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Ricetta Pizza con melanzane fritte

Ricetta Pizza con melanzane fritte
  • 300 g farina 00 (oppure 150 g integrale e 150 g farina 00)
  • 200 g farina Manitoba
  • 25 g olio extravergine di oliva
  • 10 g sale
  • 2 g lievito di birra essiccato
  • 250 g pasta per pizza
  • 130 g mozzarelline fiordilatte
  • 90 g pomodorini ciliegia
  • 60 g melanzana lunga
  • bottarga
  • origano fresco
  • passata di pomodoro
  • sale
  • olio extravergine di oliva
  • pinoli
  • olio di arachide

PER L’IMPASTO DELLA PIZZA
Mescolate le farine in una ciotola oppure nel cestello della planetaria, con il lievito secco; unite 300 g di acqua a temperatura ambiente e impastate. In seguito, aggiungete l’olio e, solo quando sarà completamente integrato, anche il sale.
Lavorate a lungo la pasta; se usate l’impastatrice, per almeno 5-6 minuti.
Formate infine una palla, fatela lievitare coperta per 30-40 minuti.
Allargatela quindi delicatamente con le dita e ripiegatela su se stessa rimboccando un’estremità sopra l’altra (foto 1), giratela sottosopra e formate di nuovo una palla (foto 2). Copritela e ponetela a lievitare in frigo per 12 ore.
Rilavorate la pasta e dividetela in tre parti uguali, formate con ciascuna una palla e fate lievitare su un piano appena unto di olio coperte con una ciotola grande. Lasciate lievitare per 40-50 minuti. Stendetele delicatamente con la punta delle dita allargandole fino a ottenere 3 pizze (foto 3); fate l’operazione su un piano, sulla pala o sulla carta da forno infarinati oppure direttamente nella teglia.

PER IL CONDIMENTO DELLA PIZZA
Condite 2 cucchiaiate di passata di pomodoro con 1 cucchiaio di olio e un pizzico di sale.
Tagliate i pomodorini in 4 spicchi.
Tostate 1 cucchiaio di pinoli facendo attenzione a non farli scurire.
Affettate la melanzana in rondelle sottili; friggetele in abbondante olio di arachide a 175 °C e scolatele su carta da cucina non appena saranno dorate.
Stendete la pasta per pizza in una teglia rotonda (ø 30 cm) di alluminio unta di olio; distribuitevi la passata, i pomodorini, condite con un giro di olio e infornate a 250 °C per 12 minuti; aggiungete le mozzarelline e cuocete per altri 6 minuti.
Sfornate e completate con le melanzane, i pinoli, ciuffetti di origano e bottarga grattugiata.

Ricetta: Joëlle Néderlants, Foto: Riccardo Lettieri, Styling: Camilla Giacinti e Beatrice Prada

La pizza brevettata e i Mask.Calzoni al vapore dello chef Max Alajmo

La pizza brevettata e i Mask.Calzoni al vapore dello chef Max Alajmo

Tre stelle Michelin e due brevetti per la pizza a tre stelle Michelin degli Alajmo. Leggera, sofficissima e poi ripassata in forno con un procedimento unico. Che oggi si assaggia a Venezia e nel campus innovativo di H-Farm

Pizza è la parola italiana più conosciuta al mondo, nonché il cibo più amato in cinque continenti. E checché ne pensino gli italiani, anche una dei piatti più creativi. Base di impasto e topping: la pizza in fondo è questa cosa qui, che la si faccia tonda o rettangolare, con o senza pomodoro, al forno o fritta. Max Alajmo la fa al vapore e l’ha persino brevettata.

Il brevetto della pizza

Da anni gli chef si interrogano sulla necessità e sul modo per proteggere le proprie creazioni, sia dal punto di vista delle dosi della ricetta che nell’aspetto estetico. Max Alajmo ci è riuscito prima registrando il brand legato al proprio nome come marchio e poi brevettando il procedimento frutto di anni e anni di lavoro per creare la pizza al vapore e il Mask.Calzone, registrati ufficialmente nel 2017. «Per la pizza al vapore siamo partiti dalla pizza napoletana, l’abbiamo concettualizzata e poi alajmazzata, attenti a una caratteristica sopra tutto: la leggerezza di ogni passaggio», spiega lo chef tristellato. «È una preparazione che abbiamo brevettato in ogni fase, dalla precottura alla prima cottura nel forno a vapore, fino al servizio al piatto. La percezione del gusto deve essere la conseguenza di tutto il lavoro che abbiamo sviluppato per rendere eleganti assaggi normalmente pesanti». Le pizze sono quindi piccole, pizzette, proposte sia in versione soffice che croccante.
Le ricette non si possono proteggere con il copyright, ma il processo di creazione invece sì, se è ben diverso e innovativo rispetto a quelli precedenti. Il caso ha fatto scuola sulle riviste di cucina, ma nel campo della pizza non è il solo brevetto e se ne ritrovano altri per rapida cottura e per la surgelazione della pizza napoletana. C’è pure un quindicenne trevigiano che nel 2021 di macchine per impastare la pizza ne ha brevettate addirittura due!

La pizza leggerezza a Venezia e da H-FARM

Dalle grandi creazioni come il Cappuccino di seppia o altri piatti iconici com il Risotto zafferano e liquirizia, lo chef ha reinventato anche la pizza: al vapore e «resa più leggera, salutare e gustosa grazie a una spolverata d’amore, uno sbuffo di vapore e una goccia di spirito veneziano». La pizza firmata Alajmo è veneta, come venete sono le pizze gourmet di Simone Padona e Renato Bosco che hanno rivoluzionato negli ultimi 10 anni il settore. Ma la pizza degli Alajmo è più precisamente di Venezia dove è stata aperta la prima pizzeria del gruppo, AMO; con design di Philippe Stark. AMO si trova ai piedi del Ponte di Rialto di Venezia, nell’atrio di uno spazio di rara bellezza, il rinnovato T Fondaco dei Tedeschi, e alla cucina degli Alajmo affianca le pizze e i cocktail firmati Lucas Kelm. Dopo una parentesi milanese, la pizza di Alajmo la si trova anche nel progetto J-FARM, la nuova joint venture tra H-FARM e i fratelli Alajmo per la gestione dell’offerta food di H-FARM Campus, il più importante polo dell’innovazione in Europa, a Roncade (TV), alle porte di Venezia. Da AMOR insieme ad hamburger, hot dog, insalate e preparazioni per la colazione in un locale molto spazioso per accogliere gli studenti e i lavoratori della farm, e anche da AL4, la nuova pizzeria immersa nella campagna di Ca’ Tron, a pochi minuti di distanza dove viene servita in tre tipologie: al mattone, in pala e in padellino. «Dopo la ricerca sulla pizza veneziana al vapore, studiata per AMOR, abbiamo deciso di dedicare attenzione e cura alla pizza “classica” con l’obiettivo di ripercorrere i nostri principi in ogni dettaglio», spiega Max. «Con la nostra squadra, che comprende Mattia, il pizzaiolo di AL4, stiamo giocando con farine, lievitazioni e farciture differenti alla ricerca del gusto e della leggerezza».

I Mask.Calzoni e I Mask.Calzoncini

Lo si chiama Calzone, a Napoli, panzerotto in Puglia, Mask.calzone e Mask.calzini per Massimiliano Alajmo, lo chef tre stelle Michelin che guida l’impero di famiglia. «Il Mask.Calzone nasce dall’idea di ottenere un calzone-pizza rispettato nelle varie fasi di fermentazione, maturazione, lievitazione, cottura e farcitura. A differenza del calzone classico però si ritrova un velo di pasta estremamente croccante e friabile all’esterno che ricopre una mollica alveolata e soffice pronta ad accogliere un ripieno aggiunto in una seconda fase di cottura (al forno) evitando così umidità superflua e cotture compromesse. Il risultato favorisce un’alta digeribilità oltre a una percezione puntuale dei singoli ingredienti». Mask.calzino è una piccola tasca soffice di lievitato in cui come in un cono viene inserita la farcitura: Genovese con ragù genovese, besciamella alla ricotta, cicoria selvatica e cipolla fritta; Hummus con crema di ceci e barbabietola, verdure di stagione e harissa; in una tasca rosa shocking e infine Salmone con impasto al curry ripieno di salmone irlandese affumicato, avocado, insalata romana e mela verde. 4€ nella nuova pizzeria appena inaugurata nel campus di H-Farm. Mask.calzone croccante invece è prima cotto al vapore e poi in forno (non viene né impanato né fritto) e arriva caldo con farciture tradizionali come la prosciutto e funghi saltati, bersciamella e spinacino, Napul’è con pomodoro, mozzarella, pesto, oppure alla golosa Amatriciana con impasto integrale, sugo all’amatriciana, cipolla caramellata, besciamella e scamorza affumicata.

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Ricerche frequenti:

Lingue di pizza

Misya.info

Le lingue di pizza sono semplicemente un modo diverso di servire quello che è forse il piatto più amato in tutto il mondo: sua maestà la pizza! Fondamentalmente, vi basterà preparare un qualsiasi tipo di pasta per pizza (ad esempio in questa occasione io ho optato per un impasto semi-integrale) e predisporre una farcitura a scelta, perché la differenza, in questo caso, la fa la forma. Invece della tipica pizza tonda da pizzeria o della comune teglia rettangolare di pizza fatta in casa, infatti, in questo caso le vostre pizze saranno allungate e ovali, a ricordare un po’, appunto, delle lingue. Le lingue di pizza ormai si sono diffuse molto nei bar, al posto (o insieme) ai più classici tranci. Per questa volta mi sono tenuta sul basic e le ho condite come una margherita, ma, come vi ho già accennato, sono versatili proprio come ogni pizza che si rispetti, e potete condirle come più vi pare 😉

Procedimento per preparare le lingue di pizza

Innanzitutto preparate l’impasto: sciogliete lievito e zucchero nell’acqua leggermente intiepidita e versatela al centro delle 2 farine, precedentemente unite tra loro.
Iniziate a impastare, quindi incorporate anche sale e olio e lavorate fino a far incordare l’impasto.

Lasciate riposare il panetto in un posto caldo per almeno 3 ore o fino al raddoppio.

Nel frattempo, sminuzzate i pomodori e conditeli con sale e olio; a parte, tagliate la mozzarella e lasciatela asciugare un po’ in frigorifero.

Quando l’impasto sarà almeno raddoppiato, sgonfiatelo leggermente con le mani infarinate e dividetelo in 6 pezzi più o meno uguali tra loro.

Con le mani allungate i pezzi di impasto a formare delle lingue lunghe circa 15 cm, disponendole sulla teglia rivestita di carta forno, e fate riposare per 30 minuti.
Condite con il pomodoro, lasciando i bordi puliti, poi cuocete per 7-8 minuti a 250°C, in forno ventilato già caldo, premurandovi di posizionare la teglia nella parte bassa del forno.

Tirate fuori la teglia, aggiungete la mozzarella e cuocete ancora per 5-6 minuti, premurandovi stavolta di posizionare la teglia nella parte medio-alta del forno.

Le lingue di pizza sono pronte, potete mangiarle calde, tiepide o anche fredde.

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