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Tartufo “gioiello” da 1kg e 33grammi a NYC

La Cucina Italiana

Se lo aggiudica un altro italiano, ben noto e assai stimato da queste parti: lo Chef Giuseppe Bruno, padrone di casa di due autentici musei di Upper East Side, i ristoranti Sistina e Caravaggio. Teatro di incontri delle élite americane di politica, diplomazia e cinema, con clienti habitué che fanno davvero girare la testa: da Obama a Trump a Clinton a Biden, dal segretario generale delle Nazioni Unite Guterres al segretario di Stato Usa Blinken, dal “James Bond” Pierce Brosnan al “Soldato Jane” Demi Moore, passando ancora per mezza Hollywood. Titolare di una cantina da milioni e milioni di dollari, il primo a esporsi, anche economicamente, per un’operazione del genere.

Chef Bruno e Nunzia davanti al “gioiello” (ph Luca Marfé)

Lo ostenta fiero, mentre posa sorridente accanto a “Nunzia Truffle”, e si domanda un po’ come diavolo tagliare un meraviglioso mostro del genere. Che di certo non c’entra nelle tradizionali e troppo piccole affetta tartufi cui…noi comuni mortali siamo abituati.

È l’Italia che brilla, che trionfa.

Da una parte, è il mondo del tartufo che cambia. Specie nei meccanismi, anche digitali e social, degli acquisti alla fonte. Con i cercatori che, grazie a tecnologie avanzate, a gps che tracciano i percorsi, e a cani super addestrati, arrivano a pezzi importanti e unici, cavandoli addirittura integri. E con gli stessi cercatori che, giusto un attimo dopo, roba che più fresco di così è oggettivamente impossibile, sono in grado dal più remoto angolo di bosco di raggiungere i grattacieli di Manhattan con una foto e con un click, e dunque di vendere. L’online non più a senso unico, insomma, ma inteso come una sorta di doppio senso, di cambio generazionale, inoltre, di cui peraltro molti “vecchi” del settore, ancora ancorati a certe logiche più lente, non sono propriamente entusiasti.

Dall’altra, è lo Chef che riceve, che si porta a casa un gioiello in una manciata di ore. È, tanto per essere ancora più chiari, la ristorazione ai suoi massimi livelli. Con una qualità e con una freschezza entrambe eccellenti, e con una cornice da sogno, tra Matisse appesi ai muri e una New York puntualmente inarrivabile e unica al mondo.

È il sorriso di Nunzia. Con i suoi guanti neri, come una sorta di Eva Kant, affascinante ma onesta, pronta già per il suo prossimo…colpo.

La zuppa di pesce (italiana) come la fanno a NYC

La zuppa di pesce (italiana) come la fanno a NYC

L’idea da copiare… da un ristorante di Brooklyn. L’Antica Pesa di Francesco Panella prepara piatti tipicamente italiani, presentati in chiave gourmet. Ma facilissima da replicare

Negli anni novanta l’avrebbero chiamata “zuppa di pesce scomposta” perché gli ingredienti vengono cucinati separati, per essere assemblati nel piatto. Ma non per un vezzo estetico, bensì per lasciare al pesce io proprio sapore e la giusta consistenza e fare in modo che il pane non si sfaldi. La tradizione italiana è tutta nel piatto, ma avere una trattoria non significa per forza essere pressapochisti! In Italia pensiamo un po’ di sì, che casalingo sia sinonimo di tradizione e che tutto ciò sia servito con una mestolata sia necessariamente più buono. I fratelli Panella però, sia a Roma che a New York hanno dimostrato il contrario.

Il loro ristorante si chiama Antica Pesa ed è uno dei ristoranti storici della Capitale. Dal 1922 nel cuore di Trastevere, è gestito dalla famiglia Panella, che l’ha trasformata da osteria di quartiere a ristorante affermato in tutta la città. I Panella sono ora alla quarta generazioni, quella di Simone, in cucina, e di Francesco, i fratelli che hanno portato l’Antica Pesa sino a New York. Nel 2012 infatti hanno aperto a Brooklyn e nel 2019 Feroce, concept restaurant aperto dal mattino alla sera all’interno dell’hotel Moxy NYC Chelsea.

A Roma e New York il menu segue la grande tradizione romana: trippa alla romana, spaghetti cacio e pepe, saltimbocca e tutto il repertorio, con qualche piatto classico e qualcuno rivisitato in una chiave contemporanea nelle presentazioni e in qualche abbinamento. Si mangia orgogliosamente italiano e una cucina italiana di oggi. Come questa zuppa di gamberi, calamari, seppie e polpo servita con pane tostato e finita al tavolo con brodo di pomodorini e basilico.
Questo tradizionalmente verrebbe preparato cuocendo i pesci tutti insieme, ma per evidenziare il profilo aromatico individuale di ogni varietà di pesce, vengono cucinati singolarmente anziché insieme tutti nella stessa pentola. Ciò consente a ogni pesce di mantenere la consistenza e sapore.

Ecco la ricetta, direttamente dalla Grande Mela

Ingredienti per 4 persone

10 gamberi
1 branzino
1 polpo
5 calamari
5 seppie
10 ml di colatura di alici
1 kg di pomodoro San Marzano
1 cipolla
Basilico qb
vino bianco
fette di pane tostato

Procedimento

Prepara il brodo facendo cuocere pomodori, cipolla, basilico e vino bianco, lasciandoli sobbollire per almeno mezzora. Alla fine, aggiungi la colatura di alici.
Cuoci ogni pesce singolarmente nel brodo, in modo da rispettare i tempi di cottura di ogni pesce. Mano a mano, aggiungi i pezzi di pesce in una pentola separata e mantieni il brodo separato. Al momento di servire, posiziona un pezzo di pane tostato molto croccante, disponici sopra i pezzi di pesce cotti e versaci sopra il brodo.

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