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Quanti caffè al giorno si possono bere? Risponde l’esperto

La Cucina Italiana

Quanti caffè al giorno si possono bere? Questa domanda capita di farcela a fine giornata, magari se è stata una di quelle giornate particolarmente pesanti. Pur essendo una delle bevande maggiormente consumate e amate, non solo in Italia, il caffè fa bene solo se non si esagera nelle quantità – altrimenti i benefici in termini di lucidità mentale, concentrazione ed energia svaniscono e aumentano i disagi e i rischi per la salute. Come si dice, è la dose che fa il veleno. Ne abbiamo parlato con l’esperta biologa nutrizionista Maria Rosaria Baldi, che ci ha spiegato i pro e contro.

Quanti caffè al giorno si possono bere senza effetti collaterali?

I benefici del caffè sono tanti e non vanno sprecati esagerando. Del resto, oltre che essere un’abitudine consolidata, specialmente in Italia ha un valore di tradizione ed è anche un gesto conviviale. Quante volte avete invitato qualcuno per un caffè come scusa per fare due chiacchiere? È spesso il gesto di accoglienza spontaneo che ci viene naturale proporre a chi entra non solo a casa nostra, ma magari anche in ufficio o altrove. Di certo, è un appuntamento fisso (o quasi) a fine pasto. Quanti caffè al giorno si possono bere senza effetti collaterali si riassume in una quantità di circa 300 milligrammi, secondo le ricerche degli ultimi decenni:  «non producono alcun effetto negativo sull’individuo sano, anche per il suo importante potere antiossidante». In pratica, si parla di 4 o 5 tazzine di espresso, 3 o 4 di caffè fatto con la moka e 2 e mezzo di quello americano. 

Cosa succede se bevo troppo caffè?

1. Diventi più nervoso

«Il caffè è ricco di caffeina. Questa sostanza ha un effetto stimolante sul sistema nervoso e consumata in quantità massicce favorisce l’irritabilità», dice la nutrizionista Maria Rosaria Baldi. «Blocca infatti la produzione di adenosina, una molecola prodotta dall’organismo che fa sentire rilassati e stanchi. Allo stesso tempo è in grado di stimolare la sintesi degli ormoni dello stress, tra cui l’adrenalina, causando irritabilità, nervosismo, tachicardia, stati di agitazione e di ansia».

2. Potresti soffrire di insonnia

«In alcuni studi si è visto che l’assunzione di quantità massicce di caffè può non solo rendere difficile l’addormentamento, ma portare all’insonnia e ridurre quindi le ore di riposo per via della caffeina che, oltre a essere presente in questa bevanda, si trova in tante altre tra cui la cola e di cui spesso si abusa inconsapevolmente», dice la nutrizionista Maria Rosaria Baldi. Un abuso di caffeina riduce inoltre l’assimilazione del calcio che si assume con il consumo di latte, formaggi, rucola, mandorle e di tanti altri cibi. «Questo minerale è prezioso oltre che per la buona salute delle ossa e delle articolazioni, anche per il ritmo sonno-veglia».

3. Potresti avere problemi gastrointestinali

«Il caffè ha un effetto lassativo. Stimola la peristalsi e favorisce la regolarità dell’intestino. Il merito è sempre della caffeina che una volta arrivata nello stomaco sollecita la produzione di un ormone peptidico chiamato gastrina, fondamentale per la digestione», dice l’esperta. «Quando però si esagera con le quantità si potrebbero avere dei problemi di acidità di stomaco e dei disturbi intestinali». 

4. Ti senti più stanco

Paradossalmente, uno degli effetti immediati quando si beve troppo caffè è l’aumento della stanchezza. Avete presente la classica sensazione di spossatezza che vi coglie all’improvviso accompagnata spesso anche dal mal di testa se in una giornata esagerate con le tazzine? L’effetto energizzante del caffè infatti è solo temporaneo e man mano che se ne consumano in grandi quantità diminuisce. In pratica, più ne consumate più l’effetto tonico si riduce, mentre aumenta la voglia di berlo. «Il caffè contiene le metilxantine, sostanze stimolanti che sono in grado di influire sulla produzione cerebrale di neurotrasmettitori come la dopamina che alimentano il desiderio di consumarlo», dice la nutrizionista Maria Rosaria Baldi, che spiega cosa succede se bevi troppo caffè.

Cani al ristorante: quando possono entrare? Ecco le regole

La Cucina Italiana

Cani al ristorante: si o no? Dopo il recente via libera (o quasi) del governo all’ingresso degli amici a quattro zampe nei supermercati, sono in tanti a chiedersi se le stesse regole valgano anche per i locali aperti al pubblico. Del resto chi ha un cane lo lascia solo a malincuore e ogni volta che può lo porta con sé, specie nel tempo libero come quello trascorso fuori casa per cena o per pranzo. Contemporaneamente, proprio per questo, non è raro vederli accanto ai padroni in ristoranti e bar. È legale?

Cani al ristorante: quali sono le regole

Se il proprietario acconsente ad accogliere i cani al ristorante e ha rispettato le regole sì. È il proprietario del locale, infatti – in quanto titolare di un’attività privata e aperta al pubblico – a dover decidere anzitutto se ammettere o meno animali nel proprio locale. E, se decide di farlo, deve rispettare tutte le regole che garantiscano igiene e sicurezza alimentare: chiedere al padrone di tenere il cane al guinzaglio, di fargli indossare una museruola e fare in modo che – ovviamente – il cane non entri in cucina per non rischiare che venga a contatto diretto con gli alimenti.

Cosa dice il manuale Fipe sui cani al ristorante

La regola è chiara, ed è contenuta nel Manuale di Corretta Prassi Operativa della FIPE, la Federazione dei Pubblici Esercizi. Un manuale validato dal Ministero della Salute che già nel 2013 ha annullato – dove esistevano – gli effetti di regolamenti comunali restrittivi sul tema che imponevano ai vigili di fare multe ogni volta in cui si lasciava entrare un cane in un ristorante, in un bar, in una pasticceria o altri luoghi simili dedicati alla somministrazione di alimenti. Lo stesso manuale puntualizza poi che a fare eccezione sono solo i cani guida dei non vedenti: in questo caso non hanno l’obbligo della museruola e anzi, se la impone, il proprietario del locale è passibile di una multa, anche molto salata.

Quando non possono entrare i cani al ristorante

E se il proprietario non vuole che nel suo ristorante, ma anche bar o pasticceria (le regole, ripetiamo, sono le stesse) entrino cani? È liberissimo di farlo, la decisione del resto è solo sua. In questo caso, però, se ci sono specifici regolamenti comunali, come quelli vigenti a Roma e Milano, deve rispettarli: normalmente richiedere l’autorizzazione formale al divieto, mettere un cartello ben visibile in cui avverte che l’ingresso degli animali non è consentito, predisporre dei ganci per i guinzagli.

L’importanza del rispetto delle regole

Dunque sì, le regole sono – nella sostanza – le stesse che valgono nei supermercati: caso per caso, decide chi li gestisce se i cani possono entrare oppure no, assicurando comunque l’igiene alimentare e quindi la sicurezza dei cliente. E chissà che, proprio come sta succedendo in tanti punti vendita che si sono attrezzati persino con carrelli per portare gli amici a quattro zampe, in qualche modo anche nei ristoranti si possano disporre spazi per loro. O anche solo accessori per metterli comodi. Insomma, qualcosa che li faccia sentire a proprio agio durante una meritata uscita insieme a padroni.

Le novità per i cani al ristorante

Qualcuno ha anche cominciato a farlo, a dire il vero: le ciotoline per farli bere in città come Milano o Roma sono sempre più frequenti anche all’ingresso dei locali che non ne consentono l’accesso, e talvolta non mancano cuscini per farli accomodare. Nei ristoranti più esclusivi ci sono persino proposte culinarie ad hoc decisamente lussuose. Da Crazy Pizza, la catena di pizzerie di Flavio Briatore, ci sono ad esempio menù solo per cani: «premietti» o pranzi, a base di verdure e tofu oltre che di carne. Il tutto incluso nel conto, del padrone.

Cani al supermercato: possono entrare? Ecco la risposta

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Cani al supermercato: possono entrare? L’argomento è di grande attualità. Il ministero della Salute ha appena chiarito con ben due note come bisogna comportarsi, ricordando regole precise a noi padroni ma soprattutto ai gestori dei punti vendita. A dare l’input è stata la domanda di un cittadino che si è chiesto proprio se potesse portare il proprio animale domestico a fare la spesa. La risposta? In sostanza è «dipende». Dal supermercato, anzitutto.

I cani possono entrare al supermercato?

La regola generale, infatti, è che i cani non possono entrare in alcun modo nei luoghi in cui vengono somministrati alimenti per non correre il rischio che vengano compromesse igiene e sicurezza. I supermercati non fanno eccezione perché non sono esclusivamente un luogo di distribuzione (in cui, cioè, si vendono cibi confezionati). Nei supermercati, infatti, ci sono spesso anche laboratori di gastronomia, banchi pescheria o macelleria, e non di rado angoli dedicati ai cibi pronti da mangiare. Perciò, come ha chiarito Ugo Della Marta, Direttore Generale della Direzione per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione (DGISAN) del ministero della Salute: «Il tenore della normativa appare abbastanza chiaro, pertanto nei locali o aree laddove i cibi sono preparati, trattati o conservati l’accesso degli animali domestici dovrebbe essere impedito».

Capuski

Come comportarsi con un cane al supermercato?

C’è un però, come ha poi specificato il dirigente del ministero della Salute, anche in seguito alla richiesta di precisazioni (e qualche protesta) di diverse associazioni che operano per la tutela degli animali. Il responsabile della sicurezza alimentare è proprio il titolare del punto vendita, perciò è anzitutto lui (o lei) a dover garantire che gli animali non entrino in contatto con i cibi, per assicurare l’igiene. Per cui, scrive sempre  il ministero della Salute, «nei luoghi dove gli alimenti sono preparati, trattati o conservati è necessario che l’ operatore del settore alimentare predisponga procedure adeguate per tenere sotto controllo la presenza di animali infestanti ed impedire l’accesso agli animali domestici». Tradotto: se il supermercato lo consente, perché ha predisposto delle regole precise impegnandosi a farle rispettare, e misure idonee a garantire igiene e sicurezza in modo che gli animali non vengano a contatto con il cibo (come i carrelli dedicati, per esempio), i cani al supermercato possono entrare. Non fanno eccezione nemmeno i cani guida o quelli delle forze dell’ordine, come i cani antidroga.

Cani al supermercato: cosa dicono i regolamenti

Oltre a questo, intervengono anche i regolamenti comunali. Per esempio a Milano il il Regolamento per il benessere e la tutela degli animali del Comune, estendendo diverse tutele ai gatti, oltre che ai cani, obbliga gli esercizi commerciali a motivare l’eventuale divieto di ingresso agli animali con un cartello ben visibile all’entrata che scioglie sin da subito ogni dubbio. 

Cani al supermercato: le regole dei punti vendita

Finora le politiche intraprese sono diverse: c’è chi come Esselunga e Iper preferisce vietare l’ingresso ai cani proprio per via della natura stessa dei punti vendita che hanno laboratori in cui gli operatori preparano a vista vari tipi di pietanze e lavorano diverse materie prime. Altri invece hanno preferito un’altra strada: Carrefour, per esempio, da tempo ha previsto nella maggior parte dei punti vendita dei carrelli per cani, così come Conad che ha anche firmato un accordo con la la Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente. Il cambio di passo rispetto ai cani nei supermercati si deve infatti molto agli agli animalisti che hanno spinto affinché gli si consentisse l’ingresso. Il regolamento europeo, fermo peraltro al 2004, prescrive infatti l’assoluto divieto. 

L’importanza del buon senso

Non è prescritto, ma si presume che, regole a parte, prevalga sempre il buon senso: come stanno ricordando in queste ore anche diversi veterinari chiamati ad esprimere il proprio parere sul tema, meglio evitare di portare a fare la spesa un cane di grossa taglia o un po’ troppo vivace. Inoltre, per evitare spiacevole inconvenienti, sempre meglio tenere in borsa una museruola. 

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