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Tagliatelle di zucca – Ricetta di Misya

Tagliatelle di zucca

Innanzitutto mondate la zucca e tagliatela a cubetti.

Lasciatela stufare a fiamma molto bassa e con coperchio per circa 20-30 minuti o finché non risulterà molto morbida (dipende da quanto sono grandi i cubetti), cercando di non farla attaccare al fondo.
(In alternativa potete cuocerla in forno o al vapore: non la lessate, in modo che non assorba acqua in eccesso.)

Frullate la zucca con un minipimer o in un mixer fino ad ottenere una purea.

Mettete la farina in una ciotola, aggiungete al centro la purea di zucca e un pizzico di sale e impastate velocemente fino ad ottenere un panetto omogeneo.
Avvolgetelo con pellicola per alimenti e lasciate riposare a temperatura ambiente per 30 minuti.

Riprendete l’impasto e stendetelo in una sfoglia sottile (circa 2 mm) sul piano di lavoro leggermente infarinato.

Avvolgete la sfoglia infarinata su se stessa e tagliatela a fette da circa 1 cm, quindi srotolatele per ottenere le tagliatelle.

Ecco qui, le vostre tagliatelle di zucca sono pronte, non vi resta che cuocerle e condirle a piacere.

Se volete condirle seguendo il mio suggerimento, mettete a bollire l’acqua per la pasta, e nel frattempo preparate il condimento: dopo averle tritate grossolanamente, fate tostare leggermente le nocciole in una padella antiaderente, quindi mettetele da parte e, nella stessa padella, lasciate sciogliere il burro con la salvia spezzettata.

Cuocete le tagliatelle in abbondante acqua bollente leggermente salata, scolatele al dente e fatele insaporire brevemente nel condimento, aggiustando di sale a piacere.

Le tagliatelle di zucca sono pronte, non vi resta che impiattare, completare con le nocciole e servire.

Bavarese all’arancia – Ricetta di Misya

Bavarese all’arancia

Mettete buccia di 1 arancia grattugiata e latte in un pentolino e portate a ebollizione, quindi spegnete e lasciate intiepidire.

Sbattete bene i tuorli con lo zucchero, quindi incorporate il latte ormai tiepido.

Spremete l’arancia di cui avete grattugiato la buccia: vi serviranno 100 ml di succo.

Mettete la colla di pesce in ammollo in acqua fredda per 10 minuti.

Trasferite il composto di latte e uova nuovamente nel pentolino dopo averlo filtrato, incorporate il succo di arancia (anch’esso filtrato) e cuocete per 5-10 minuti, mescolando costantemente con una frusta.
Spegnete il fuoco e incorporate la gelatina dopo averla strizzata delicatamente, mescolando subito con la frusta per assicurarvi che si sciolga bene, infine lasciate intiepidire.

Montate la panna, ben fredda di frigo, e incorporatela al composto in 3-4 riprese, mescolando delicatamente con una spatola, con un movimento dal basso verso l’alto.

Versate il composto così ottenuto nello stampo con il fondo rivestito di carta forno, livellate bene la superficie e lasciate riposare in frigo per almeno 2 ore prima di sformare delicatamente.

Lavate bene anche la seconda arancia, tagliatela a fettine molto sottili e usatela per decorare il dolce.

La bavarese all’arancia è pronta, non vi resta che servirla.


Nicola Di Lena: Cavaliere per l’impegno con la pasticceria etica

Nicola Di Lena: Cavaliere per l'impegno con la pasticceria etica

Nicola di Lena non si aspettava tutta questa attenzione mediatica. Eppure la sua scelta di lasciare un lavoro certo (e prestigioso) per un’attività incerta, sicuramente più impegnativa, almeno a livello umano, l’ha fatto balzare su tutte le prime pagine di cronaca dei quotidiani nazionali. Originario di Ginosa, nel tarantino, ma nato in Svizzera, Nicola Di Lena, classe 1981, fino a un anno fa era la colonna della sweet area del ristorante Seta**, all’interno dell’hotel cinque stelle lusso Mandarin Oriental Milano, accanto allo chef Antonio Guida. Poi la scelta, dopo 8 anni, di tornare nella sua Puglia, per aprire un’attività in proprio con la moglie Alessia Semeraro, sempre al suo fianco. E adesso, il 20 marzo, sarà al Quirinale – con altre 29 eccellenze italiane-, per ricevere il riconoscimento di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Il motivo? Il suo impegno sociale ed etico a favore degli esclusi, che ha segnato il suo percorso professionale nell’ultimo anno a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, grazie a “Virgola”, una pasticceria terapeutica che, dal dicembre 2022, accoglie in laboratorio persone con disabilità e donne che hanno subito violenza.

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La genesi del progetto della pasticceria etica

«Di certo non mi aspettavo tutto questo in un solo anno di attività», ci racconta emozionato al telefono. «Mia moglie e io avevamo deciso di tornare in Puglia, il progetto della pasticceria “etica” è arrivato dopo, ovvero dopo aver conosciuto Vito Valente, presidente della cooperativa sociale “Includi”, che si occupa di integrazione lavorativa di persone con disabilità». Sul territorio era già presente il ristorante XFood, della Onlus Qualcosa di Diverso, che dal 2014 all’interno del laboratorio urbano ExFadda, permette a ragazzi con disabilità di lavorare tra sala e cucina, guidata dallo chef Giovanni Ingletti. «Da qui la proposta di Valente di pensare al format di una pasticceria. «Il nome Virgola, ha il sottotitolo “una storia che continua”, perché non solo dà seguito al format del ristorante, ma potrebbe prevedere anche altre storie come questa, in Puglia e chissà dove altro ancora», spiega Di Lena con entusiasmo. All’inizio la proposta prevedeva solo un laboratorio per ragazzi con problematiche, «io ho pensato che, invece, un cake shop con la vendita al dettaglio avrebbe dato maggiore visibilità all’iniziativa». E così è stato.

I collaboratori “speciali”

Di Lena ha accettato subito il progetto, non solo per condividere momenti di leggerezza e gioia, ma per insegnare un mestiere e introdurre questi soggetti fragili al mondo del lavoro grazie a un serio percorso di formazione. «Attualmente con noi lavorano cinque ragazzi, Mimmo e Francesca sono i veterani, ma a breve arriveranno torneranno altre due figure dalla scuola alberghiera di Brindisi, entrambe minorenni, che saranno accompagnate da un tutor». Un aiuto prezioso quello dei ragazzi, che si sono subito appassionati al progetto. «Escono pazzi per fare i biscottini, i frollini, i baci di dama, le tartellette con le creme mousse, neanche il tempo di finire il lavoro che già sono con fiato sul collo chiedendo cos’altro possono fare». Quando i ragazzi sono in laboratorio, volutamente visibile al pubblico, grazie alle ampie vetrate, «sono felicissimi e noi altrettanto, anzi, dirò di più, quando non ci sono, ci mancano perché hanno tanto da insegnare. Sono, speciali punto, senza la virgola!».

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