Tag: risotti veloci

Ricetta Tartara con salsa di yogurt allo zafferano

Ricetta Tartara con salsa di yogurt allo zafferano

La tartara (o tartare in francese) è un piatto freddo a base di carne cruda di manzo, facile e veloce da preparare. La carne, che deve essere di ottima qualità, si taglia al coltello fino a ottenere un battuto fine. Il condimento classico della tartare è con tuorlo d’uovo, capperi, olio, sale e pepe.

Se però amate sperimentare, in questa ricetta, preparata con filetto di fassona, vi proponiamo un’alternativa con salsa di yogurt allo zafferano e nocciole tostate profumate al timo limone. Bastano 30 minuti per portare in tavola questo antipasto fresco e delicato.

Provate la ricetta e scoprite anche queste altre idee per condire la carne cruda: Tartara ricetta classica, Tartare fai da te, Tartare all’abruzzese, Tartare di manzo con senape e pesca.

Chi è Mauro Uliassi, lo chef stellato ospite a MasterChef 13

La Cucina Italiana

MasterChef 13 in dirittura di arrivo e Mauro Uliassi è ospite scelto per l’esterna. Scopriamo di più sullo chef stellato marchigiano.

Infatti, sono momenti decisivi, questi, per i cinque cuochi amatoriali impegnati nel penultimo round del cooking show. Questa sera Antonio, Eleonora, Michela, Niccolò e Sara faranno un passo ulteriore in direzione del traguardo, che comincia a intravedersi. Per loro si apriranno le porte della cucina di un ristorante tre stelle Michelin: gli aspiranti chef, nella prova in esterna più impegnativa, potranno cucinare ai fornelli del ristorante Uliassi, dello chef Mauro Uliassi, a Senigallia, in provincia di Ancona.

Chi è Mauro Uliassi?

Mauro Uliassi è uno dei più grandi chef italiani, e la sua abilità è stata confermata da tre stelle Michelin (l’ultima del 2019), 5 cappelli Espresso, 3 forchette del Gambero Rosso. Con la sua cucina esprime la sua personalità, la creatività e il suo grande amore per il mare. Nato a Senigallia nel 1958, dopo la scuola alberghiera ha esplorato il mondo della ristorazione facendo diversi stage in Italia e in Europa. Un’esperienza che gli è servita per conoscere altri cuochi, le loro proposte e i loro segreti, di cui ha saputo fare tesoro. Ha anche insegnato per 15 anni alla scuola alberghiera di Senigallia, trasmettendo la sua passione ai giovani allievi.

Nel 1990, insieme a sua sorella Catia, ha aperto il ristorante Uliassi, sul lungomare di Senigallia, tra il porto canale e la spiaggia, con una vista mozzafiato sul mare. Presto diventato un punto di riferimento per chi ama la cucina di qualità, Uliassi è un locale che propone piatti semplici e contemporanei, ma al tempo stesso innovativi. La sua cucina si fonda sulle tradizioni della riviera adriatica, ma è arricchita dalle contaminazioni e dalle influenze che Mauro Uliassi ha assimilato nei suoi viaggi e dalle sue esperienze. Il mare è la sua fonte di ispirazione principale, ma anche la selvaggina e i prodotti del territorio marchigiano, come la pesca saturnia, hanno un ampio spazio nella sua cucina.

Ogni anno, Mauro Uliassi presenta dieci piatti inediti, che si affiancano alle sue proposte classiche. Tra i suoi piatti più celebri, la scarpetta di brodetto, un pezzo di pane che intinge in un sugo di pesce concentrato, il cremoso di mozzarella, con acciughe, basilico, pomodori canditi e capperi fritti, la tagliatella di seppia e pesto di alga nori (un’idea nata dopo una visita a El Bulli di Ferran Adrià). E ancora, gli spaghetti affumicati con vongole e datterini alla griglia, rivisitazione del classico piatto di mare, e il gambero rosso, con acqua di limone, basilico e melone, in un contrasto di sapori. Ma Uliassi è riuscito a rendere gourmet anche la pasta in bianco, preparata con aringa dissalata e fumetto di pesce (qui la ricetta).

Lo chef è anche un autore di libri di cucina, in cui racconta la sua filosofia culinaria, le sue ricette e le sue storie. Ha pubblicato Sidecar nel 2005 e Mauro Uliassi incontra/meets Giovanni Gaggia nel 2021. È inoltre un relatore apprezzato nei più importanti congressi internazionali di gastronomia, dove porta la sua testimonianza e la sua innovativa visione.

cibi in bianco
La pasta in bianco da tre stelle Michelin di Mauro Uliassi: la ricetta

Allan Bay e l’elogio del mangiare con le mani: intervista

La Cucina Italiana

Giornalista gastronomico, storico, scrittore, Allan Bay ha appena messo nero su bianco in un libro ciò che in molti (se non tutti) pensiamo, ma che spesso non abbiamo il coraggio di dire. Almeno non in pubblico (perciò, figuriamoci di fare!). Ha ricordato che mangiare con le mani è uno dei grandi piaceri della vita, e come e perché dovremmo farlo ogni volta che possiamo, salvo rare e eccezioni che rendono impossibile l’utilizzo del pollice e dell’indice per toccare il cibo, annusarlo e portarlo alla bocca.

Si intitola Elogio del mangiare con le mani (Il Saggiatore): chiaro sin dal titolo, è un colto e divertente viaggio storico e antropologico che sdogana questo gesto così appagante che nei secoli le convenzioni sociali hanno fatto apparire “esotico”. Anzi – diciamolo pure – in certe circostanze un po’ maleducato.

Come scoprirete leggendolo, fino a poco tempo fa le forchette non esistevano nemmeno: sono arrivate sulle tavole della borghesia europea solo nell’800, dopo essere state inventate in Cina. Poi il galateo ha cominciato a dettare le regole limitando a una ristrettissima cerchia i cibi mangiabili senza le posate. Una faccenda, anche questa, rimasta tutta occidentale, considerato che c’è mezzo mondo – con tanti Paesi asiatici e africani a fare da capofila – che delle posate fa spesso e volentieri a meno. Allan Bay racconta anche questo e, per passare dalla teoria alla pratica, suggerisce man mano gustose ricette da «conlemanisti». O meglio, come spiega in questa intervista, «indicazioni», che di certo rendono ancora più piacevole la lettura del suo primo libro «personale».

Intervista a Allan Bay

Perché è un libro “personale”?
«Riguarda una mia passione che pochi dei miei amici, quelli veri, conoscono: mangiare con le mani, appunto. Ho scritto tanti libri, specie ricettari, che in quanto tali di base avevano un’oggettività. Questo libro è diverso proprio perché parla di me».

Cosa rende così piacevole mangiare con le mani?
«Da bambini si scopre il mondo – e quindi anche il cibo – anzitutto con il tatto e con l’olfatto, e questo contatto fisico con ciò che si mangia resta il massimo godimento. Però con il tempo si tende a privarsene perché crescendo insegnano che bisogna usare le posate: ci si rinchiude negli schemi. Lo scopo del libro è uscire fuori da questi schemi e sdoganare, quando possibile, questo grande piacere di mangiare con le mani».

In quanti vorrebbero farlo ma non hanno il coraggio di farlo o anche solo di dirlo?
«Non lo so. So però per certo che diversi dei miei amici amano mangiare con le mani e che in tanti usano le posate anche in casi in cui non ce ne sarebbe bisogno. Penso ad esempio a quanti mangiano la pizza con forchetta e coltello e agli sguardi attoniti dei pizzaioli mentre lo fanno. E poi a Napoli anche gli spaghetti una volta venivano mangiati con le mani: ricorda Totò?»

Proudly powered by WordPress