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Marche: la storia e la ricetta della minestra imperiale

Marche: la storia e la ricetta della minestra imperiale

Ha bisogno di molta cura, di tempo e di un sacco. La minestra colorata, come si dice fra gli amici, ma più correttamente la minestra imperiale, è una antica tradizione della cucina marchigiana

Nelle Marche si prepara ancora un piatto che già dal nome vi dà un’idea della sua importanza: la minestra imperiale, o colorata per gli amici. «Un tempo si faceva per i matrimoni, ora non ci si sposa più e quindi al massimo si fa per i compleanni». Ci racconta così Emidia, per tutti Mimina di Montalto Marche, in provincia di Ascoli Piceno, tra le poche signore rimaste a prepararla secondo l’antica ricetta originale. Infatti, se può capitare di trovare i cubetti colorati di minestra imperiale nei vari pastifici da Matelica a Offida, tutt’altra cosa è la minestra preparata in casa secondo il metodo tradizionale che richiede ore e ore di tempo.

Che cos’è la minestra imperiale?

La minestra imperiale è un piatto diffuso in tutte le Marche, in particolare tra la provincia di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. Si tratta di un impasto di uova, farina, parmigiano, limone, noce moscata, che viene poi diviso in tre parti e colori differenti con l’aggiunta di spinaci e concentrato di pomodoro. I tre colori diversi sono solo una questione estetica, molto probabilmente un richiamo alla bandiera italiana. La sua particolarità sta proprio nella cottura: cuoce infatti per ore e ore (almeno tre) dentro un sacco di cotone chiuso con lo spago, per poi essere tagliato a cubetti; per questo l’ideale sarebbe preparare l’impasto il giorno prima del consumo. In passato, quando veniva preparata in grandi quantità, i tre impasti venivano cotti in tre pentoloni. Se la quantità è per poche persone, invece, non è possibile poiché l’impasto si attaccherebbe al sacco e quindi oggi si fanno cuocere anche insieme. Vista la lunghezza e la complessità della preparazione, negli anni si fa sempre meno, o si preferiscono altre modalità, come ad esempio la cottura al forno che accorcia notevolmente i tempi. «Ma al forno non viene bene», ci spiega Mimina «perché si asciuga troppo e diventa dura, mentre preparata in modo tradizionale diventa morbida e spugnosa come dev’essere, senza essere troppo compatta». Il sapore ricorda vagamente quello dei passatelli, da cui si differenzia però per consistenza, forma e colore.

La famiglia Gregori

Come accennato, la minestra imperiale è stata per anni il piatto per eccellenza dei matrimoni. Mimina la preparava sempre quando veniva, chiamata insieme a sua sorella Annunziatina, per cucinare ai matrimoni. Mimina e Annunziatina, infatti, sono state tra le prime forme di catering della storia, famose ancora oggi in paese come le sorelle che cucinavano sempre e bene. Questa stessa passione per il mondo del cibo Mimina l’ha trasmessa anche in famiglia, in particolare ai suoi due nipoti: Stefano ha aperto l’azienda Olive Gregori, tra le poche a produrre olive ascolane, che ricordiamo che prima di essere il noto fritto sono la cultivar locale di Ascoli Piceno; il fratello Luca, invece, sta ultimando gli studi in Agraria per dedicarsi poi anche lui all’attività. Sarà perché sono cresciuti educati al valore inestimabile della propria terra, le Marche, e all’importanza di continuare a dedicare tempo alla produzione di cibo, che sia in campagna o in cucina. E infatti Mimina «la minestra imperiale compra non l’ha mai provata”, ma ha continuato a prepararla anche a casa secondo i lunghi tempi della tradizione.

Pasta imperiale/colorata sacco

La ricetta tradizionale… per 40 persone

Proprio per questa sua lunga preparazione, la minestra imperiale è un piatto da mangiare in tanti. Quasi sempre ne avanza una parte, che si congela per consumarla poi successivamente. La ricetta che segue, quindi, è per 40 persone, anche perché come dice Mimina: «Sempre meglio prepararne più che meno, no?».

Ingredienti 

40 uova
500 g parmigiano
600 g farina 00
buccia grattugiata di 2 limoni
qb noce moscata
qb sale
qb burro

Procedimento 

1. Preparare un brodo di gallina (meglio) o di manzo.
2. Iniziare a preparare l’impasto sbattendo le uova con tutti gli altri ingredienti. A parte bollire gli spinaci, poi schiacciare e frullare.
3. Dividere l’impasto in tre parti: in una aggiungere gli spinaci, nell’altra il concentrato di pomodoro e nell’ultima nulla, in modo da ottenere tre colori diversi (verde, arancione e giallo).
4. Mettere tutte e tre le parti di impasto in un sacco di cotone o in un altro tessuto ugualmente resistente e svasato, chiudere con lo spago e fare cuocere in acqua bollente per circa 3 ore.
5. Una volta pronto, assicurarsi che anche la parte in mezzo sia ben cotta. Togliete quindi il sacco dall’acqua bollente e lasciarlo raffreddare senza aprirlo su un vassoio sotto un peso per circa un’ora.
6. Quando si è raffreddato, togliere delicatamente l’impasto dal sacco e tagliare a dadini.
7. Buttare i dadini di minestra nel brodo di gallina per qualche minuto (tanto è già cotta) e servire bollente.

Minestra imperiale/colorata
Minestra imperiale/colorata

La zuppa imperiale per il pranzo di Natale

La zuppa imperiale per il pranzo di Natale

C’è il brodo di carne e una pasta speciale: ecco il piatto delle feste della tradizionale abruzzese, caldo e confortevole

In Abruzzo, anche se forse è meglio circoscrivere la tradizione alla zona del Teramano, si prepara un piatto buonissimo in occasione del pranzo di Natale.
Si tratta di un brodo di carne molto saporito e confortevole che si serve non con i tortellini, non con i cappelletti, non con la pastina, ma con una sorta di frittata che si chiama pasta imperiale.

Come fare la pasta imperiale

Questa pasta a base di uova ha tutto l’aspetto di una frittata, ma è più compatta e spugnosa perché al suo interno ha anche la farina e va cotta in forno.

Ingredienti
Si prepara con 4 uova, 4 cucchiai di farina 00, 8 cucchiai di parmigiano grattugiato, un pizzico di noce moscata, prezzemolo e sale.

Procedimento
Dividete tuorli e albumi e sbattete i primi con il parmigiano, la farina, la noce moscata e il sale. A parte, montate a neve gli albumi. Unite i due composti lentamente aggiungendo il prezzemolo tritato al coltello. Mescolate bene per non lasciare grumi. Cuocete la pasta imperiale in forno a 180° per 15-20 minuti in una teglia rivestita con carta forno. Una volta pronta tagliatela a cubetti e servitela con il brodo bollente e abbondante parmigiano.

brodo-imperiale

Il brodo di gallina

Il brodo del pranzo di Natale non può essere un semplice brodo vegetale, a meno che non si tratti di un pranzo vegetariano.
Ecco perché vi consigliamo di prepararlo con la gallina (o con un pollo) di circa 1 kg pulita esternamente e internamente e immersa in acqua fredda con aromi vari come sedano, carota, cipolla, chiodi di garofano, un pomodorino, una foglia di alloro e delle bacche di ginepro.
Tutti questi ingredienti devono cuocere a lungo, almeno 4 ore, a fuoco basso.
Poi il brodo deve essere filtrato per bene per eliminare tutta la parte grassa. Il segreto è lasciarlo raffreddare a lungo e poi con una schiumaiola tirar via tutta la parte che si sarà depositata sulla superficie.
Potete filtrarlo anche più di una volta per renderlo leggero e saporito al punto giusto.

Sfogliate il tutorial per scoprire altri consigli per preparare il brodo

 

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