Tag: ricette facili e veloci dolci

» Rotolo cookies – Ricetta Rotolo cookies di Misya

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Separate i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve ferme con un pizzico di sale.
A parte, montate i tuorli con lo zucchero per almeno 10 minuti, fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.

Incorporate ai tuorli la farina setacciata e poi unite anche gli albumi, mescolando delicatamente con un movimento dal basso verso l’alto.
Infine aggiungete anche le gocce di cioccolato.

Versate il composto nella teglia rivestita di carta forno, livellate bene la superficie e cuocete per circa 10 minuti o fino a leggera doratura a 180°C, in forno statico già caldo.
Sfornate subito, coprite con un secondo foglio di carta forno e arrotolate delicatamente, tenendo il nuovo foglio all’interno.

Riprendete la pasta biscotto, srotolatela delicatamente, spennellatela con un po’ di latte e farcitela a piacere con le creme spalmabili, quindi arrotolatela nuovamente sul ripieno.

Il rotolo cookies è pronto, non vi resta che servirlo.

» Scope dolci della Befana

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Le scope dolci della Befana sono un’idea dolcissima per portare in tavola un dolcetto a tema nel giorno dell’Epifania (anche se, volendo, potete riciclarle anche per Halloween, spacciandole per tema streghe 😉 ) Poco lavoro (giusto il tempo di preparare e sagomare la frolla e poi quello di assemblare il tutto col cioccolato fuso) per un risultato tenero, carino e anche goloso. Potete servirle come dolcetto nella giornata della Befana, o anche sfruttarle come pensierino da infilare nella calza… che ne pensate?

  • Tempo di preparazione preparazione: 35 min
  • Tempo di cottura cottura: 10 min
  • Tempo totale totale: 45 min + 1-2 ore di riposo
Scope dolci della Befana
Scope dolci della Befana

Procedimento

Come fare le scope dolci della Befana

Preparate la frolla, unendo tutti gli ingredienti in una ciotola e mescolando velocemente fino ad ottenere un panetto omogeneo.
Coprite con pellicola per alimenti e lasciate riposare in frigo per almeno 30 minuti.

Riprendete l’impasto, create 3 salsicciotti larghi circa 1-2 cm e divideteli in 5 tocchetti, che dovrete poi sagomare per creare le setole delle scopine: basterà creare un mezzo ovale e incidere poi le setole con i rebbi di una forchetta.

Disponete i biscottini sulla teglia rivestita di carta forno e cuocete a 180°C per circa 10-12 minuti o fino a doratura, in forno ventilato già caldo.

Sfornate i biscotti e lasciateli raffreddare completamente, quindi sciogliete il cioccolato, intingeteci la cima dei pretzel e fateli aderire ai biscotti per creare i manici (utilizzate abbondante cioccolato in modo che non si stacchino!).
Man mano che sono pronte, disponete le vostre scopine su carta forno e lasciate asciugare completamente.

Le scope dolci della Befana sono pronte, non vi resta che servirle.

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Befana: storia, tradizioni e piatti tipici

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Arriva con la sua scopa e regala dolci ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi. La storia della Befana e le tradizioni legate a questa figura

«La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte». Oppure: «L’Epifania tutte le feste porta via». Sono tanti i proverbi e i modi di dire tramandati nel corso del tempo e legati alla festa del 6 gennaio. L’ultima del periodo natalizio, con tantissimi significati e simbologie, ricette tipiche e soprattutto con tanti dolci sorprese per i più piccoli.

Tra sacro e profano

Secondo la religione cristiana, l’Epifania è il giorno in cui i tre re Magi, provenienti da Oriente, come riporta il Vangelo secondo Matteo, seguendo una stella riuscirono ad arrivare a Betlemme, nella mangiatoia in cui nacque Gesù per onorarlo con dei doni. Non a caso la parola Epifania deriva dal greco “manifestazione” e Befana non è altro che una corruzione lessicale di questo termine. Ma il 6 gennaio è in realtà una data importante fin dai tempi dell’antichità pre-cristiana. Gli antichi Romani, ad esempio, festeggiavano in questo giorno l’inizio dell’anno con delle celebrazioni dedicate al dio Giano e alla dea Strenia, mentre ai tempi dell’imperatore Aureliano dal 25 dicembre (festa del sole) fino al dodicesimo giorno successivo a tale data venne introdotta una pratica particolare: bruciare un tronco di quercia continuamente poiché dal carbone prodotto si sarebbero potuti ottenere benefici in termini di fortuna per l’anno successivo. Inoltre, sempre in epoca antica, si riteneva che nelle dodici notti precedenti al 6 gennaio la dea Diana, volando nel cielo insieme ad altre figure femminili, poteva rendere il terreno più fertile e più fecondo. È evidente, dunque, che le origini di queste festività, e soprattutto della Befana, la grande protagonista laica dell’Epifania, sono davvero antichissime.

Dalle divinità alle streghe

Con le condanne da parte della chiesa romana ai riti pagani, l’immagine femminile celebrata precedentemente cominciò a prendere un’altra forma. E dalle divinità si passò alle streghe. Gonna lunga, grembiule con tasche, scialle, scarpe consumate, fazzolettone in testa, aspetto fisico tutt’altro che gradevole e immancabile scopa: ben presto l’iconografia della Befana come la conosciamo oggi prese il sopravvento, favorita anche dal clima ostile del Medioevo verso certe rappresentazioni pagane. Eppure c’è anche chi parla di un rapporto con Santa Lucia, la santa della luce, dell’illuminazione e quindi della “manifestazione”, o addirittura di una leggenda legata all’origine cristiana di questa festività. Secondo questa versione, la figura della Befana potrebbe infatti prendere spunto da una vecchietta a cui i tre Magi si sarebbero rivolti per avere indicazioni sulla strada per Betlemme. La donna in questione, però, si sarebbe rifiutata di aiutarli, pentendosene ben presto: il giorno dopo infatti, resosi conto dell’occasione persa per poter vedere Gesù, la vecchietta provò a seguire i re Magi senza però riuscire più a trovare il bambinello. E per questo ogni anno, il 6 gennaio, passa in tutte le case a portare regali ai bambini.

La calza, il carbone e lo scambio dei regali

Qualunque sia la vera storia della Befana, quel che è certo è che si tratta di una figura strettamente legata alla tradizione italiana, nonostante qualche assonanza con quelle di origine celtica e germanica. Basti pensare che questa parola, usata per intendere un fantoccio femminile esposto la notte dell’Epifania, era già diffuso nel dialetto popolare del XIV secolo, specialmente in Toscana e nel Lazio settentrionale. Carattere burbero e, per alcuni versi, rappresentazione dell’anno vecchio, pronta a sacrificarsi per far rinascere un nuovo periodo di prosperità, la Befana nel tempo è diventata una sorta di nonna che premia i bambini buoni con doni, caramelle e dolcetti (in passato anche mandarini e frutta) e punisce quelli cattivi col carbone. Il temutissimo carbone che però può anche diventare commestibile e un dolce molto semplice da preparare. Ma come mai nella notte della Befana c’è la tradizione delle calze? Anche in questo caso ci sono diverse teorie. Una di queste prende spunto da una leggenda secondo la quale Numa Pompilio, uno dei famosi sette re di Roma, avesse l’abitudine di appendere durante il periodo del solstizio d’inverno una calza in una grotta per ricevere doni da una ninfa. Si tratta però solo di un’ipotesi. E poco importa: oggi la Befana continua a essere attesa da tutti, anche dagli adulti (che però tendono magari a scambiarsi regali meno impegnativi rispetto a quelli di Natale) e sempre ricordandosi di mantenere viva la tradizione della calza da riempire.

Befana da nord a sud

Ma quali sono i piatti da sempre legati a questa festività? In quasi tutte le regioni ci sono delle ricette della tradizione che continuano a vivere, soprattutto per quanto riguarda i dolci. In Toscana, ad esempio, si preparano per l’occasione i cavallucci di Siena, biscotti morbidi con acqua, zucchero, miele, canditi, anice, noci e lievito, mentre in Versilia ci sono i cosiddetti befanini, frollini a base di agrumi e rhum, ricoperti di granella colorata. Nel Varesotto il 6 gennaio fa rima con pinsa, una di pizza di polenta preparata con farina di mais e frutta secca, mentre in Liguria ci sono gli anicini (biscotti con seme di anice), in Abruzzo i pepatelli (simili ai cantucci, ma a base di pepe nero, miele, farina, cacao, mandorle e bucce d’arancia) mentre in Puglia si va dai purcidduzzi salentini alle cartellate baresi. In Campania, infine, l’arrivo della Befana corrisponde con la preparazione della prima pastiera dell’anno.

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