Tag: ricette alice cucina

Pasta paglia e fieno – Ricetta di Misya

Pasta paglia e fieno - Ricetta di Misya

Mondate gli spinaci, lavateli, metteteli in una pentola, coprite con coperchio e cuocete per pochi minuti, finché non saranno appassiti, quindi strizzateli, frullateli e lasciateli raffreddare.

Preparate l’impasto bianco unendo in una ciotola farina, uova e olio e lavorando velocemente fino ad ottenere un panetto omogeneo, quindi copritelo con pellicola per alimenti e lasciate riposare per almeno 30 minuti a temperatura ambiente.

Intanto preparate la pasta verde: unite tutti gli ingredienti (farina, uova, spinaci e olio) in una ciotola e lavorate anche questa, quindi coprite con pellicola e lasciate riposare insieme all’altra.

Mentre la pasta riposa potete preparare il condimento: io ho optato per il condimento classico, ovvero panna, prosciutto e piselli, forse fuori moda, ma a mio avviso sempre buonissimo!
Lessate i piselli in acqua bollente per pochi minuti (5 dovrebbero bastare), quindi scolateli.

Lasciate imbiondire la cipolla in un’ampia padella con olio abbondante.

Aggiungete prosciutto a cubetti e pisellini e lasciate insaporire per qualche minuto, infine incorporate la panna.

Riprendete i 2 panetti e stendete prima la pasta bianca, ammaccandola prima sul piano di lavoro leggermente infarinato e poi assottigliandola con la macchinetta tirasfoglia fino a uno spessore di circa 1-2 mm.
Arrotolate la sfoglia bianca su se stessa, quindi con un coltello a lama liscia tagliatela in fettine larghe circa 6-8 mm.

Ripetete la stessa operazione anche con la pasta verde.

La pasta paglia e fieno è pronta, ora non vi resta che cuocerla e poi condirla a piacere.

Ed ecco qui la mia pasta paglia e fieno condita con panna, prosciutto e piselli.

Asti spumante e Moscato d’Asti: assaggi di storia

La Cucina Italiana

È la volta dell’Asti spumante e Moscato d’Asti. Non c’è Paese al mondo con tanta ricchezza e varietà di prodotti, naturali come li regala il territorio o lavorati da mani esperte in modi semplici, che sono antichi e insieme i più contemporanei. Prosegue il viaggio alla scoperta delle nostre bontà, da quelle più conosciute a quelle meno note lontano dalla zona di produzione.

Asti spumante e Moscato d’Asti

Perfetti con pandoro e panettone, classici con la merenda salata piemontese, contemporanei con risotti, crostacei e carni bianche, soprattutto ora che le versioni dolci sono state affiancate da tipologie più secche. Il vitigno a cui si devono i vini aromatici italiani più conosciuti è il moscato bianco, arrivato sulla Penisola con i coloni greci. Il nome deriva dal latino muscum, muschio, e pare si riferisca al suo tipico aroma muschiato. Quel che è certo è che ha trovato la sua casa d’elezione in Piemonte, dove nei primi anni del Seicento si occupò della sua coltivazione e produzione Giovanni Battista Croce, gioielliere di Carlo Emanuele I. Questo vino bianco spumeggiante e leggero ebbe un successo tale che, per proteggerne le origini, già nel 1932 fu fondato il Consorzio di Tutela dell’Asti; la Doc arriva nel 1967; dal 1993 l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti sono tutelati con la Docg. Oggi si contano 9.900 ettari coltivati a moscato bianco; le bottiglie prodotte sono poco più di 90 milioni all’anno (50 milioni di Asti Spumante e le rimanenti di Moscato d’Asti). L’85% è esportato, con la Russia primo mercato per lo Spumante e gli Stati Uniti pazzi per il Moscato d’Asti (nel 2020 si sono aggiudicati il 71% della produzione).

La Carta d’Identità

Dove nasce

In 51 Comuni delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, parte del territorio di Langhe-Roero-Monferrato.

Metodi di produzione

Rifermentazione in autoclave (metodo Martinotti) oppure in bottiglia (metodo classico).

Grado alcolico 

Minimo 7% vol. per l’Asti Spumante dolce; circa 11% vol. per le tipologie di Asti Spumante più secche; circa 5% vol. per il Moscato d’Asti.

Caratteristiche

Tutte le tipologie sono fresche e spumeggianti, con profumi floreali (acacia, tiglio, salvia) e fruttati (agrumi, pesca).

Temperatura di servizio

6-8 °C per gli spumanti; sui 10 °C per il Moscato d’Asti.

Abbinamenti

D’abitudine con i dolci, ma oggi le versioni con più residuo zuccherino anche con formaggi e piatti agrodolci e piccanti; le versioni più secche con formaggi, pesce, carni bianche e risotti.

Proudly powered by WordPress