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Cose vedere e dove mangiare fra colline le lucchesi

Cose vedere e dove mangiare fra colline le lucchesi

Piccoli viaggi: torna l’appuntamento bisettimanale con la serie di ricordi e consigli di viaggio della nostra redazione. Vi accompagneranno per tutto il mese di luglio, con tanti suggerimenti sui luoghi da visitare e… da assaggiare! Oggi si va in Toscana: a Vetriano #EstateItalianaLCI

Prima o poi tutti quelli che vengono con me a trascorrere un fine settimana nella mia casa in Toscana finiscono per farmi la stessa domanda: «Ma come ha fatto tuo nonno a trovare questo posto?».
“Questo posto” è Vetriano, un piccolo borgo in pietra sperduto tra i boschi delle colline lucchesi, un tempo rifugio di partigiani, nemmeno segnato sulle carte stradali. Il racconto è complicato e tocca buona parte della storia di famiglia. Fatto sta che rimane anche per noi un po’ un mistero come mio nonno ci sia potuto capitare, tornante dopo tornante, e pensare addirittura di comprarci casa, nel 1973. Sono stata qui per la prima volta quando avevo tre mesi e da allora Vetriano è stato prima il teatro delle mie avventure estive di bambina e poi il buen retiro per rilassarsi, isolarsi, divertirsi con gli amici.

A proposito di teatri: il nome del borgo ha iniziato a circolare proprio per via di uno di essi, il Teatrino di Vetriano, che, grazie al Fai, è ritornato all’antico splendore nel 2002, ed è oggi conosciuto come il teatro pubblico più piccolo del mondo. Misura 71 metri quadrati e ha una capienza di 85 posti, balconate comprese. Fu inaugurato nel 1890, a seguito della donazione di un fienile da parte di un paesano benestante alla comunità appassionata di teatro. Merita senz’altro una visita e non lo dico solo per ragioni di cuore: nel 2003 ha vinto il premio di architettura teatrale per il miglior restauro filologico, insieme alla Fenice di Venezia.

Il mistero di Vetriano

E se questa notizia non dovesse bastare, tenete presente che a pochi passi c’è l’ottimo e casalingo ristorante Il Guerriero (tel. 0583358163), dove potrete assaggiare alcune specialità della cucina lucchese, come i tordelli, e piatti a base di funghi porcini che in zona crescono a bizzeffe (quelli trifolati con la mentuccia spontanea per me sono come la madeleine di Proust, ma anche quelli fritti non scherzano).

Già che siete qui fate un salto al paesino successivo, Colognora, dove poi finisce la strada asfaltata e, per me bambina, il mio spazio di mondo estivo. Mi infastidisce dirlo, perché tra i due paesi c’è sempre stata una sorta di competizione alla toscana, ma Colognora è più carino di Vetriano, tanto che ha conquistato anche il regista americano Spike Lee che vi ha girato il film Miracolo a Sant’Anna (come Spike Lee abbia potuto trovare Colognora rimane un mistero al pari di quello di mio nonno). Visitate il Museo del Castagno, una raccolta di attrezzi e di storie sulla vita delle gente di queste parti, per cui il castagno era quasi l’unica fonte di sostentamento, sia per il cibo sia per il legno: riuscivano a fare cose incredibili, piccoli capolavori dell’ingegno contadino.

Se la vostra gita di un giorno si dovesse allungare a un intero weekend, vi lascio altre suggestioni e posti del cuore: il selfie perfetto si fa ai piedi del ponte del Diavolo (conosciuto anche come ponte della Maddalena) nel comune di Borgo a Mozzano. Dopo la foto di rito, provate a scalarlo per verificare la vostra forma fisica. Se è ora di merenda (meglio ancora di aperitivo), fate un salto al Vecchio Mulino di Castelnuovo di Garfagnana, una bottega con un’atmosfera magica, che serve e vende squisitezze lucchesi, con in testa un pane e una mortadella tagliata a coltello memorabili. Per festeggiare un’occasione speciale, fate come noi: prenotate un tavolo al Butterfly, ristorante stellato di Marlia, dove si mangia soprattutto pesce in arrivo dalla vicina Versilia.

Non può mancare, infine, un suggerimento per il vino. In Lucchesia da qualche anno è nato un piccolo e promettente distretto di viticoltori biodinamici. Sono tutti bravissimi ma il mio preferito è Podere Concori; il suo Melograno Rosso, che produce da una vecchia vigna di Syrah, è il vino che di solito accompagna la carne alla brace che cuciniamo nel grande camino in pietra di casa.

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