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Il tartufo bianco da 130mila euro (per beneficenza)

La Cucina Italiana

Chi si aspettava cifre da capogiro dall’Asta mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, che si è appena conclusa in quella meraviglia che è il Castello di Grinzane Cavour, nemmeno quest’anno è rimasto deluso: il lotto più ambito è stato composto da due trifole gemelle da ben 1004 grammi l’una e per 130 mila euro (1,1 milioni di dollari hongkonghesi) se li è aggiudicati un compratore di Hong Kong. Succede spesso che vada oltreoceano, come sa bene chi da  24 anni segue l’evento dell’evento della Fiera del Tartufo Bianco d’Alba organizzato dall’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, ma per il resto l’asta è tutta una sorpresa.

L’Asta mondiale del Tartufo Bianco d’Alba

Per i tartufi, anzitutto, dato che all’Asta mondiale del Tartufo Bianco d’Alba vanno sempre gli esemplari più grandi e pregiati della stagione. Poi per il posto: il Castello di Grinzate Cavour, sito specifico dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato tutelati dall’Unesco, che ogni anno per questo grande appuntamento accoglie gli invitati con un’atmosfera ancora più raffinata e con tanto di sbandieratori (e già l’ingresso – chi scrive ha avuto la possibilità di partecipare – è davvero uno spettacolo).  

Maurizio Milanesio

Il grande appuntamento di beneficenza

Non da ultimo, l’asta è molto divertente, anche per merito di battitori d’eccezione: i conduttori Enzo Iacchetti e Caterina Balivo, affiancati dal giornalista e curatore gastronomico Paolo Vizzari, sono ormai veri e propri habitué che si mettono a disposizione per l’evento. Perché sono degli appassionati e perché danno il loro contributo per uno scopo molto nobile. Da sempre, infatti, il ricavato va interamente in beneficenza e in 24 edizioni si è arrivati a quasi 7 milioni di euro. Quest’anno sono stati raccolti in totale 482.760 euro, che andranno ad associazioni piemontesi e non solo: la Fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus, la Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus, la popolazione ucraina attraverso il comitato Razom e il progetto Every Child Is My Child Onlus. A Hong Kong il ricavato andrà invece a beneficio dell’Istituto Mother’s Choice, mentre Singapore ha scelto la fondazione Singapore Children’s Society, e Vienna Glückskind, un’iniziativa che mira a valorizzare le qualità degli alunni e la loro l’autostima nell’intero sistema scolastico. Infine a Francoforte i riflettori saranno puntati sulla Youth Cup della gioventù tedesca, una competizione tra giovani atleti delle federazioni regionali dell’Associazione tedesca per gli sport paralimpici.

Tempo di tartufi: e in Piemonte è già Capodanno

La Cucina Italiana

D’altra parte, la “cerca e la cava del tartufo” in Italia è una attività prestigiosa, riconosciuta dal 2021 dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. L’insieme di conoscenze e di pratiche tradizionali, trasmesse oralmente di generazione in generazione, riflettono l’identità culturale locale e creano un legame quasi segreto nella comunità dei cercatori. In questo contesto, il capodanno del tartufo non è solo un evento gastronomico, ma un momento di celebrazione della cultura, della tradizione e del rispetto per la terra e i suoi frutti, un invito a gustare con consapevolezza e gioia uno dei prodotti più autentici e pregiati del territorio piemontese. Un inno alla vita che, con l’arrivo dell’autunno, regala ancora una volta agli uomini il suo frutto più prezioso, in un ciclo eterno di rinnovamento e di festa. L’esperienza della “cerca” è un’attività che va ben oltre la semplice raccolta. Il trifolao si avventura nei boschi accompagnato da un cane dal fiuto finissimo, addestrato a riconoscere l’aroma inconfondibile del tartufo. Un’armonia quasi simbiotica lega i due, in una danza silenziosa e rispettosa con la natura. L’atto della raccolta è un rito che richiede delicatezza e sapienza: una volta individuato il tartufo, il trifolao utilizza uno zappino per estrarlo con cura dal terreno, per poi ricompattare la terra, garantendo così il rispetto dell’ecosistema e la possibilità di future raccolte.

Capodanno del Tartufo 2023: castello Monticello.Lavezzo Studios

Tartufo “gioiello” da 1kg e 33grammi a NYC

La Cucina Italiana

Se lo aggiudica un altro italiano, ben noto e assai stimato da queste parti: lo Chef Giuseppe Bruno, padrone di casa di due autentici musei di Upper East Side, i ristoranti Sistina e Caravaggio. Teatro di incontri delle élite americane di politica, diplomazia e cinema, con clienti habitué che fanno davvero girare la testa: da Obama a Trump a Clinton a Biden, dal segretario generale delle Nazioni Unite Guterres al segretario di Stato Usa Blinken, dal “James Bond” Pierce Brosnan al “Soldato Jane” Demi Moore, passando ancora per mezza Hollywood. Titolare di una cantina da milioni e milioni di dollari, il primo a esporsi, anche economicamente, per un’operazione del genere.

Chef Bruno e Nunzia davanti al “gioiello” (ph Luca Marfé)

Lo ostenta fiero, mentre posa sorridente accanto a “Nunzia Truffle”, e si domanda un po’ come diavolo tagliare un meraviglioso mostro del genere. Che di certo non c’entra nelle tradizionali e troppo piccole affetta tartufi cui…noi comuni mortali siamo abituati.

È l’Italia che brilla, che trionfa.

Da una parte, è il mondo del tartufo che cambia. Specie nei meccanismi, anche digitali e social, degli acquisti alla fonte. Con i cercatori che, grazie a tecnologie avanzate, a gps che tracciano i percorsi, e a cani super addestrati, arrivano a pezzi importanti e unici, cavandoli addirittura integri. E con gli stessi cercatori che, giusto un attimo dopo, roba che più fresco di così è oggettivamente impossibile, sono in grado dal più remoto angolo di bosco di raggiungere i grattacieli di Manhattan con una foto e con un click, e dunque di vendere. L’online non più a senso unico, insomma, ma inteso come una sorta di doppio senso, di cambio generazionale, inoltre, di cui peraltro molti “vecchi” del settore, ancora ancorati a certe logiche più lente, non sono propriamente entusiasti.

Dall’altra, è lo Chef che riceve, che si porta a casa un gioiello in una manciata di ore. È, tanto per essere ancora più chiari, la ristorazione ai suoi massimi livelli. Con una qualità e con una freschezza entrambe eccellenti, e con una cornice da sogno, tra Matisse appesi ai muri e una New York puntualmente inarrivabile e unica al mondo.

È il sorriso di Nunzia. Con i suoi guanti neri, come una sorta di Eva Kant, affascinante ma onesta, pronta già per il suo prossimo…colpo.

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