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Centrotavola natalizio a prova di principianti

La Cucina Italiana

Candele, addobbi, decorazioni, tovaglioli colorati, biscotti: per preparare un centrotavola natalizio la parola d’ordine è creatività. Niente acquisti costosi né decorazioni da vetrina: solo gusto e semplicità. Come? Seguite le nostre idee.

Come fare un centrotavola natalizio facile

La frutta secca e di stagione

Il modo più facile per dar vita a un centro tavola natalizio fai da te è utilizzare un piatto largo o un vassoio e riempirlo di frutta secca (noci, mandorle e nocciole sono facilmente reperibili in questo periodo) insieme a canditi e, perché no, anche un po’ di fichi secchi. Stesso discorso per quanto riguarda la frutta di stagione: un bel vassoio con arance, mandarini, bacche e qualche pigna può rappresentare un’idea veloce e certamente scenografica per un centrotavola natalizio colorato e profumato.

Via libera a legno e candele

Assolutamente immancabili per decorare la tavola di Natale sono certamente le candele. Prima di accenderle, possono diventare un centrotavola ancora più originale se ci si procura un pezzo di legno di forma concava, abbastanza grande da poterlo scavare leggermente. In questo modo, si possono aggiungere al suo interno tre o quattro mini-candele, ma anche qualche piantina e un po’ di bacche rosse. Il risultato sarà un centrotavola natalizio perfettamente a tema, così come quello che si può facilmente realizzare posizionando alcune candele all’interno di qualche piccola lanterna. In assenza di queste ultime, niente paura: un comunissimo barattolo di vetro vuoto può trasformarsi senza grosse difficoltà in una vera e propria lanterna fai da te. Per impreziosire il barattolo, prima di aggiungere la candela basta riempirlo con del sale grosso e decorarlo intorno all’imboccatura con un nastro colorato.

Centrotavola natalizio eco-friendly

Per i più attenti ad evitare gli sprechi, ecco un centrotavola di Natale fatto con i tappi di sughero. Basta riempire un vaso o un contenitore di vetro trasparente e usare dei rametti come base. Facilissimo. Restando in tema portacandele, con delle belle mele rosse se ne può realizzare uno semplicemente incidendo i frutti attorno al picciolo, togliendo la polpa e mettendoci al suo posto dei cerini. Per dare un tocco di fantasia in più a questo centrotavola natalizio, si possono far galleggiare le mele in un vaso colmo d’acqua: l’effetto scenografico è assicurato.

La ghirlanda di biscotti

Se siete in cerca di un centrotavola natalizio dolcissimo, la ghirlanda di biscotti è ciò che fa per voi. Si parte con la preparazione dei biscotti, lavorando in una ciotola 200 grammi di zucchero e 200 di burro. Si uniscono un uovo e un cucchiaino di essenza di vaniglia e si continua a mescolare. A seguire, si uniscono 350 grammi di farina 00 e si amalgama l’impasto, che a questo punto va steso su un piano leggermente infarinato. Con una formina (magari a forma di stella, per restare in tema) si ricavano i biscotti e si posizionano su una teglia rivestita di carta forno. In questo passaggio, l’importante è ricordarsi di sistemarli a forma di cerchio, della stessa grandezza del piatto in cui verrà posizionato il centrotavola, e di comporre la ghirlanda sovrapponendo leggermente le estremità inferiori dei biscotti in modo che leghino tra loro durante la cottura. A questo punto non resta che cuocere i vostri biscotti di Natale in forno a 180 gradi per un quarto d’ora al massimo. Una volta sfornati, fateli raffreddare e decorate la ghirlanda con un po’ di zucchero a velo, un bel fiocco natalizio di colore rosso e una o due pigne (dipende dalle dimensioni) al centro.

Sulla tavola fiori e piante grasse

Anche le piante grasse possono abbellire la tavola in occasione di pranzi o cene di Natale. Per gli amanti dei fiori, invece, un’altra idea può essere quella di realizzare un centrotavola elegante e allegro utilizzando rose, tulipani e un po’ di muschio: basta ricoprire un contenitore con della spugna  bagnata, posizionare i fiori e legare tutto con un nastro rosso.

Ricetta Terrina di borlotti, un antipasto a basso indice glicemico

Ricetta Terrina di borlotti, un antipasto a basso indice glicemico

La terrina di borlotti è un antipasto che abbiamo pensato per un menù a basso indice glicemico. Gli ingredienti principali sono i fagioli borlotti e la ricotta, profumati da erbe aromatiche quali prezzemolo, maggiorana e timo limone.

La ricetta è facile: vi basterà meno di mezz’ora per realizzarla, ma poi dovrete fare rassodare la terrina 6 ore in frigorifero. Preparatela in anticipo, dunque, se volete servirla per inaugurare il pranzo (o la cena) delle Feste. Si accompagna con mostarda di mandarino e crostini di pane abbrustoliti.

Da sapere: la terrina prende il nome dal contenitore in cui viene preparata che conferisce alla portata una forma caratteristica. Provate anche: Terrina di verdure.

Settimana della Cucina Italiana nel Mondo 2023: al via con “I Racconti delle Radici”

La Cucina Italiana

Eccoci giunti all’8ª edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (SCIM), che quest’anno si svolgerà dal 13 al 19 novembre. Si tratta di una settimana in cui nelle ambasciate, nei consolati, negli istituti italiani di cultura e negli uffici dell’Istituto Commercio Estero, di tutto il mondo, si celebra la cucina italiana e i prodotti del nostro territorio. 

Presentata oggi venerdì 10 novembre alla Farnesina, sede del Maeci (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), alla presenza dei ministri Antonio Tajani per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Francesco Lollobrigida per Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, e Andrea Abodi per lo Sport, la manifestazione quest’anno prevede un ricco carnet di eventi e progetti, che arriva a contare oltre mille iniziative, fra seminari di approfondimento, incontri con operatori di settore, formazione e classi dimostrative, incontri con gli chef.

“Gli italiani che vivono all’estero sono 7 milioni, molti di più se contiamo quelli che hanno nel dna una componente di italianità”, ricorda il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Il modo migliore per divulgare la cucina italiana per noi italiani è aprire le porte di casa nostra”, aggiunge, perché la condivisione della tavola è parte integrante della cucina stessa.

Lo stare a tavola per noi italiani è un modo per stare insieme e, nell’era in cui si parla sempre di meno a tu per tu, è un’occasione importante per condividere e per confrontarsi, per aprirsi per e aprire un dialogo anche con altri Paesi. 

Antonio Tajani

Il ministro degli esteri torna anche sulla candidatura Unesco, che definisce “un gioco di squadra con gli altri ministeri”. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aggiunge come le iniziative previste nella Settimana Italiana della Cucina servano a fare da volano per la candidatura Unesco. 

All’interno di questo programma, “La Cucina Italiana”, su idea creativa del nostro direttore Maddalena Fossati Dondero, si distingue per il progetto I Racconti delle Radici, ovvero uno storytelling storico sull’immigrazione della fine ’800 attraverso i piatti del ricordo delle famiglie che hanno lasciato l’Italia verso nuove speranze. 

Il coinvolgimento di “La Cucina Italiana” alla SCIM 2023

La novità dell’edizione 2023 è che i principali divulgatori della cultura gastronomica italiana sono stati chiamati a dare il proprio contributo, oltre a “La Cucina Italiana” – aggiungendo così un’altra importante tappa al percorso di candidatura della cucina italiana come Patrimonio Immateriale UNESCO – come Casa Artusi con il progetto Italianismi nel mondo e l’Accademia Italiana della Cucina che ha presentato la sua Storia della cucina italiana a fumetti

Protagonista per la nostra testata, già primo promotore del progetto UNESCO, è l’iniziativa I Racconti delle Radici, che non si conclude nei giorni della SCIM 2023, ma si dipanerà lungo tutto il corso del 2024, come oggi presentata alla Farnesina dal direttore Maddalena Fossati Dondero. 

«Abbiamo studiato con che cosa sono partiti i nostri antenati, che cosa hanno messo in quella famosa valigia di cartone simbolicamente sempre evocata per indicare qualcuno che ha lasciato casa per trovare nuove opportunità. Sono piatti che parlano di nostalgia, certo, ma ancora di più del coraggio e della forza di chi è partito verso l’ignoto».

Maddalena Fossati Dondero

Cos’è I Racconti delle Radici

Lo storytelling di I Racconti delle Radici esplode in una web serie in 10 puntate, una mostra fotografica, un libro di ricette e due webinar che saranno diffusi nelle 300 ambasciate, consolati e uffici ICE dell’intero pianeta. Attraverso questi canali, anche social, si esprime questo progetto nato per andare alla ricerca dei ricordi degli italiani all’estero, sempre indissolubilmente legati alla cucina e al condividere la tavola.

Dalla fine dell’Ottocento agli anni Sessanta del Novecento, la grande migrazione degli italiani che volevano “trovare l’America” all’estero (non solo negli Usa, naturalmente) ha portato fuori dai nostri confini tonnellate di ricordi, ricette, prodotti alimentari nascosti nelle valigie, di cartone e non solo. Tutto questo ha creato un sincretismo culturale in cui le nostre radici si sono mescolate alla terra d’approdo, dando vita a nuovi piatti e ricettari inediti.

Al progetto I Racconti delle Radici, hanno partecipato nomi illustri come Simone Cinotto, professore di Storia Contemporanea all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Massimo Montanari, professore emerito dell’Università di Bologna, Elisabetta Moro, professore Ordinario di Antropologia Culturale presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, oltre alle testimonianze reali di persone e personaggi come Lidia Bastianich e Rodrigo D’Erasmo.

Un racconto per ricette e immagini

Sono questi esempi di integrazione che la squadra di “La Cucina Italiana” è andata a indagare, per costruire il racconto per ricette e immagini di I Racconti delle Radici, attraverso le testimonianze di chi l’ha vissuto, in prima persona o attraverso i racconti dei suoi avi. I lettori di “La Cucina Italiana” hanno potuto averne un assaggio nel numero di novembre del mensile, in cui il progetto è stato presentato con le prime sette ricette, dal Fernandito, il cocktail a base di Fernet e Coca, agli Spag Bol australiani, abbreviazione di Spaghetti alla Bolognese, passando per la Baña Cauda di Papa Francesco. Per “La Cucina Italiana”, in coro con la Farnesina, il racconto proseguirà sul 2024 in maniera multichannel a tutto tondo: rivista mensile in edicola, sito web e canali social.

Credits Video:

Grazie a Lidia Bastianich, Luca Cefis, Rodrigo D’Erasmo, Giorgio Fragiacomo @giorgio.fragiacomo per le loro testimonianze.
Grazie all’architetto Ruggero Barenghi per la sua splendida ospitalità nel Cstello di Cerano e per la partecipazione alle riprese.
Ricette Maria Donati
Styling Beatrice Prada 
Fotografia della valigia Davide Maestri
Agenzia di Produzione Black Ball
Music CAM Sugar

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