Tag: nuove ricette di cucina

Countdown cupcakes – Ricetta di Misya

Countdown cupcakes - Ricetta di Misya

Innanzitutto preparate le tortine: tritate grossolanamente il cioccolato e scioglietelo a bagnomaria (o in microonde).

Montate il burro con lo zucchero e il sale, poi incorporate prima l’uovo, poi latte e cioccolato, infine farina, cacao e lievito setacciati.

Distribuite il composto negli stampini rivestiti di pirottini, cercando di livellare la superficie, e cuocete per 15-20 minuti in forno statico preriscaldato a 180°C, infine sfornate e lasciate raffreddare completamente.

Nel frattempo preparate gli Oreo decorativi, aprendoli a metà e scrivendo sulla crema bianca con il cioccolato fuso numeri e lancette in modo che si legga che mancano pochi minuti alla mezzanotte, poi lasciate solidificare.
(Le altre metà dei biscotti, senza crema, potete sgranocchiarle o conservarle per altre ricette.)

Preparate il frosting montando il mascarpone con zucchero e vaniglia.

Infine decorate le tortine con frosting (aiutandovi con una sac-à-poche dal beccuccio a stella), zuccherini dorati e i vostri orologi.

I countdown cupcakes sono pronti, non vi resta che conservarli a temperatura ambiente (o in frigo, se avete il riscaldamento alto) e servirli poco prima di mezzanotte.

Fritti di Natale, dolci e salati: 25 ricette

La Cucina Italiana

Sale e zucchero Sono igroscopici, cioè richiamano l’acqua contenuta nei cibi. Per evitare che questa inumidisca la crosticina, afflosciando il fritto, conviene salare o zuccherare all’ultimo momento.

Friggere: cos’è il punto di fumo?

La temperatura oltre la quale un grasso comincia a deteriorarsi si chiama “punto di fumo”: il grasso si decompone e comincia appunto a fumare, liberando odori acri e rilasciando sostanze nocive e di gusto sgradevole. I grassi vegetali cominciano a fumare intorno ai 230 °C, quelli animali già a partire dai 130 °C. Quando si sceglie il grasso di cottura, quindi, bisogna tenere in considerazione il suo punto di fumo, oltre alle sue caratteristiche di sapore.

Friggere in olio o burro?

Olio di oliva e di semi: Tra i grassi sono i più stabili, il più affidabile per una buona frittura è l’olio di arachide, stabile e purificato dalla lavorazione industriale. Anche migliore è l’olio di oliva, perfino l’extravergine: attenzione a sceglierne uno di gusto leggero e senza residui. L’olio è indicato per tutte le fritture, soprattutto per le verdure e il pesce.

Burro: Quello naturale è il grasso più deteriorabile tra tutti: le proteine che contiene (caseina) cominciano a bruciare già a 130 °C. Si può però utilizzare il burro chiarificato, privato cioè di acqua e caseina, che si comporta in cottura quasi come l’olio. È indicato soprattutto per la carne.

Strutto: Il grande Escoffier sosteneva che fosse l’ideale per friggere perché, tra i grassi animali, era il più resistente al calore. Oggi, si sceglie questo grasso, che ha un punto di fumo di circa 190 °C, quando si vuole rendere più saporiti fritti tradizionali come frittelle, chiacchiere e gnocco fritto.

Gli strumenti giusti per friggere

Per una perfetta frittura anche gli strumenti sono molto importanti. Le pentole, innanzitutto, devono essere di un materiale che conduca bene il calore, cioè di ferro o di acciaio. La tipica padella da frittura si chiama “bassina” ed è una pentola di ferro con due manici, leggermente svasata. Importantissimo è anche il termometro che serve a controllare le temperature del grasso: con una friggitrice elettrica si può farne a meno, perché la macchina è dotata di un termostato che mantiene l’olio a una temperatura costante. Per scolare i fritti si possono utilizzare la schiumarola o il ragno; utile anche il cestello, che consente di scolare velocemente molti piccoli bocconi tutti insieme.

La temperatura ideale per friggere

Il grasso non deve mai scaldarsi al punto da “fumare”. Inoltre, il cibo fritto deve essere dorato fuori e cotto all’interno: se un alimento richiede una cottura più prolungata, la temperatura del grasso va mantenuta più bassa, altrimenti il cibo si brucia in superficie senza cuocere al cuore. Se il grasso è troppo freddo, invece, il fritto sarà molle e unto.

Ecco le nostre ricette per i fritti di Natale:

Fritti di Natale, dolci e salati: 25 ricette

Capricorno, le sue ricette preferite | La Cucina Italiana

Capricorno, le sue ricette preferite
| La Cucina Italiana

I nati sotto il segno del Capricorno sappiate che in cucina sono molto, ma molto esigenti. Qui abbiamo a che fare con un segno zodiacale di Terra, quindi grande estimatore del cibo ma anche saturnino perciò abilissimo nella critica, nel controllo e nell’efficienza. Per il Capricorno il cibo è una cosa seria e deve essere preparato ad arte: la fretta non è mai buona consigliera. Così, se si dovesse trovare a scegliere per necessità un piatto veloce, propenderebbe per l’eccellenza e l’essenziale persino nel panino. Francesino caldo e prosciutto crudo: nessuno piò avere nulla da obiettare.

Il Capricorno a tavola

Al Capricorno in cucina piacciono i sapori intensi, decisi e determinati; proprio come lui. Altrimenti preferisce astenersi del tutto! E anzi adora gli ingredienti di ottima qualità, dei quali è un estimatore e ricercatore. Potreste trovarlo il sabato mattina presto dal macellaio di fiducia per prendere quel perfetto pezzo di carne da far cuocere tutto il giorno fino ad ottenere un brasato doc.

Insomma le insalate, i piatti freddi, gli assaggini, qui potete proprio scordarveli. Si vada di polenta coi funghi, oca ripiena, coniglio in porchetta e trippa alla romana. Per farvi alcuni esempi. Il palato deve essere stimolato al massimo e i sapori avvolgere anche la mente. Qui siamo di fronte ad un segno zodiacale che adora le esperienze intense, anche a tavola.

Un’altra cosa che il Capricorno ama sono i cibi che prevedono una lunga e lenta cottura della quale spesso si occupa personalmente. Saturno, infatti, il pianeta che lo domina, è il dio del tempo Kronos. Nessuna fretta quindi per preparare il caciucco, la ribollita, il baccalà alla vicentina o il ragù napoletano. Anzi, dato che il perfezionismo (qualche volta un po’ pignolo) è una delle sue caratteristiche, si diletterà a fare ricerche approfondite sulle ricette tradizionali infilandosi anche nei dibattiti sui forum on line. Qui nulla è lasciato al caso.

Infine, non dimentichiamocelo, se al dolce spesso può rinunciare senza troppa sofferenza, si concentrerà di certo su quello che versa nei bicchieri. Dai vini rossi corposi e importanti fino ad un dopocena di whisky d’annata magari con qualche scaglia di cioccolato fondente. Di nuovo, per stare leggeri avrete tutto il resto della settimana.

Proudly powered by WordPress