della zucca deve essere sempre equilibrata da un ingrediente acido oppure amaro. Nei cappellacci di Ferrara si utilizza la noce moscata e nei tortelli di Mantova amaretti e mostarda. Tutti i migliori piatti con la zucca hanno tra gli ingredienti qualcosa di acido o amaro: amaretti, mostarda, aceto, limone, radicchio. Oppure formaggi con aromi intensi come il Gorgonzola o il taleggio.

Quale zucca usare per le zuppe?

Con l’arrivo dell’autunno comincia a venir voglia di una calda zuppa. Per preparare la zuppa scegliamo la varietà “lunga” di Napoli o “napoletana”. Questa zucca ha forma cilindrica e un po’ allungata con un colore verde striato all’esterno e arancio all’interno. Questa tipologia si può mangiare nelle insalate, cotta al vapore o al forno. È perfetta anche per le preparazioni dei dolci.

Scegliere una zucca saporita

Che sia di Mantova, di Chioggia o di Napoli è fondamentale che la nostra zucca sia anche buona. Quando la zucca è intera come facciamo a capire se è saporita? Bisogna osservare la parte bassa opposta al picciolo. Proprio in quel punto, se la zucca è buona, noteremo un colore grigio bruno. Una volta comprata la zucca possiamo lasciarla intera anche per due mesi. Se invece la tagliamo e puliamo va consumata entro un paio di giorni.

In alto le nostre ricette per il risotto con la zucca!

Testo di Elsa Piccione

Ricerche frequenti:

Miele nel caffè: quale usare e perché

Non c’è niente di meglio che svegliarsi inebriati dal profumo di un ottimo caffè. Se non potete rinunciare alla dolcezza, provate con il miele

I puristi lo preferiscono amaro, per godere al meglio di tutti gli aromi racchiusi nella tazzina. C’è poi chi non può assolutamente resistere alla cremina preparata con l’indispensabile aiuto della moka. E infine chi decide di mettere una punta di miele nel caffè.

Sì, le alternative allo zucchero bianco per dolcificare il caffè sono numerose: si va dallo zucchero integrale di canna fino alla stevia, ma uno dei trend in crescita riguarda proprio il miele, considerato più naturale e facilmente digeribile. Effettivamente, le sue proprietà sono davvero preziose per l’organismo.

I benefici del miele

Il miele è composto quasi completamente da zuccheri (82% circa): la concentrazione più alta è quella del fruttosio, oltre a saccarosio, glucosio, maltosio e galattosio.
Contiene molte vitamine del gruppo B (B2, B3, B5, B5), vitamina C e minerali, in particolare potassio e magnesio.

È utile per calmare tosse e mal di gola, grazie alle sue capacità antinfiammatorie, ma anche capace di eliminare germi e batteri, in quanto gode di notevoli proprietà antimicrobiche.
Il suo apporto calorico, di circa 300 Kcal ogni 100 grammi, lo rende ideale per gli sportivi, ma consigliato in dosi limitate nel caso di diete ipocaloriche.

Miele nel caffè: quale?

Dolcificare latte e tisane con il miele non è di certo una novità, ma l’idea di aggiungerlo al caffè fa storcere il naso a molti per via della forte aromaticità. Eppure è sempre più comune il suo utilizzo al posto dello zucchero, che si tratti di un espresso, di un americano e persino di un caffellatte.

Scegliere il miele giusto, però, è fondamentale per evitare di alterare la ricchezza aromatica di un buon caffè. Aggiungete mezzo cucchiaino di miele di acacia per andare sul sicuro: si tratta di una delle varietà più diffuse nel nostro Paese, dal colore chiaro, la consistenza liquida e un sapore delicato che non interferirà con la vostra bevanda.
Se volete osare, il miele di castagno darà un tocco inaspettato con le sue note intense che si abbinano molto piacevolmente al caffè.

Come sempre, saranno i gusti e le preferenze personali a vincere. Sperimentate con le tipologie di miele che più preferite, ve le raccontiamo nell’articolo qui sotto.

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