Tag: Sesamo

Ricetta Tuorlo marinato, frittata bianca e zucchine al sesamo

Ricetta Tuorlo marinato, frittata bianca e zucchine al sesamo
  • 300 g zucchine trombetta
  • 230 g un disco di pasta sfoglia stesa
  • 150 g zucchine mignon
  • 6 uova
  • salsa di soia
  • mirin (condimento giapponese a base di vino dolce di riso)
  • zucchero a velo
  • semi di sesamo
  • erba cipollina
  • peperoncino secco
  • sale
  • olio extravergine di oliva

Per la ricetta del tuorlo marinato, frittata bianca e zucchine al sesamo, mescolate 75 g di salsa di soia, 50 g di mirin e 50 g di zucchero a velo finché lo zucchero non si sarà sciolto.
Separate i tuorli dagli albumi, conservate questi ultimi per la frittata bianca. Versate i tuorli in un cucchiaio e, a uno a uno, immergeteli delicatamente nella marinata alla soia. Sigillate
la ciotola con la pellicola e mettetela in frigorifero per 8 ore. Al termine della marinatura scolate i tuorli con molta attenzione, prelevandoli con un cucchiaio.
Frullate in polvere 50 g di semi di sesamo con 40 g di sale (noi abbiamo usato quello integrale). Mondate e tagliate tutte le zucchine in sottili fettine oblique, conditele con il sale al sesamo e fatele marinare per 15-30 minuti.
Per la cialda: Srotolate la pasta su una teglia foderata di carta da forno, spennellatela con un po’ di acqua e cospargetela con semi di sesamo e un po’ di peperoncino. Copritela con un altro foglio di carta da forno, mettete sopra un’altra teglia e infornate a 200°C per 18-20 minuti.
Per la frittata bianca: sbattete gli albumi, unite un po’ di erba cipollina tagliuzzata e cuoceteli in una padella unta di olio (diametro 18 cm) senza voltare la frittata. Tagliatela poi a strisce e servitela con i tuorli, le zucchine e cialde.

Gomasio, un sostituto del sale a base di sesamo. La ricetta

Gomasio, un sostituto del sale a base di sesamo. La ricetta

Non è un caso se solo la parola “sesamo” poteva aprire la porta del tesoro ad Alì Baba. Scopriamo tutti i benefici di questa pianta e dei suoi semi, da cui hanno origine vari prodotti tra cui il gomasio

Sapete perché solo il sesamo avrebbe permesso al fratello di Alì Babà di aprire quella famosa porta? Perché il sesamo è una pianta incredibile, con proprietà uniche, così come i prodotti che ne derivano. Proprio come il gomasio, un ottimo e consigliato sostituto del sale.

Il potere del sesamo: apriti sesamo!

Nella famosa fiaba Alì Babà e i 40 ladroni, ambientata in Persia, Alì Babà si accorge che per entrare nella caverna dove è nascosto un tesoro, il capo dei ladroni pronuncia la frase: «Apriti Sesamo!», e solo così la porta si apre. In questo modo riesce a entrare e prendere un po’ del tesoro nascosto. Quando però il fratello Cassin, volendo emulare il fratello, ci prova non ricorda più la parola magica, confondendo il sesamo con altre piante. Così inizia a dire: «Apriti avena! Apriti, segale!», ma la porta non si apre e infatti viene trovato e ucciso dai ladroni. Come mai solo la parola sesamo era in grado di aprire quella porta? Ci sono varie ipotesi, ma la più accreditata è quella che riferisce la formula magica alle incredibili proprietà nutritive e vitali del sesamo, che aprirebbero all’uomo simbolicamente varie porte: della forza, della vitalità, della salute, della mente, della memoria. Anche nei testi sacri buddisti è considerato uno dei cibi superiori, tant’è che Buddha scrisse che «il seme di sesamo, nonostante sia molto piccolo, può generare un grande albero». Infatti anche se tutti chiamiamo sesamo i piccoli semi, in realtà il sesamo è una pianta erbacea, coltivata in Egitto, India, Cina e Birmania, ma anche in Grecia e in Italia, in particolare in Calabria e in Sicilia dove il sesamo di Ispica è diventato un Presidio Slow Food, con cui si preparano pani, biscotti e la famosa cobaita o giuggiulena, il torrone delle feste. Di solito si semina tra aprile e maggio e si raccoglie quasi sempre a mano tra fine agosto e settembre, prima che le capsule si aprano naturalmente lasciando cadere i semi. Poi le piante vengono lasciate asciugare al sole e battute. I semi, di piccole dimensioni e vari colori, sono costituiti per circa la metà da sostanza grassa; per questo dal sesamo si ricava anche l’olio. Un altro condimento che ne deriva, molto diffuso nella cucina mediorientale, è il tahin o la tahina, utilizzata in moltissime preparazioni, come ad esempio il babaganoush, l’hummus o l’halva. E poi, dai semi di sesamo, si prepara il gomasio.

Che cos’è il gomasio

In realtà il suo vero nome è gomashio. È originario del Giappone, dove prende il nome dai suoi due ingredienti principali: goma che significa “semi di sesamo”, e shio cioè “sale”. Infatti, il gomasio si prepara con semi di sesamo e sale marino non raffinato. Questa combinazione è vincente perché permette al corpo di assimilare maggiormente i minerali del sale, così come le proteine e il calcio del sesamo. I semi e il sale, che come vedremo vanno tostati separatamente, vengono macinati poi insieme in modo che l’olio emesso dal sesamo impregni i grani di sale. È proprio questo il processo che fa sì che il gomasio non provochi sete e permetta all’organismo di assorbire sale in quantità minori. Inoltre il sesamo, il cui olio è ricco di acidi grassi saturi e di acidi amminici essenziali e di lecitina, neutralizza l’acidità, a differenza del sale che invece favorisce la secrezione dei succhi gastrici. Per questo, se usato giornalmente al posto del sale, fa bene al sistema nervoso, alla tonicità di tutti i tessuti del corpo, alla digestione, ma anche al cuore, alle ossa e in generale al sistema immunitario. Per essere certi che ogni singola parte di sale venga rivestita da un sottile strato di olio, è consigliabile preparare il gomasio in casa, che risulterà sicuramente molto più buono e curativo rispetto a quello acquistato, anche se ormai si trova ovunque. Ma per farlo dovete avere molta cura e essere precisi, seguendo le nostre indicazioni. E poi sentirete che profumo durante la sua preparazione!

Come preparare il gomasio a casa

Prima di iniziare la preparazione del gomasio a casa, sarebbe bene procurarsi un suribachi. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un tradizionale mortaio giapponese in ceramica, una sorta di una ciotola svasata le cui pareti e il fondo sono ricoperti da una serie di zigrinature di una certa profondità che consentono la rapida polverizzazione degli ingredienti. Per le dosi, invece, la quantità di semi dipende da quanto gomasio volete preparare: di solito tenete come riferimento 1 parte di sale per 16 di semi di sesamo.

Ingredienti

qb sale
qb semi di sesamo

Procedimento

Riscaldate una padella a fiamma medio bassa e metteteci i semi ancora umidi.
Fare tostare i semi facendo attenzione, perché bruciano molto facilmente. Per evitare che ciò accada, i semi vanno mescolati continuamente con un cucchiaio di legno, scuotendo la padella, in modo che siano ben distribuiti sulla superficie della padella.
Quando i semi cominciano a scoppiare, per capire se sono tostati al punto giusto, prendete un seme tra il pollice e l’anulare e premete. Se il seme si rompe facilmente, vuol dire che sono pronti; se invece non si rompe, dovete continuare con la tostatura.
Una volta pronti, togliete i semi dalla pentola, e metteteli nel suribachi.
Nella stessa pentola, tostate il sale, sempre a fiamma medio bassa, giusto per il tempo di scaldarlo; continuate a mescolare affinché perda la sua umidità e si impregni dell’olio rilasciato dai semi di sesamo.
Infine, unite il sale ai semi di sesamo nel suribachi e pestate entrambi con il pestello con un movimento rotatorio, in senso orizzontale, spiraliforme e non troppo rapido. I semi non devono essere schiacciati, ma devono frantumarsi delicatamente. Per questo fate attenzione a non esercitare troppa pressione.
Il gomasio non dovrà avere un sapore troppo salato.
Conservatelo a temperatura ambiente in un vasetto di vetro con chiusura ermetica e ricordatevi di utilizzarlo a tavola (e non in cottura!) tutte le volte che potete al posto del sale!

Salsa chutney di sesamo, menta e cocco: le ricette

Salsa chutney di sesamo, menta e cocco: le ricette

Una salsina agrodolce di origine indiana e tutta da scoprire: ecco la ricetta classica e tre insolite per accompagnare carne, piatti vegani dal sapore deciso o formaggi

Originario dell’India, il chutney è una salsa agrodolce con spezie, zucchero e aceto, con l’aggiunta di frutta o verdura, arrivata anche in Europa a partire dal diciassettesimo secolo. Tra le spezie raccomandate gli indiani citano chiodi di garofano, aglio, coriandolo, senape, cannella, zenzero, pepe di cayenna e tamarindo. Ma sono tante le varianti della sua ricetta.

La ricetta tradizionale del chutney

Dalle nostre parti questa salsina non è ancora molto diffusa, mentre inglesi e francesi ne fanno un uso quasi spropositato come accompagnamento a formaggi, carni, riso, verdure e aperitivi vari. Inoltre, il chutney può essere sia umido che secco, con consistenza sia grossolana che fine. Quello più famoso è il chutney al mango, che si prepara con trito di tale frutto esotico più zenzero, peperoncino e prezzemolo, ai quali si possono aggiungere aglio, cannella, uvetta e datteri. La ricetta prevede l’utilizzo di una pentola antiaderente e soprattutto che non sia di ferro, ottone o rame: il motivo è che gli acidi presenti negli ingredienti reagiscono male con queste sostanze e pertanto il chutney rischia di assumere un sapore metallico. Per lo stesso motivo si consigli sempre di usare utensili di legno.

Chutney al cocco

Una delle varianti tutte da scoprire, invece, è quella del chutney al cocco. Gli ingredienti di cui abbiamo bisogno sono: 250 grammi di cocco fresco grattugiato, 2 peperoncini verdi dolci e uno rosso, un cucchiaio di zenzero fresco e uno di ceci tostati, mezzo cucchiaino di semi di senape, 2 foglie di curry, un cucchiaio di olio di oliva e sale. Per prima cosa si taglia a pezzetti il peperoncino verde e si grattugia lo zenzero; poi si frulla tutto insieme con i ceci tostati e poca acqua, fino ad ottenere un impasto cremoso. In una padellina con un filo d’olio fate tostare i semi di senape con il peperoncino rosso a pezzetti e le foglie di curry, togliete dal fuoco e unite alla crema di cocco. Si mescola tutto per bene, si aggiusta di sale e si versa in un barattolo. L’intero procedimento richiede circa un quarto d’ora. Mettete in frigo il chutney di cocco e fate riposare una giornata prima di consumare. Il risultato (che si potrebbe a ragione chiamare anche coconut chutney) è una salsa ideale per  piatti vegani, come le polpette di lenticchie, o per tortini di riso: due ottime idee per antipasti originali e leggeri.

La variante con menta e yogurt

Per accompagna piatti dal sapore piuttosto deciso, invece, ecco il chutney di yogurt e menta, rinfrescante e veloce da preparare. Servono una cipolla bianca, un peperoncino verde non piccante, 150 grammi di menta fresca, un pizzico di pepe di cayenna, 200 ml di yogurt bianco, 3 cucchiai di farina di cocco, tre di latte e mezzo cucchiaio di sale. Prima di tutto bisogna lavare la menta, farla sgocciolare e tritarla finemente. Fare la stessa cosa con la cipolla e il peperoncino e unire tutto alla menta. Nel frattempo si riscalda a parte il latte. Lasciate in ammollo la farina di cocco per un quarto d’ora e quando il latte sarà ormai freddo, arriva il momento di aggiungere lo yogurt, il sale e il pepe. Mescolate tutto per bene e aggiungete tutti gli altri ingredienti, fino a quando il composto non sarà ben amalgamato. Conservate in frigorifero per almeno mezz’ora prima di portarla in tavola ed ecco una variante gustosa di questa salsina dal sapore agrodolce.

Chutney al sesamo

Se  si vuole continuare a sperimentare, il consiglio è infine quello di provare il chutney al sesamo, ideale per piatti a base di carne.  Per prepararlo serve procurarsi 40 grammi di semi di sesamo, 60 grammi di foglie di coriandolo, 3 peperoncini verdi, 3 cucchiai di succo di limone e un pizzico di sale. Prima di tutto fate tostare i semi in una padella fino alla doratura, poi versateli in un mortaio e pestateli fino a polverizzarli. Versate la polvere in un frullatore insieme alle foglie di coriandolo, ai peperoncini, al succo di limone, al sale e a due cucchiai d’acqua. Frullate a bassa velocità e la vostra chutney alternativa sarà pronta. Insomma, non è ancora diffusissima in Italia, ma basterà provarla una sola volta, con l’accompagnamento giusto, e questa salsina agrodolce indiana conquisterà anche i nostri palati.

Proudly powered by WordPress