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Ferma tovagliolo commestibile – Ricetta di Misya

Ferma tovagliolo commestibile - Ricetta di Misya

Innanzitutto preparate l’impasto: sciogliete zucchero e lievito nel latte e unitelo alla farina, quindi aggiungete anche burro a pezzetti e sale e lavorate fino ad ottenere un panetto omogeneo.
Coprite la ciotola con pellicola per alimenti e lasciate lievitare per almeno 2 ore o fino al raddoppio.

Nel frattempo prendete dei tubolati e abbinateli a 2 a 2 avvolgendoli con carta di alluminio, in modo da ottenere delle formine larghe e schiacciate.

Riprendere l’impasto ormai ben lievitato e sgonfiatelo con le mani sul piano di lavoro infarinato.
Dividete l’impasto in 9 parti più o meno uguali tra loro, quindi dividete ognuna di esse in 3 parti uguali, sagomateli creando dei salsicciotti e intrecciateli per creare delle normalissime trecce.

Chiudete le trecce intorno ai tubolari, posizionate le ciambelle sulla teglia rivestita di carta forno e lasciate lievitare ancora per 1 ora in un posto caldo, coperto con pellicola.

Infine spennellate con uovo sbattuto, decorate con i semini e cuocete per circa 15 minuti o fino a doratura in forno ventilato preriscaldato a 200°C, quindi sfornate e lasciate raffreddare completamente prima di sfilare i tubolari.

Il ferma tovagliolo commestibile è pronto, non vi resta che portarlo in tavola.

Il professor Montanari e la candidatura della cucina italiana all’Unesco: «Non è solo una questione di ricette»

La Cucina Italiana

Magari litigando su piccole modifiche nelle ricette?
«Ci si confronta, al limite si litiga, ma si condivide. Parliamo di biodiversità culturale, di cultura immateriale. Non stiamo parlando di prodotti, di ricette, anche se in questo senso le ricette sono già patrimonio mentale, relativamente immateriale. Dal punto di vista metodologico è importante il modo in cui si è formato l’insieme della cucina italiana, non come somma, ma piuttosto integrazione, moltiplicazione. Questa è la cifra distintiva che merita di essere proposta perché rappresenta anche al di là del tema cucina un modello di condivisione e di non imposizione».

Quindi la cucina italiana come valore universale: perché unisce, identifica, dà senso al cibo e quindi al rapporto con la natura, il paesaggio, il territorio; rappresenta un modello esemplare di coesione fra uomo e ambiente.
«Qui entriamo nel secondo tema, quello della sostenibilità. La ricerca storica dimostra che la componente popolare della cucina italiana ha avuto un ruolo importante, decisivo. Le minestre, la pasta, le verdure, i legumi, indicano una radice popolare forte e quindi grande attenzione all’uso delle risorse, all’esigenza di non sprecare. Pratica che è diventata patrimonio comune degli italiani, anche nell’alta cucina che ha ripreso e rielaborato questi modelli».

Così oggi, ma così anche nel passato.
«Certo: intendiamo la cucina non come patrimonio elitario, ma di tutti i ceti. Lo stesso gusto – pensiamo al quinto quarto amato da papi e nobili quanto dal popolo – nasce come abitudine a mettere a frutto tutto. Il gusto è costruzione culturale».

Lei usa la parola sentimento dei luoghi.
«Mi piace chiamarlo così, perché proprio alla cucina gli italiani hanno affidato l’espressione della propria identità collettiva. Al di là dei singoli prodotti o delle singole ricette, è il rapporto col cibo (intenso, profondo, pieno di significati sociali oltre che di straordinarie tecniche e saperi) a caratterizzare gli italiani, tutti. Non c’è altro popolo che, come gli italiani, sappia rappresentare sé stesso, la propria vita, la propria storia parlando di cibo».

Un esempio sono i quaderni dei soldati italiani al fronte o prigionieri durante la Prima guerra mondiale che ricordano il cibo di casa.
«In quei momenti non c’era uno che si metteva in cattedra, c’era uno scambio reciproco, un racconto collettivo, nulla a che vedere con la ricchezza o la povertà di ciascuno. Un fatto identitario collettivo, più importante della dimensione politica».

Insomma, cucina è cultura.
«Lo è in tutte le fasi del percorso che porta dalle risorse al piatto. È cultura quando si produce, quando si trasforma, quando si conserva, quando si condivide il momento del pasto, arricchendolo di valori extranutrizionali, cioè di profonde valenze sociali».

Intervista di Carlo Ottaviano

Asparagi in padella: i consigli per farli perfetti

La Cucina Italiana

Gli asparagi in padella sono il contorno perfetto in primavera. Sapete come cuocerli in padella? Ecco i nostri consigli per raggiungere la cottura perfetta: croccanti fuori e teneri all’interno!

Come pulire gli asparagi

Partiamo dalle basi e cioè dalla pulizia degli asparagi.  
Per prima cosa vanno lavati e asciugati e poi si eliminano le parti più dure del gambo, che però non vanno buttate perché possono servire per molti usi, ad esempio per insaporire un brodo per un risotto agli asparagi.
Poi si possono tagliare in più parti, oppure lasciare interi. Per cuocerli in padella vi suggeriamo di tagliarli a pezzetti più o meno delle stesse dimensioni.

Bisogna bollirli prima di passarli in padella? 

Per cuocere in padella gli asparagi non è necessario sbollentarli prima, soprattutto se sono teneri, piccoli e freschi.
Potete comunque farlo se vi piacciono particolarmente morbidi o se volete utilizzarli per condire per esempio una pasta e volete frullarne una parte per fare una crema.
Se decidete di scottarli in acqua bollente fatelo solo per pochi minuti, al massimo cinque.
Altrimenti tagliateli e cuoceteli direttamente in padella con l’olio, e se vi piace uno scalogno tritato.

Contorni con asparagi

Se volete rendere un contorno di soli asparagi un po’ più ricco aggiungete altre verdure.
Qualche esempio? Un tocco di colore con i pomodorini che aggiungono anche una nota di acidità al retrogusto amarognolo e ferroso degli asparagi.

Oppure zucchine e piselli per un piatto molto primaverile e super green.
E prima che la stagione di broccoli e cavolfiori finisca approfittatene perché con gli asparagi stanno benissimo. Se amate le spezie arricchite tutto con un po’ di curry.

Tutte le verdure che abbiamo menzionato possono essere cotte direttamente in padella da crude con gli asparagi, ricordate però di tagliare tutto delle stesse dimensioni.

Il classico abbinamento con gli asparagi in padella è con l’uovo al tegamino o in camicia. Un piatto unico leggero, facile e veloce!

Asparagi in padella

Asparagi: 4 consigli facili

Ricerche frequenti:

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