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» Glassa a specchio – Ricetta Glassa a specchio di Misya

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Innanzitutto tritate il cioccolato e, a parte, mettete la colla di pesce in ammollo in acqua fredda (i 50 gr).

Mettete acqua (i 75 gr), zucchero e sciroppo di glucosio e portateli alla temperatura di 103°C (se non avete il termometro: dovete portarli a pieno bollore).
Mettete il cioccolato tritato in un contenitore alto e stretto, adatto al minipimer, quindi versateci sopra prima il latte condensato e poi anche lo sciroppo.

Strizzate delicatamente la gelatina, unitela al composto e poi emulsionate a lungo con il minipimer, a velocità bassa, tenendo il contenitore leggermente inclinato per evitare di formare bolle d’aria.
Unite anche il colorante e mixate ancora.

La glassa a specchio è pronta, usatela a una temperatura di 36°C circa e/o conservatela in frigo con pellicola a contatto anche per 2-3 mesi.

Amiche piante: 7 varietà da tenere in casa

Amiche piante: 7 varietà da tenere in casa

Gli effetti (sorprendenti) del mondo vegetale sulle nostre vite sono noti, ma lo sapevate che un ficus può essere un prodigioso depuratore dell’aria?

“Una cosa bella è una gioia sempiterna”. Così proclamava Mary Poppins estraendo dalla sua magica borsa di tappeto una grande pianta (forse una varietà di Philodendron, una pianta appartenente alla famiglia delle Araceae spesso presente nelle nostre case) per rallegrare la sua camera. Quello che forse non sapeva Mary era che tenere una o più piante in casa non ha solo una funzione decorativa e altamente terapeutica per l’umore (quanto abbiamo avuto bisogno di verde nello scorso anno? Quanti orti da davanzale sono nati?), ma è anche un potente filtro per purificare l’aria. Abbiamo chiesto a Rita Baraldi, ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna, Istituto per la BioEconomia (IBE-CNR), di spiegarci come funzionano e quali varietà sono più adatte ai vari ambienti delle nostre case.

L’intervista completa la trovate sul numero di gennaio, ora in edicola. Qui vi anticipiamo alcune delle varietà con capacità di «pulire» l’aria tra le quali scegliere.

ANTHURIUM SCHERZERIANUM

Foglie lanceolate verde scuro con «fiori» (spate) cuoriformi colorati dal bianco al rosso. Ama il caldo, teme i ristagni di acqua.

CHLOROPHYTUM ELATUM

Detto anche falangio o nastrino, ha lunghe foglie verde chiaro striate e piccoli fiori bianchi. In posizione luminosa, non in corrente. Resiste bene all’aria secca degli appartamenti.

EPIPREMNUM AUREUM

Tutti lo conosciamo come potos, rampicante con le foglie verdi cuoriformi talvolta macchiate di giallo. Ama la luce, non diretta. Richiede moderate innaffiature.

EUPHORBIA PULCHERRIMA

È la Stella di Natale, e proprio in questo periodo dell’anno sarà facile trovarla nelle nostre case. Teme le correnti d’aria e gli sbalzi di temperatura.

FICUS BENJAMINA E FICUS ELASTICA

Il primo con piccole foglie ovali e acuminate, lunghe non più di 12 cm, il secondo con foglie carnose lunghe fino a 40 cm. Amano la luce, ma non diretta. Temono le correnti d’aria.

HEDERA HELIX

Pianta rustica, tipica da esterno. Si adatta bene anche agli interni meno luminosi e poco riscaldati. Richiede poche cure.

SPATHIPHYLLUM WALLISII

Ha foglie lunghe lanceolate, da maggio ad agosto «fiorisce» producendo spadici (specie di piccole pannocchie bianche) avvolti da spate bianche. Ama il caldo umido.

Illustrazione Luca De Salvia

I bianchi del Collio: racconto di un territorio

I bianchi del Collio: racconto di un territorio

Una terra di confine, il Collio, fa nascere vini unici e caratteristici. Come quelli della storica famiglia Formentini, che produce vini in questa magnifica terra dal 1520

Un territorio di confine estremamente unico, con più di mille anni di storia, situato a nord est dell’Italia, a confine con la Slovenia, è oggi luogo di racconto di storie vitivinicole uniche, come quella della fondazione della Cantina Formentini, che risale al 1520 quando Vinciguerra Formentini acquistò il castello di San Floriano, nel Goriziano. La famiglia Formentini è tra le dinastie del vino più antiche d’Italia, che avvia la sua produzione nel XVI secolo. Questa famiglia, nel secondo dopoguerra, ha un ruolo di primo piano nella rinascita del Friuli, ripristinando gli antichi impianti andati distrutti.

La terra e la produzione della famiglia Formentini

Le località da cui oggi provengono le uve della Formentini sono: San Floriano, Oslavia, Giasbana, territori di maggiore qualità del Collio. Oggi i vini Formentini sono sinonimo di vini bianchi Collio Doc complessi ed eleganti, che interpretano in maniera unica il territorio e le sue sfumature. Dalla vigna alla cantina tutto il processo avviene con estrema cura: in vigna la raccolta avviene per micro-zone; in cantina i diversi lotti di uve vengono vinificati  dall’enologo Pietro Bertè e il suo team, con fermentazioni lente e affinamenti in botti di legno. Pietro è un enologo trentino che collabora con la cantina Formentini dal 2019.

enologo
Pietro Bertè.

I vini della famiglia Formentini

Fra i vini prodotti, spiccano il Friulano, la Ribolla gialla e il Pinot grigio, ma anche il Sauvignon, lo Chardonnay e il rosso Merlot. La Ribolla gialla è l’icona della storia Formentini. Alcuni documenti attestano la coltivazione di Ribolla dal 1558. La ribolla è una varietà tardiva, una parte del vino fermenta e affina in botti di rovere francese, il resto in acciaio. Ha un bouquet di fiori di acacia, agrumi e frutta esotica. In bocca si mantiene in equilibrio tra struttura e freschezza, con un’inconfondibile mineralità.
Considerato un vino simbolo di questo territorio, tra i vitigni autoctoni friulani c’è anche il Tocai friulano. Si tratta di una cultivar difficile da gestire sotto il profilo agronomico: ha una buccia sottile che raggiunge un’ottima maturazione solo in microzone specifiche. Una lenta fermentazione in vasche d’acciaio e un passaggio in botti di rovere sviluppano i sentori varietali tipici (sambuco, pesca bianca, mandorla amara) con una particolare sapidità e freschezza.
Il Pinot grigio arrivò nel Collio a metà del 1800 grazie al Conte Teodoro De La Tour e oggi è uno dei vitigni più presenti e apprezzati di tutta la regione. La fermentazione in vasche d’acciaio mantiene ricco e strutturato il vino. L’ampio profilo olfattivo spazia dalla pera matura al mallo di noce fino al melograno. Al palato il sorso è pieno e avvolgente, con un retrogusto di frutta a pasta gialla.

botti

 

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