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Liguria: 10 posti dove comprare prodotti tipici

La Cucina Italiana

Se siete in Liguria a fare un giro o delle vere e proprie vacanze, oltre ai magnifici ristoranti lungo mare e nell’entroterra non può mancare una lista di produttori e botteghe tipiche dove comprare qualche prodotto tipico da consumare in loco o riportare a casa come souvenir o regalo per i vostri cari. Dal pesto, ai dolciumi, passando per la classica focaccia, concludendo con alcuni prodotti unici e di nicchia.

10 posti dove fare la spesa tra negozi e produttori

Rossi dal 1974

Rossi dal 1947 ed è rinomato a Genova, ma non solo, per il suo famosissimo pesto. Fatto da una ricetta originale, senza compromessi, per ottenere un prodotto che potesse essere portato in giro per l’Italia e nel mondo (è infatti distribuito in 15 paesi del mondo). Preparato con Basilico dop e Aglio di Vessalico (Presidio Slow Food) ha una shelf life 60 gg. senza conservanti o trattamenti termici. 

Dove > ROSSI 1947 Srl
Via Cesarea 21/r
TEL. +39 010 8601096
pestorossi.com

Romanengo dal 1780

Unica e inimitabile per storia e sapori, si tratta della più antica confetteria d’Italia. Pietro Romanengo è una “confetteria” nel significato settecentesco del termine: un’impresa costituita da un laboratorio artigianale, dove si lavorano con ricette di antica tradizione la frutta, i fiori, il cacao, lo zucchero, le spezie. Ecco che le ricette della tradizione genovese, nate in oriente e perfezionate nel corso del 1800 dai confettieri italiani e francesi, sono tramandate dalla famiglia da sette generazioni. Chi è di Genova, lo sa, il blu Romanengo lo si riconosce subito, è il marchio dell’azienda e per chi come me ha una famiglia grande, riporta a ricordi ancestrali, quelli in cui la nonna, per Natale, faceva incetta di dolciumi e li disponeva tutti insieme su una bellissima tovaglia bianca. Particolarità della bottega: oltre ai dolci storici si può trovare l’acqua di fiori d’arancio amaro (Presidio Slow Food), prodotta da un piccolo produttore nel ponente ligure.
Nelle due botteghe storiche di Via Soziglia e di Via Roma, potrete acquistare i dolciumi della tradizione genovese.

Dove > Via Soziglia, 74/76 r
Telefono: +39 010 24 74 574
Via Roma, 51r
Telefono: +39 010 58 02 57
romanengo.com

Panificio Claretta

Vagando per gli storici carruggi genovesi non può mancare un passaggio nei panifici della città per comprare l’iconico prodotto ligure: la focaccia. Uno di questi, il Panificio Claretta. In questo forno, aperto nel 1952, si trova una delle migliori focacce della città, salata in superficie, eccellenti anche grissini stirati a mano e il pandolce genovese.

Alberto Gipponi, lo chef che ricomincia da acqua e farina

La Cucina Italiana

Alberto Gipponi, classe 1980, laureato in sociologia, cambia vita quando decide di dedicarsi alla sua vera passione, la cucina. Colleziona esperienze nell’alta ristorazione lavorando con Joe Bastianich, Nadia Vincenzi, Georges Blanc e Massimo Bottura. Apre il ristorante Dina a Gussago, in Franciacorta, nel 2017, e Delia, gastronomia con enoteca, a Brescia, nel 2021. Gippo, come si fa amichevolmente chiamare, arriva nella nostra cucina sorridente e pronto a regalarci un viaggio nei labirinti del sapore, con ricette dove la pasta è protagonista essenziale ma silenziosa.

Costruire la memoria

«Il gusto ha a che fare con la memoria, perciò mi piace creare piatti che partano dai riferimenti che tutti abbiamo, ma che contengano poi anche qualcosa di profondo, oltre l’usuale». Assaggiando i piatti di questo servizio si comprende bene: la salsa di ostriche cattura con la sua acidità stimolante, le fragole aggiungono complessità aromatica al pomodoro e basilico senza deludere, le seppie abbracciano la sapidità di un umami irresistibile per confessare poi la necessità di una nota balsamica soddisfatta dalla freschezza della menta. E la pasta, naturalmente, perché niente senza di lei avrebbe senso. Rivelazioni di abbinamenti che non ti aspetti, vivacità e apertura: Alberto Gipponi ci invita a giocare, a perderci e poi ritrovarci. «A volte una comprensione non immediata ci permette di andare un po’ più in profondità, di capire che dietro a quell’ingrediente o a quella consistenza per noi familiari, ci sono molte sfumature».

Siamo acqua e farina da Bolzano a Taormina

Chiediamo allo chef perché ha proposto un menù tutto a base di pasta. «“Mettere su un piatto di pasta” è qualcosa che fa parte di noi, è un gesto di ospitalità quando ti arriva a casa qualcuno di inaspettato, è l’importanza di mangiare qualcosa di buono e di sano anche se si ha poco tempo, è il senso di sedersi a tavola e fermarsi per qualche minuto. E poi acqua e farina sono due elementi fondanti della storia culinaria di tutta l’Italia, dalle paste di grano tenero e all’uovo del Nord a quelle di grano duro e trafilate al Sud. Credo che la bellezza della cucina stia nei passaggi di sapere da una mano all’altra, da un paese all’altro, da una regione all’altra. Un movimento che visto tutto assieme chiamiamo tradizione».

Tradizione e futuro

Il tradimento è ammesso solo se consapevole, e la tradizione va rivissuta col fascino della sorpresa. «Siamo legati alla gestualità di acqua e farina, il primo piatto è quello che ci caratterizza, ma mi auguro che la cucina italiana di domani prenda questo come punto di partenza e non di arrivo. Perché anche la nostalgia è un bel sentimento, purché non ci tolga la voglia di scoprire il futuro».

Ambiente uguale casa

«Ho un’attitudine zero spreco: l’uomo fa parte della natura, il rispetto del sistema mondo ha un ruolo importante, ma è poi l’impegno ad agire in modo responsabile nella quotidianità che fa la differenza. Come diceva Blaise Pascal, ciò che misura la virtù di un uomo non sono gli sforzi, ma la normalità».

Pizze da preparare a casa: 20 ricette irresistibili

Pizze da preparare a casa: 20 ricette irresistibili

Venti pizze da preparare a casa perché impastare è un atto magico che genera nuova vita e nutrimento. Bastano pochi semplici ingredienti (farina, acqua, lievito e sale) per creare meravigliosi impasti che evolveranno in pizze gustosissime.

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Pizza a casa come al ristorante

Preparare a casa la pizza come quella del vostro ristorante preferito? I nostri consigli

C’è chi si affeziona a un gusto fisso e prende sempre la stessa pizza, e chi cambia ogni volta alla ricerca di nuovi sorprendenti abbinamenti. Ma se state organizzando un pizza party una cosa è certa: la varietà non può mancare. Chiedete ai vostri amici se hanno gusti preferiti o intolleranze, ne va della buona riuscita della serata.

Prima di mettere le mani in pasta vi diamo qualche consiglio sulla scelta di farina e lievito, e vi sveliamo le tecniche giuste per impastare e stendere la pizza alla perfezione.

Le farine più adatte per la pizza

In commercio ci sono farine di ogni tipo, integrali e raffinate. La farina più raffinata è la 00, poi la 0, la tipo 1, la 2 e infine quella integrale. In generale quando si tratta di pizza non è importante considerare il livello di raffinazione di una farina, ma la a sua forza (W), che indica la quantità di proteine contenute al suo interno, la capacità di assorbimento dei liquidi durante l’impasto e la capacità di trattenere l’anidride carbonica durante la lievitazione. Le farine forti, ossia con W alto, assorbono molta acqua e lievitano anche molto prima rispetto a quelle deboli perché contengono più proteine e il lievito lavora di più. Per la pizza fatta in casa scegliete farine con W medio-alto, dai 180 W in su, meglio se tra 200 e 250 W. Quelle di tipo 0 e 00 che si trovano nei supermercati hanno un W di circa 150; se sono specifiche per pizza si aggirano tra i 200 e i 250 W.

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Pizza Stromboli, la pizza arrotolata super esplosiva!

Lievito di birra fresco e secco

Il lievito di birra è utilizzato in cucina come agente lievitante per fare pane, pizza e dolci. Si trova in commercio fresco e secco. Quello fresco è un panetto di colore grigio/beige, che essendo composto da microrganismi unicellulari vivi va conservato in frigo, e prima di essere utilizzato va riportato a temperatura ambiente e poi sciolto in acqua tiepida. Quello secco si trova invece in bustine o barattoli e si conserva a lungo perché non è un lievito attivo e vivo, proprio per questo va riattivato, disciolto in acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero, così da rigenerare e riportare in vita il lievito.

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