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come cucinarli a regola d’arte | La Cucina Italiana

come cucinarli a regola d'arte
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I funghi chiodini si trovano piuttosto facilmente nelle zone collinari e in montagna, e hanno un profumo deciso e un sapore dolce e leggermente acido. 
Sono di color miele e crescono in gruppi numerosi di 10 o anche 100 esemplari, sui ceppi o sui tronchi di latifoglie e lungo le rive dei fiumi o dei fossi, ma anche sui salici, sui pioppi e sulle querce. Quelli che crescono sugli alberi sono i più saporiti.
Raccogliete sempre quelli giovani con il cappello arrotondato perché quelli vecchi risultano indigesti.

Conoscere i funghi prima di consumarli

I chiodini possono essere confusi con specie tossiche di funghi, che hanno un colore simile e si trovano negli stessi posti. Quindi fate attenzione!
Per evitare di sbagliare, osservate attentamente le lamelle: quelle dei chiodini sono biancastre, mentre quelle del falso chiodino sono verdastre. 
Non vanno mai raccolti dopo le gelate perché diventano tossici e non vanno consumati crudi.

Come pulire i chiodini

Con un coltello affilato eliminate i residui di terriccio e poi sciacquateli sotto l’acqua corrente e tamponateli con carta assorbente o un canovaccio. 
Poi bolliteli: preparate una pentola dai bordi alti, portate a ebollizione una buona quantità di acqua con un pugno di sale grosso e il succo di un limone
Quando l’acqua bolle, versate i chiodini e togliete la schiuma che si forma in superficie, aiutandovi con un mestolo forato. 
Dopo 15 minuti i vostri chiodini possono essere cotti o conservati in frigorifero o freezer.
Potete anche non bollirli e cucinarli direttamente da crudi, ma questo passaggio assicura che non restino residui di nessun genere.

Come cucinare i chiodini

Come cucinare i funghi chiodini in padella

Dopo averli lavati, sbollentati e volendo anche tagliati, cuoceteli in padella con olio extravergine, aglio e prezzemolo. Salateli e pepateli e in pochi minuti saranno pronti.
Potete utilizzarli in questo modo per condire la pasta, per insaporire una zuppa di cereali e legumi e per un semplice contorno. Sono ottimi anche su fette di pane abbrustolito con la mozzarella o le scaglie di parmigiano, se avete voglia di un aperitivo dal sapore autunnale.

Sugo con funghi chiodini

Se volete preparare un sugo con i funghi, tritateli grossolanamente dopo averli bolliti. 
In una padella fate soffriggere nell’olio extravergine di oliva dell’aglio e dello scalogno. 
Togliete lo spicchio d’aglio, unite i chiodini e la passata di pomodoro
Lasciate cuocere per un quarto d’ora, salate e aggiungete il prezzemolo fresco tritato. 
Aggiungete poi direttamente in padella la pasta scolata al dente e saltate tutto insieme per un minuto ancora.
Un consiglio: aggiungete un pizzico di peperoncino!

Fagiolini: tante idee per cucinarli

Fagiolini: tante idee per cucinarli

Si chiamano fagiolini perché altro non sono che fagioli ancora non maturati. In pratica sono i baccelli ancora piccoli e verdi prima che il frutto del fagiolo si sviluppi all’interno. Possono essere chiamati anche cornetti o taccole nella versione schiacciata e in cucina possono essere preparati in tanti modi.

fagiolini

Ortaggi o legumi?

I fagiolini sono tipici della stagione estiva, ricchi di vitamina A e minerali, tra cui calcio, fosforo e magnesio. Hanno meno calorie dei legumi e contengono molta acqua come gli ortaggi, ecco perché, pur appartenendo alla famiglia dei legumi, sono spesso considerati per le loro proprietà degli ortaggi.
Hanno un elevato potere saziante e sono il contorno ideale per chi soffre di gastrite perché privi di componente acida.
Stimolano il transito intestinale e sono facilmente digeribili.
Sono consigliati in gravidanza perché ricchi di acido folico.

Come pulire i fagiolini

Pulire i fagiolini è molto semplice, ma richiede un po’ di pazienza. Vanno infatti eliminate le estremità di ogni fagiolino spezzandole o con le mani o con un coltello. Tirando via il picciolo viene asportata anche la parte filamentosa che corre lungo il baccello che può essere leggermente legnosa.
Una volta puliti, i fagiolini vanno lavati con cura sotto acqua corrente e poi cotti in acqua bollente. Per mantenere il loro colore verde brillante, aggiungete sempre nell’acqua anche un cucchiaino di farina.
Potete cuocere i fagiolini anche direttamente in padella se preferite una consistenza più croccante.

Ricette famose con i fagiolini

Nella tradizione italiana i fagiolini vanno quasi sempre accompagnati con le patate o con i pomodori.
Se volete servire i fagiolini come contorno lessateli e conditeli semplicemente con olio, sale, uno spicchio di aglio tritato e tanta menta.
In alternativa, potete aggiungere anche delle patate bollite o dei pomodorini, o entrambi, con un condimento a base di pesto.
Sempre con il pesto potete preparare un primo piatto con le trofie liguri. Anche in questo caso cuocete i fagiolini insieme alle patate aggiungendo verso fine cottura anche la pasta.
Per un contorno caldo, invece, sbollentate i fagiolini e poi ripassateli in padella con un sughetto semplice di pomodoro e cipolla. Questa ricetta si può preparare anche con le taccole.
Infine, per un antipasto finger-food che può diventare anche un secondo, avvolgete un mazzetto di fagiolini cotti al vapore con una fetta di bacon o speck e ripassate tutto in forno per pochi minuti.

Se siete curiosi di provare tante altre ricette con i fagiolini, ecco le nostre proposte tratte dall’archivio de La Cucina Italiana.

La differenza tra astice e aragosta e come cucinarli

La differenza tra astice e aragosta e come cucinarli

Quella di cucinare i crostacei è una vera sfida. Ecco i nostri consigli per un successo assicurato con astice e aragosta (ma anche granseola)

Prima ancora di pensare all’occorrente per cucinarli e alla posateria per evitare agli ospiti spiacevoli lotte all’ultimo schizzo, si deve eleggere chi sarà il re o la regina della tavola: aragosta, astice o granseola?

Aragosta, attenzione al peso

C’è chi non ha dubbi, è lei la “regina della tavola”. Carne soda ma soffice, dal gusto morbido e delicato, l’aragosta non è solo simbolo di opulenza ma uno di quei piatti che rieduca il palato. Al momento dell’acquisto deve essere pesante (segno che è stata pescata da poco). Meglio scegliere esemplari non troppo grandi (intorno agli 800 g per due persone, oltre i 2 Kg è vecchia) e femmine, perché sono più saporite. Il modo migliore per esaltarne il sapore è lessarla nel court-bouillon. La si può accompagnare con delle salse il cui gusto non le si vada a sovrapporre. La citronette, realizzata con 4 o 5 cucchiai di olio, due di succo di limone, sale e le uova del crostaceo, è perfetta se l’aragosta viene servita fredda.

Astice, l’eterno rivale

L’astice si distingue dall’aragosta per le due grandi chele che utilizza come arma di autodifesa. Ne esistono di due specie: quello americano e quello europeo, che si differenzia dal primo per il suo colore tendente al blu. Spesso considerato meno pregiato dell’aragosta per via della carne un po’ più fibrosa e dal gusto più deciso, ha il vantaggio di avere un prezzo più accessibile. Buono da servire in insalata, accostato ad esempio a frutti esotici come il mango o l’avocado, il massimo della prestazione lo esprime con le classiche linguine al pomodoro. Per quattro persone servono un astice, due scalogni, aglio, polpa di pomodoro, vino bianco, olio, brandy, timo, sale, pepe, peperoncino, basilico e prezzemolo. Dopo aver scottato l’astice nel court-bouillon, tagliarlo a metà con un trinciapollo e poi ridurlo in pezzi. Metterlo in padella con anche la polpa delle chele e farlo insaporire con l’olio. Aggiungere un mestolo d’acqua, timo, basilico e peperoncino e lasciare cuocere fino ad ottenere un brodo ristretto. A questo punto fare il soffritto di aglio e scalogno, irrorare con il brandy e far fiammeggiare. Unire l’astice, il brodetto e la polpa di pomodoro, salare quanto basta e cuocere per 10 minuti. Lessare le linguine e unirle al sugo.

Granseola, l’outsider

Noto anche come granceola o grancevola, questo granchio, privo di chele, vive sui fondali sabbiosi, soprattutto dell’Adriatico. La vera impresa è pulire a fondo il guscio dal fango e dalle alghe quando l’animale è ancora vivo. Anche questo crostaceo ha una carne molto delicata, che ben si presta a essere gustata in purezza. Un’alternativa è la preparazione “alla triestina”. Per quattro persone servono quattro granchi, aglio, prezzemolo, un limone, sale, pepe, olio e pane grattugiato. Dopo averli scottati, vuotare completamente i gusci dei crostacei, togliendo il liquido che va unito alla polpa tritata finemente. Aggiungere l’aglio e il prezzemolo, anch’essi tritati, sale, pepe, olio, pan grattugiato e succo di limone. Mescolare il tutto, riempire i gusci con il composto ottenuto e spolverare con una manciata di pane grattugiato. Mettere in forno e cuocere a 170° per mezz’ora. Il piatto va servito ancora caldo.

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