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le sue ricette preferite | La Cucina Italiana

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Eccoci a parlare del segno zodiacale del Sagittario e di come vive la cucina, la tavola e il cibo. il Sagittario è il terzo dei segni di fuoco che, come elemento, ha a che fare con la sicurezza di sé, l’estroversione e il coraggio. Parliamo di segni con una forte personalità e con un grande amore per il cibo al quale viene sempre dedicata grandissima attenzione.

Il Sagittario è il segno zodiacale dominato da Giove, il pianeta della chiacchiera, della convivialità, dell’abbondanza e della felicità. Per questo il Sagittario è sempre circondato di amici e la sua tavola non è (quasi) mai apparecchiata per uno. Una delle sue grandi passioni sono i viaggi: è così curioso che ricerca nei paesi lontani esperienze e conoscenze sempre nuove. A questo punto abbiamo sufficiente materiale astrologico per capire quali siano le caratteristiche del Sagittario in cucina.

Il Sagittario in cucina

Adora tutti i sapori etnici: spezie, piatti tipici che vengono da lontano e combinazioni inusuali. Dal cous cous di pesce fino all’hummus o alla zuppa di barbabietola e latte di cocco, il Sagittario ama provare cose che non conosce, meglio se hanno una storia da raccontare. Anzi, è così creativo che può anche mischiare materie prime di provenienze diverse come il roast beef con salsa di coriandolo o le capesante con peperoni allo zenzero.

L’importante con un Sagittario è non essere scontati, schizzinosi o troppo legati alle tradizioni. Anzi, tradizioni sì ma universali. La prima cosa che fa un Sagittario atterrato in un nuovo paese è infilarsi in un ristorante tipico e poi, subito dopo, cercare le ricette su internet per rifarle subito tornato a casa. Per questo la sua cucina è sempre ricca di barattolini contenenti specialità che vengono da tutto il mondo.

Ad esempio: avete mai provato una cena eritrea? Il cibo si mangia con le mani da un unico piatto messo al centro della tavola. Il Sagittario è attratto da esperienze del genere che creano subito confidenza tra le persone che sono alla stessa tavola.

Infine, se avete un amico o un compagno del Sagittario lo sapete già: lui ha sempre una cantinetta ricca di vini e diverse birre in frigo non tanto per sé quanto per gli ospiti. Se vi fermate a casa sua per più di dieci minuti è sicuro che vi inviterà per un aperitivo, qualsiasi ora sia.

Il nuovo modello biologico arriva dalla Danimarca

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Parliamo del modello biologico danese. La Danimarca non ha bisogno di presentazioni: è terra ormai più che nota in ambito ristorativo. Paradossale in quanto 20 anni fa mai si era sentito parlare della Danimarca o Copenhagen come meta gastronomica. Diciamo che non si distingue per la sua biodiversità e varietà di prodotti, sicuramente, però, è una terra che si è fatta conoscere per la sua predisposizione all’innovazione e per la visione al futuro. La prima pietra miliare è stata posta dal New Nordic Kitchen Manifesto, che ha messo nero su bianco i fondamenti dell’alimentazione globale, nonché gli odierni principi base del concetto di sostenibilità alimentare: dalla stagionalità allo spreco alimentare, senza trascurare il benessere alimentare. Chi ha portato in tavola per la prima volta questi aspetti è stato l’illustre Renè Redzepi con il suo Noma a Copenhagen. Di lui tutto si può dire tranne che non sia stato e sia tutt’ora un’avanguardista.

Nelle sue cucine si sono riscoperti ingredienti locali come cacciagione, alghe, muschi, funghi, licheni, bacche selvatiche, insomma tutto quello che concerne il prendere risorse dall’ambiente circostante, come il foraging. Oggi la Danimarca conta 29 ristoranti stellati. E il Noma è stato votato, per ben cinque volte, il miglior ristorante nel mondo nella classifica World’s 50 Best Restaurant. La New Nordic Cuisine ha quindi influenzato il mondo intero, ispirato gli chef di tutto il pianeta e riportato sulle tavole l’uso di prodotti biologici, a km zero, il no waste, la stagionalità e la sostenibilità della cucina. 
Come mai questo fenomeno arriva proprio dalla Danimarca? Quali sono le basi e gli esempi su cui si poggia questo paese?

Questo tema è stato al centro del discorso durante un evento tenutosi a Milano presso Horto Ristorante e organizzato da Danish Agriculture & Food Council, VisitDenmark, il Trade Council della Reale Ambasciata di Danimarca, che hanno portato come modello e caso studio le aziende biologiche Fatdane, Thise, The Good Food Group, Naturmaelk. Una case history internazionale di transizione biologica, oggi uno dei punti di forza dell’alimentare danese, all’avanguardia in un mondo che richiede sempre più prodotti alimentari sostenibili.

Il modello danese per il biologico a cui ispirarsi 

Il successo del modello danese è frutto di diversi interventi applicati da oltre 30 anni. Questo risultato si è ottenuto quindi grazie alla collaborazione tra Stato, produttori, catene di supermercati e aziende alimentari che, insieme, hanno reso accessibili i prodotti biologici, aumentando la domanda dei consumatori. Attualmente il 12% dell’area agricola in Danimarca è coltivata a biologico. Insieme a questo la Danimarca è stato il primo paese al mondo ad aver introdotto regole per la produzione biologica. L’etichetta BIO danese (marcata con la Ø) esiste infatti dal 1989. È così che lo spirito cooperativo accomuna tutti gli attori dell’intera catena del valore.

ricette e idee mono porzioni, ma multi gusto | La Cucina Italiana

ricette e idee mono porzioni, ma multi gusto
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Mai sentito parlare del Giorno dei Single, ovvero il Single Day? E’ la giornata dedicata ai single, che ovviamente si celebra l’11 novembre, ovvero la data 11/11 composta da quattro volte 1 – la singletudine alla massima potenza! Le origini del Single Day sono lontane da noi, ma avendo acquistato anche un significato commerciale (quasi una sorta di pre Black Friday), sta prendendo piede anche in Europa. Nasce in Cina dall’iniziativa intrapresa dagli iscritti all’Università di Nanchino, per poi diffondersi nelle altre zone del Paese, con eventi speciali vietati alle coppie – in primi il karaoke, grande passione orientale. E se noi la prendessimo come occasione per parlare di cosa cucinare se si è single?

Le nuove abitudini da single

Basta andare al supermercato per accorgersi come il mercato delle mono porzioni sia sempre più forte a dispetto delle confezioni famiglia. Le nuove generazioni amano sperimentare e preferiscono quindi ingredienti in confezioni monodose, ad esempio. Questo sottolinea come siano cambiate le abitudini alimentari in Italia, che secondo i dati Nielsen 2019 vedono gli snack in crescita del 3%. Oltre alla diminuzione del numero di persone per famiglia, c’è anche un discorso di controllo nell’assunzione di calorie e di lotta gli sprechi alimentari.

Cosa cucinare se si è single?

Non c’è piatto che non si possa preparare per una sola persona, non c’è nessun limite al voler godere di un’ottima pietanza. Suvvia, non limitiamoci alla fettina panata, lanciamoci in mono porzioni! Si possono frazionare le porzioni con confezioni ad hoc come la cocotte o la coppetta, ad esempio. E se si cucina la ricetta per intero, si possono mettere in congelatore le porzioni extra e tirarle fuori all’occorrenza – un bel risparmio di tempo e di denaro! Pensiamo a panini con hamburger sfiziosi, cheesecake deliziose, budini, zuppe, tiramisù… insomma, lasciamo andare la fantasia!

Ecco le nostre 25 idee per il Giorno dei Single da cucinare tutto l’anno:

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