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Alessandro Cattelan e Edoardo Franco: aperitivo con gli insetti

La Cucina Italiana

Per Alessandro Cattelan (e non solo) c’è un solo modo per affrontare quello che lui stesso ha definito «l’attacco delle cavallette»: mangiarle. Del resto, se non sappiamo che sapore hanno, come facciamo a giudicare larve, grilli & Co che stanno arrivando sui banchi dei supermercati e nei ristoranti dopo l’ok dell’Unione Europea? Così il conduttore le ha messe alla prova, e lo ha fatto con un cuoco d’eccezione: a «Stasera c’è Cattelan», il programma che conduce su Rai2, ha invitato Edoardo Franco, fresco vincitore dell’ultima edizione di MasterChef. Insieme hanno degustato insetti durante una prova d’assaggio – decisamente divertente –  a cui poi si è aggiunta anche Antonella Clerici.

Happy Hour con le cavallette

«Vogliamo preparare un aperitivo con questo nuovo cibo. Ci spaventano molto, ma gli insetti sono molto ecologici, nutrienti, pieni di grassi buoni», ha esordito Alessandro Cattelan accogliendo Edoardo Franco. «Più che gli insetti, mi spaventa più mettermi i guanti, onestamente», ha risposto il nuovo MasterChef mostrando di avere una certa difficoltà nell’infilarli data la grandezza delle sue mani. «Credo ci facciano schifo per un preconcetto, ma in realtà gli insetti sono molto naturali perché si cibano di altri insetti o di erbe. Rispetto alla carne di allevamento intensivo preferisco mangiare cavallette», ha proseguito. «È questo che le persone fanno fatica a capire», ha fatto notare dalla sua Alessandro Cattelan. Salvo poi ammettere «Io faccio il figo ma gli insetti non li ho mai assaggiati».

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La prova d’assaggio, in effetti, è stata tutta da ridere. Perché, nonostante l’incitamento a rispondere all’«attacco delle cavallette» mangiando le cavallette, nemmeno Cattelan è riuscito a nascondere un certo disgusto iniziale. Perché sì, poi le ha mangiate, e con lui Edoardo Franco: hanno cominciato proprio con le cavallette al naturale, poi hanno proseguito con larve e infine i grilli. Il risultato? A giudicare dal fatto che hanno continuato con gli assaggini con una certa curiosità fino alla fine delle gag, ad Alessandro Cattelan e Edoardo Franco gli insetti devono essere piaciuti.

La reazione di Antonella Clerici

Meno, probabilmente, a giudicare dall’espressione, ad Antonella Clerici collegata in videochiamata: la conduttrice ha suggerito qualche abbinamento con salse, formaggi, olivette e cipolle senza nascondere qualche perplessità. In effetti, quando si è ritrovata faccia a faccia con la tartina alle larve che Alessandro Cattelan gli ha fatto trovare nel frigo dello studio del programma che conduce su Rai1, «È sempre mezzogiorno», Antonella Clerici proprio non ce l’ha fatta: ha desistito.

Curiosi di assaggiare? Qui trovate dieci ricette a base di insetti

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Insetti da mangiare, dieci ricette dall’antipasto al dolce

Chi è Edoardo Franco, il vincitore di MasterChef 12

Chi è Edoardo Franco, il vincitore di MasterChef 12

Uno «fuori dalle righe, ma credibile», come lo ha definito chef Locatelli, incasinato nella vita, ma centrato sulla cucina, Edoardo ha presentato l’antipasto dal titolo Medievale ma non troppo, una barbabietola acidula ripiena di paté di fegatini di piccione, intruglio medievale, latticello e porro fritto, accompagnato da infuso alla barbabietola e aneto; a seguire Ravioli kebab, la sua reinterpretazione del kebab con una polpetta di agnello speziato dentro un fagottino di pasta all’uovo servito con salsa all’albicocca e foglie di carota; poi il secondo, Capesante al curry, un connubio inusuale tra le capesante, dolci e delicate, e il curry, speziato e profumato, con l’aggiunta di maionese al corallo e coriandolo fritto.

Infine il dessert, Matrimonio in bianco, una finta mousse di cocco con cremoso di liquirizia e arancia e inserto di maracuja, una preparazione che l’ha messo in difficoltà e lo ha fatto scoppiare a piangere come un bambino, senza freni, ma con pudore, davanti ai giudici.

Il dolce sbagliato, la vittoria, il libro di ricette

È stato l’errore nel dolce il momento in cui Edoardo ha pensato che era tutto perduto e ha avvertito ancora una volta quel senso di un destino avverso già scritto. E invece, poi, i giudici hanno sbaragliato le previsioni, proclamando lui – e non il favorito Bubu – dodicesimo MasterChef italiano.

Edoardo ha vinto 100.000 euro in gettoni d’oro («è più di quanto ho guadagnato e sp*tanato negli ultimi sei anni», ha detto, «ma questi li investo»), la possibilità di pubblicare il proprio primo libro di ricette (dal titolo Daje, la mia cucina senza confini edito da Baldini+Castoldi e in uscita il 10 marzo), l’accesso a un corso di alta formazione presso Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana, e la partecipazione al Workshop di MasterChef Academy creato in collaborazione con Destination Gusto.

La promessa mantenuta di farsi tagliare i capelli da chef Barbieri

Dopo la proclamazione, mantenendo fede a una promessa fatta a Barbieri in caso di vittoria, Edoardo si è fatto tagliare i capelli dallo chef. Un taglio che continuerà con un appuntamento per tutti sabato 4 marzo in Piazza Duomo a Milano.

I progetti futuri: un ristorante senza delivery

Il futuro lo aspetta, passo dopo passo, con la consapevolezza di dover imparare ancora molto: «Adesso devo lavorare sull’autodisciplina, vorrei girare il mondo e assaggiare i piatti di altre culture, poi mi piacerebbe fare uno stage in una cucina stellata. Ora so solo cucinare, non ho le capacità di gestire un locale, ma sicuramente nel mio lontano futuro vorrei avere un ristorante». Un ristorante dove, ha spiegato l’ex rider, non farà delivery, perché «il concetto alla base della cucina è quello di stare insieme».

Scorri la gallery con il racconto della finale di MasterChef.

Franco Pepe in campo contro il coronavirus

Franco Pepe in campo contro il coronavirus

Il pizzaiolo di Caiazzo ha dato vita a due iniziative di solidarietà, da un lato una raccolta fondi per l’Ospedale di Caserta, dall’altro tiene il forno della pizzeria Pepe in Grani acceso per preparare pizza, pane e dolci da donare a chi ne ha bisogno

“Abbiamo cominciato regalando prodotti preparati con tutto ciò che avevamo di deperibile in cucina e poi abbiamo continuato a tenere un forno acceso per donare a chi ne ha bisogno”. Che Franco Pepe avesse un cuore d’oro chi lo conosce, anche da prima dell’emergenza Coronavirus, lo sapeva già. Come dice lui, ce l’ha nel Dna: il nonno, panificatore al tempo della Seconda guerra mondiale, imbrogliava a fin di bene sui quantitativi di pane da distribuire con la tessera annonaria. “Nonno rischiava, perché gli controllavano perfino i quantitativi di farina utilizzati, ma lui, una volta dati i 150 g di pane a chi la tessera ce l’aveva, riusciva sempre a tenere da parte un po’ di pane per chi aveva bisogno”.

Franco, dal canto suo, non appena la situazione ha cominciato a diventare più tesa, si è informato sui bisogni dell’Ospedale di Caserta. Per prima cosa si è messo in contatto con il sindaco di Castel Campagnano, Giuseppe Di Sorbo, che ha una fabbrica che produce ventilatori polmonari. “Da lui abbiamo acquistato praticamente a prezzo di costo un ventilatore polmonare e le prime 40 mascherine per l’Ospedale di Caserta. Questa prima operazione l’ho fatta come Franco Pepe e Pepe in Grani, ma anche i piccoli produttori della zona, con cui collaboro da anni, hanno voluto partecipare all’iniziativa”.

Intanto Franco, per proseguire la sua attività benefica a favore dell’ospedale, si è messo in contatto con un’associazione e ha lanciato una raccolta fondi su una nota piattaforma. Il secondo obiettivo di donare altre 500 mascherine è già stato raggiunto e Pepe è al lavoro per questo, anche se non mancano i problemi. “Stiamo capendo se sono certificate, se vanno bene per l’ospedale, certo non è facile per me, io faccio il pizzaiolo, ma tenermi impegnato mi tiene vivo. Inoltre ci tengo a specificare di essere convinto che ha ragione chi dice che la beneficenza si fa in silenzio, ma se ho comunicato le mie iniziative è per farmi promotore di un bisogno vero della sanità campana e casertana in particolare, con la consapevolezza che questo male si vince solo unendo le forze e facendo squadra”.

Ugualmente Franco Pepe ammette di tenersi impegnato tenendo il forno acceso. “Siamo io e tre miei collaboratori, due ragazzi egiziani e un ucraino, abitiamo uno accanto all’altro e praticamente siamo una piccola famiglia, pranziamo insieme, oggi ho fatto pasta e piselli”. La giornata, afferma Franco, è strutturata così: un po’ di tempo si dedica alla sperimentazione in vista di un’agognata riapertura, il resto del tempo si producono lievitati per chi ne ha bisogno con uno dei due forni che è rimasto acceso nonostante sia chiusa la pizzeria.

Il pane, la pizza, la pizza fritta, i biscotti, la brioche che faceva mio nonno: stiamo facendo i nostri lievitati da donare ad associazioni come L’Angelo degli ultimi di Caserta, che si occupa di portare un pasto caldo ai clochard della stazione di Caserta, che sono 70-80 persone in seria difficoltà”. Oppure ai centri anziani della zona, dove Franco Pepe manda le sue prelibatezze per dare una giornata di gioia a chi si sente solo in questo momento. Un impegno che gli è valso il plauso via social anche di esponenti del Governo, come la ministra Teresa Bellanova.

Anche in questa iniziativa sono tanti gli amici di Franco Pepe che si stanno facendo avanti per collaborare. “Per adesso”, “ce la facciamo con il nostro magazzino e stiamo dicendo di no alle offerte di prodotti per evitare troppi spostamenti, ma chiaramente tutto dipende da quanto sarà lunga l’emergenza”. E a proposito di magazzino, Franco ammette che il fermo forzato gli ha dato l’opportunità di scavare nella sua dispensa alla scoperta di tutti i prodotti che nel tempo gli avevano mandato da testare. “Di solito siamo troppo affannati per aver tempo di prendere in considerazione questi prodotti, ma adesso stiamo approfittando di questo tempo libero per tirare tutto fuori dagli scaffali e fare una riflessione sulle materie prime”.

Non manca la riflessione anche sugli accorgimenti del post-emergenza. “Stiamo studiando quali altri accorgimenti possiamo mettere in campo per far tornare il pubblico in sicurezza, quando sarà possibile. Tuttavia, l’attenzione all’igiene è un tema che non mi coglie impreparato. Avevamo le colonnine di Amuchina già dal 2012, sanificavamo i tavoli di marmo a ogni cambio già con molta attenzione e già utilizzavamo mascherine e guanti per manipolare gli ingredienti. Adesso voglio intervenire con ulteriori dispositivi di sicurezza, diminuiremo certamente i tavoli e lavoreremo sul problema della fila nel vicolo, che bisogna azzerare per evitare gli assembramenti”.

Franco non nasconde di essere il primo ad avere paura del Coronavirus. “Fino a pochi giorni fa, prima del lockdown, siamo stati tutti a contatto con 200-300 persone a sera e abbiamo dato vita a una chat con tutti i dipendenti per dirci se qualcosa non va bene. Personalmente, anche io ho paura, ma mi arrivano da tutto il mondo un sacco di messaggi che mi dicono di tenere duro e questo mi fa forza”.

Per partecipare alla raccolta fondi clicca su Raccolta per Az. Osp. S.Anna e S. Seb. Caserta.

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