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Sicilia: alla Rocca delle Tre Contrade, la magica cucina di Dora

Sicilia: alla Rocca delle Tre Contrade, la magica cucina di Dora

Ha l’entusiasmo di una bambina la signora Isidora Maugeri, detta Dora, cuoca siciliana di Rocca delle Tre Contrade, magnifica villa-relais di dodici camere a Santa Venerina, nel Catanese. La dimora domina, dalla sua collina, la costa orientale della Sicilia. Dalla Rocca delle Tre Contrade la vista spazia dal mar Ionio alle fertili pendici dell’Etna. C’è una piscina a sfioro lunga 25 metri con vista mozzafiato su agrumeti e natura selvaggia, resa tale dal nero terreno lavico. Ma la vera attrazione è lei, Dora, classe 1953, nata a Giarre, che crea i menù per chi soggiorna in questa ex tenuta nobiliare dai fasti mai dimenticati. E sempre lei introduce gli ospiti, spesso internazionali, alle delizie della cucina autentica siciliana, quella di casa, tramandata da generazioni.

Qui gli ingredienti si dosano «con le mani e con l’esperienza», racconta, e cambiano «come le nuvole», perché «le galline non fanno sempre le stesse uova, dipende da che cosa mangiano. E così la farina non sarà mai uguale a se stessa, come le verdure del nostro orto e la frutta del nostro frutteto». Proprio quelle che arrivano, arrostite, sulla tavola imbandita sotto le volte secolari, splendidamente arredate dai padroni di casa, lo scandinavo Jon Moslet e l’italiano Marco Scirè, che hanno contribuito, con le proprie tradizioni, al ricettario della villa. Il menù, stagionale, racconta prima di tutto di questa signora che ha appreso i segreti della cucina dalla madre, «una donna intelligentissima e con il senso per gli affari, rimasta vedova con sei figli ed emigrata in Australia quando io avevo otto anni. A Giarre, al ritorno dall’Australia, aveva aperto un rinomato ristorante in cui lavorai fino ai 35 anni, apprendendone ogni segreto. Ma fu mia nonna», prosegue Dora, «con cui ho vissuto dai tre mesi, a insegnarmi molte cose; mia madre ritornò dall’Australia quando io avevo già diciassette anni».

Ecco i manicaretti tratti dal ricettario di famiglia di Dora, ciascuno con un abbinamento che lo rende speciale. Come le salsicce al Marsala e arancia, che «vanno a braccetto con la stagione invernale e si cucinano fino a marzo. Sono un piatto dal sapore cangiante: il Marsala esalta e stempera la sapidità delle salsicce. Gli agrumi rendono i sapori sontuosi». Gli arancini qui sono piccoli come il palmo della mano di Dora e gustosissimi, «merito del riso, cotto a poco a poco, col brodo buono». Infine i cannoli, anche questi di dimensioni minute, irresistibili: «La pasta è resa croccante dallo strutto e dall’aceto. Vanno farciti rigorosamente con la ricotta di pecora». Nel mix di ortaggi e pesce «tra mare e montagna» c’è invece il tocco di Marco Scirè, che scambia con Dora pareri e memorie e ha suggerito di aggiungere i gamberi a questa insalata tiepida e opulenta, dove la carnosità dei porcini e dei calamari si confondono. Un’armonia di opposti che qui abbraccia ogni cosa.

Ricerche frequenti:

Cuori intrecciati di pasta sfoglia

Cuori intrecciati di pasta sfoglia

Iniziamo dai cuori di sfoglia salati: srotolate il rotolo di pasta sfoglia e farcitene metà con lo speck, quindi ripiegate l’altra metà sulla farcitura.
Con un coltello a lama liscia o una rotella tagliapizza ricavate delle strisce large circa 1 cm partendo dall’estremità in cui la sfoglia è piegata.
Attorcigliate ogni striscia su se stessa per creare un torciglione (non una girella).

Ripiegate i torciglioni a forma di cuore e fissateli con degli stuzzicadenti, quindi disponeteli sulla teglia rivestita di carta forno, un po’ distanziati tra loro, e spennellateli con il tuorlo leggermente sbattuto.

Passiamo ai cuori di sfoglia dolci: stesso procedimento, ma con la marmellata al posto dello speck.
Quindi: srotolate la sfoglia, spennellate la marmellata su metà di essa, ripiegate la sfoglia per ricoprire la farcitura; ritagliate le strisce, attorcigliatele e ricavate i cuori; usate gli stuzzicadenti, disponete sulla teglia e spennellate con il tuorlo.

In entrambi i casi, cuocete per circa 10 minuti o fino a doratura in forno statico preriscaldato a 200°C, quindi lasciate intiepidire ed eliminate gli stuzzicadenti.

I cuori intrecciati di pasta sfoglia dolci sono pronti, lasciateli raffreddare e serviteli con abbondante zucchero a velo.

I cuori intrecciati di pasta sfoglia dolci sono pronti, potete servirli tiepidi o anche freddi.

 

Il caffè tiene la pressione bassa: la scoperta italiana

La Cucina Italiana

Dietrofront: il caffè tiene la pressione bassa. Lo sostengono alcuni studiosi dell’Università di Bologna e dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola. 

Fino a oggi il caffè è stato ampiamente sconsigliato a chi soffre di problematiche legate alla pressione sanguigna, eppure le ultime ricerche medico scientifiche in merito – italianissime – dimostrerebbero il contrario. 

Il campione esaminato

Gli studiosi hanno preso in considerazione un campione di 720 uomini e 783 donne a partire da una sub-coorte del Brisighella Heart Study: uno studio osservazionale coordinato da Claudio Borghi, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna. Per ognuna delle persone individuate, sono stati confrontati i livelli della pressione sanguigna e le abitudini di consumo del caffè, insieme a una serie di altri dati clinici.

I risultati della ricerca

La ricerca dimostrerebbe tutti i benefici della regolare assunzione della bevanda più amata dagli italiani. 

«I risultati che abbiamo ottenuto mostrano che chi beve regolarmente caffè ha una pressione sanguigna significativamente più bassa a livello periferico rispetto a chi non ne beve». Non solo: «E per la prima volta abbiamo potuto confermare questi effetti anche rispetto alla pressione aortica centrale, quella vicina al cuore, dove si osserva un fenomeno quasi identico, con valori del tutto simili per chi beve abitualmente caffè rispetto ai non consumatori», spiega Arrigo Cicero, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e primo autore dello studio. «Si tratta del primo studio a osservare questa associazione sulla popolazione italiana, e i dati confermano l’effetto positivo del consumo di caffè rispetto al rischio cardiovascolare», aggiunge il prof. Claudio Borghi, responsabile dello studio.

Va bene anche decaffeinato

Il merito non sarebbe della caffeina. Effetti positivi sono stati registrati anche tra chi consuma caffè decaffeinato: «La caffeina è solo uno dei diversi componenti del caffè e certamente non è l’unico che ha un ruolo attivo: effetti positivi per la salute umana sono stati registrati infatti anche tra chi consuma caffè decaffeinato», dice Cicero. «Sappiamo che la caffeina può contribuire ad aumentare la pressione sanguigna, ma altri componenti bioattivi nel caffè sembrano controbilanciare questo effetto, con un risultato finale positivo rispetto ai livelli della pressione».

La pubblicazione

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Nutrients” con il titolo Self-Reported Coffee Consumption and Central and Peripheral Blood Pressure in the Cohort of the Brisighella Heart Study. Gli autori sono Arrigo Cicero, Federica Fogacci, Sergio D’Addato, Elisa GrandiElisabetta Rizzoli e Claudio Borghi del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola.

Una conferma

Non è la prima volta che qualcuno dimostra i benefici del caffè sul corpo. Già nel 2017 alcuni studi avevano dimostrato come il consumo della bevanda fosse associato a una maggiore longevità. Ne avevamo parlato nel nostro articolo Il caffè allunga la vita, ecco perché.

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