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Coldplay a Napoli tra pizza e cuoppo. Sorbillo ci racconta

La Cucina Italiana

Coldplay a Napoli: uno dei concerti più attesi dell’estate. Anzi, due, dato che la band si esibirà il 21 e il 22 giugno sul palco dello stadio Maradona. Intanto Chris Martin, Jonny Buckland, Guy Berryman e Will Champion sono già arrivati e, tra una prova e l’altra, si stanno godendo anche la città e le sue specialità gastronomiche. Cominciando proprio da Chris Martin, frontman del gruppo, che non ha aspettato nemmeno un secondo: per la sua prima serata napoletana ha ceduto alla tentazione di un’ottima pizza, con la sua compagna, l’attrice Dakota Johnson, e il figlio minore Moses, nato dal matrimonio con l’attrice Gwyneth Paltrow.

Coldplay a Napoli e la pizza di Chris Martin

Destinazione? La pizzeria di via dei Tribunali di Gino Sorbillo che – come sempre quando arrivano vip in visita – gli ha dedicato una margherita con la scritta «Coldplay» fatta con piccole strisce di mozzarella. Un pensiero semplice, molto apprezzato dal cantante: «Voi napoletani siete simpaticissimi, vi amiamo, siamo contenti di essere qui», ha raccontato Chris Martin commentando l’accoglienza calorosa.

Chris Martin e il «cuoppo»

«Gli è molto piaciuto anche il “cuoppo” di frittini», racconta Gino Sorbillo, che ha accolto Chris Martin e Dakota Johnson insieme a suo fratello Toto. «Gli abbiamo preparato tutti i classici: dalla frittata di maccheroni alla mozzarella in carrozza, e poi i crocché», dice ancora il pizzaiolo elencando alcune delle specialità del fritto napoletano. Perché Chris Martin è andato proprio da lui? «Io credo che arrivino qui per assaggiare un piatto storico, per scoprire una tradizione collaudata, una pizza che facciamo da 100 anni»  commenta ancora Sorbillo senza nascondere un pizzico di orgoglio.

La calorosa accoglienza napoletana per i Coldplay

Insomma, Chris Martin, Dakota Johnson e Moses Martin si sono goduti una bella cena, e in tutta tranquillità perché per loro per tutta la serata c’è stato un cameriere a completa disposizione che li ha tenuti anche al riparo da potenziali fan indiscreti.  Il caloroso «assalto» c’è stato dopo, quando i tre ne hanno approfittato per fare una passeggiata sul lungomare, dalla pizzeria di Sorbillo fino a Castel dell’Ovo. I video che girano in rete sono centinaia, come le strette di mano che il cantante – in giro come sempre con il suo berretto di ordinanza –  ha concesso ai suoi ammiratori.

Coldplay a Napoli, e la città è in fermento

Intanto tutto è pronto: i concerti sono entrambi sold out da tempo, e lo stadio Maradona è blindato da giorni. Lo staff dei Coldplay è al lavoro già dal 14 giugno per montare il palco, i camerini, fare il sound check e definire gli ultimi dettagli per accogliere fan che arriveranno da tutta Italia.

Antonino Cannavacciuolo racconta la nuova stagione | La Cucina Italiana

Antonino Cannavacciuolo racconta la nuova stagione
| La Cucina Italiana

Antonino Cannavacciuolo torna in missione tv per risollevare le sorti dei ristoranti in crisi che hanno chiesto il suo aiuto. Riparte Cucine da incubo: da domenica 2 aprile, alle 21.15 in esclusiva su Sky Uno e in streaming solo su NOW.

Cucine da incubo: al via la nuova stagione

Lo chef, forte del recente riconoscimento della terza stella Michelin a Villa Crespi, come sempre metterà a disposizione come sempre le sue abilità culinarie e la sua esperienza imprenditoriale per cambiare il destino dei ristoranti a un passo dalla chiusura, oltre che la sua sensibilità per cercare di risolvere le questioni famigliari e personali, dove spesso risiedono le origini della crisi di un’attività. “Prima di mettermi al lavoro sui piatti e sul menù, cerco di capire qual è l’origine del problema, cerco di far uscire dalle persone quello che hanno dentro” – spiega Cannavacciuolo – Ce la metto tutta, dò il massimo e dopo cinque giorni arrivo a casa davvero stanco, ma sono contento se posso aiutare qualcuno che ha passione e la volontà”.

Cannavacciuolo: “Nella prima puntata una storia di famiglia che mi ha toccato”

Nella prima puntata, Cannavacciuolo arriverà al ristorante “L Civel” di Casalbeltrame (Novara), un ristorante a conduzione familiare rilevato da Giovanni e Paola come investimento per il futuro per le loro tre figlie, ma che rischia di chiudere per una diatriba iniziata tra i fornelli e sconfinata tra le mura di casa.

“In questa stagione abbiamo incontrato tante famiglie italiane, famiglie in cui ci si può rispecchiare e che ci possono aiutare a riflettere sulla nostra – racconta Cannavacciuolo – Quella della prima puntata di quest’anno è forse la storia che più mi ha toccato e mi ha dato qualcosa. Mi ha fatto pensare alla mia famiglia, ai miei figli, a cosa vuol dire per loro avere un papà così devoto al lavoro, e sono tornato a casa con uno spirito diverso”.

A proposito della sua famiglia, Cannavacciuolo rivela il segreto che gli permette di lavorare in armonia con sua moglie Cinzia: “Tra noi due c’è sempre stato grande rispetto, un rispetto dei ruoli, un rispetto all’interno della coppia. I risultati sono quelli che avete visto tutti: conquistare le tre stelle Michelin non è da tutti, in Italia ci sono 12 ristoranti con questo primato, nel mondo 110. Per noi è stato un riconoscimento bellissimo”. Un traguardo che, forse, ha ripagato il sacrificio più grande dello chef: “Per questo lavoro ho rinunciato alla mia gioventù, non ho potuto fare gli sbagli e le ca**ate che si fanno a vent’anni e un po’ me ne pento”.

Per Cannavacciuolo va avanti chi ci crede davvero

Tornando a Cucine da incubo, Cannavacciuolo spiega di avere il fiuto per chi, dopo il programma, riuscirà ad andare avanti nell’attività e chi invece si ritroverà peggio di prima. “Il segreto è la motivazione: quando si crede a quello che si fa e a dove si vuole arrivare, quando poi ci sono anche dei figli, dei giovani con tanta voglia di crescere, allora ce la si può fare. Quando, invece, si sottovaluta questa professione, quando ci si crede degli chef solo perché si sa preparare un piatto di spaghetti e due uova, non si arriva molto lontano”.

Come fare una spesa di qualità risparmiando

Una cosa che fa arrabbiare lo chef è sopratutto il risparmio sugli ingredienti: “In un ristorante è giusto e importante risparmiare quando si può, ma questo non deve andare a scapito della qualità delle materie prime. Spesso mi trovo a spiegare come fare una spesa risparmiando, ma senza rinunciare alla qualità: ricordo che una volta sono andato in un ristorante biologico che acquistava i prodotti bio al supermercato e non sapeva che a pochi chilometri di distanza c’era un agriturismo che produceva con agricoltura biologica. Acquistare dal produttore consente di eliminare il costo dei vari passaggi di filiera”.

Cucine da incubo: chef Cannavacciuolo in missione nei ristoranti in crisi da Novara a Palermo

In ogni episodio di Cucine da incubo, show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, chef Cannavacciuolo arriverà dunque nel locale per provare in prima persona il menù e valutare cibo e servizio, osserverà poi lo staff al lavoro e, in base ai problemi emersi, darà la sua consulenza, fornendo anche consigli per un nuovo menù.

Il locale sarà sottoposto a un make over totale, una ristrutturazione completa da compiere in tempi record, che darà un nuovo aspetto alla location per renderla più accogliente e funzionale, creando un’atmosfera diversa rispetto a quella del passato, finalmente a misura di cliente.

Dopo questi interventi, lo staff sarà poi pronto a ricominciare: con la passione per la ripartenza e la forza dei consigli ricevuti dallo chef, ma anche con la fondamentale consapevolezza degli errori passati, tutte le persone al lavoro in sala e cucina potranno tornare al lavoro, riaprendo le porte alla clientela.

Dopo la puntata di Novara, nei successivi episodi di “Cucine da incubo”, Antonino Cannavacciuolo sarà impegnato in altre missioni impossibili a Grottaferrata (Roma), Misilmeri (Palermo), Cologno Monzese (Milano), Colle Val d’Elsa (Siena), Bogliasco (Genova), Porto Cesareo (Lecce).

Il cibo del futuro: l’esperta racconta la tavola nel 2050

Il cibo del futuro: l'esperta racconta la tavola nel 2050

Ormai, anche in Italia, si parla di orti verticali o subacquei.

«Sì, perché siamo consapevoli che ci saranno sempre meno acqua e terra da coltivare. In mancanza di risorse, questi metodi di produzione, che non richiedono nulla se non quello di cui ha bisogno la pianta, sono dei modelli che vanno ben oltre il biologico».

Il passo successivo quale sarà?

«Esistono già coltivazioni, come i sistemi aeroponici e idroponici sviluppati per essere asettici, dove l’uomo non può entrare in quanto rappresenta un elemento contaminante. Le piante crescono solo con luce, acqua e i nutrienti necessari».

Sembra quasi eccessivo…

«No, se lo si trasporta in ambienti desertici e urbani o in situazioni extraterrestri: si pensa già allo spazio. Oggi si parla di orti subacquei in Italia, certo, ma in Giappone si usano da quarant’anni: è un preludio alla vita su altri pianeti».

Sulla sua tavola c’è un panettone: strano, vista la stagione.

«È un assaggio del futuro prossimo. Si tratta di un prototipo di quello che, per Pastiglie Leone, abbiamo ideato per il Natale 2022, con le nostre gelatine al posto dei canditi. Innovazione nella tradizione».

Perché ha deciso di rilanciare un marchio fondato nel 1857?

«Perché Luigi Leone è stato un grande innovatore della sua epoca. Pensi a un piccolo imprenditore che parte da una bottega e decide di servire uno zuccherino come digestivo, lo mette in latte ricaricabili e portatili, un’idea modernissima. Quella latta, rimasta uguale fino a oggi, è una piccola capsula nel tempo. Inoltre, le famose pastiglie di zucchero si producono ancora con le macchine industriali brevettate a inizio Novecento e sono addizionate con estratti puramente vegetali come quello di violetta, uno dei gusti da sempre più amati. Adesso si parla molto di foraging e di uso in cucina delle erbe spontanee, ma il futuro era già scritto».

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