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Come usare la polpa di granchio in cucina

Come usare la polpa di granchio in cucina

La polpa di granchio è un ingrediente delizioso, ma spesso poco conosciuto e utilizzato in cucina. Ecco qualche ricetta che vi può dare lo spunto per ottimi piatti un po’ insoliti

Dal gusto deciso, la polpa di granchio è un ingrediente che di sicuro si fa notare in qualsiasi ricetta. Se non avete mai provato a utilizzarla, l’estate è il momento giusto per sperimentare, cucinandola in diverse declinazioni, dall’antipasto ai primi, come l’insalata di patate, avocado e polpa di granchio  o i garganelli con polpa di granchio o, ancora, le polpettine di granchio.

La polpa di granchio la si può trovare già confezionata in scatola, oppure la si può estrarre direttamente dal crostaceo: per questa manovra ci vuole un po’ di dimestichezza, ma con il nostro tutorial, che trovate in gallery, non è impossibile. Qui sotto, invece qualche ricetta sfiziosa che comprende questo ingrediente.

Scrigni di avocado con polpa di granchio

Questo è un antipasto davvero originale con cui aprire una cena. Procuratevi: 300 gr di polpa di granchio in scatola, 2 lime, 2 avocado maturi, 2 cucchiai di maionese, pepe bianco, olio evo e sale qb. Fate così: partite dagli avocado: tagliateli a metà, togliete il nocciolo, spellateli. Ora in una ciotola alla polpa del granchio precedentemente sgocciolata, unite il succo di lime, i cucchiai di maionese e del pepe, con un goccio di olio evo. Mescolate bene e poi riempite gli avocado.

Tartine alla polpa di granchio

Le tartine sono sempre un’ottima idea come antipasto. Per queste tartine, vi occorrono: 300 gr di polpa di granchio (anche in scatola va bene), 1 cucchiaio di Sherry, 1 cucchiaio di farina, 1 tuorlo d’uovo, 250 gr di panna da cucina, 30 gr di burro, fette di pan carrè, sale e pepe qb. Fate così: sgocciolate la polpa di granchio e tagliatela grossolanamente, conditela col cucchiaio di Sherry, sale e pepe e mescolate bene. In un padellino, sciogliete il burro, poi levandolo dal fuoco, aggiungete la farina e mescolate sempre nella stessa direzione. Nel mentre, in una ciotola unite la panna, il tuorlo d’uovo e sbattete vigorosamente; poi unite il composto a quello a base di burro e farina, amalgamando con la frusta a mano. Ripassate il composto sul fuoco per un paio di minuti, mescolando sempre, e poi versate la salsa densa sulla polpa di granchio, amalgamando il tutto. Ora prendete le fette di pan carrè, tagliatele a triangolo e tostatele, quindi farcitele con il composto ottenuto.

Risotto alla polpa di granchio

Questo risotto può essere afrodisiaco, quindi ve lo consigliamo per una cena romantica. Le dosi sono per due persone. Vi occorrono: 120 gr di polpa di granchio in scatola, 100 gr di pomodorini, 160 gr di riso, ½ porro, 250 ml di brodo vegetale, 1 spicchio d’aglio, 1 noce di burro, ½ bicchiere di spumante, 1 cucchiaio di mascarpone, sale, olio evo e paprika dolce qb. Fate così: fate appassire in casseruola con la noce di burro il porro tagliato a fettine. Poi mondate i pomodorini e tagliateli a tocchetti. In una padella a parte, fate imbiondire l’aglio con l’olio, i pomodorini e la polpa di granchio scolata. Nella casseruola dove avete cotto i porri, aggiungete il riso, fatelo tostare, poi sfumate con lo spumante, quindi coprite con il brodo e fate cuocere. Aggiustate di sale. Prima di ultimare la cottura, aggiungete la polpa di granchio con i pomodorini al risotto, mantecate con il mascarpone e aggiungete la paprika. Mescolate bene affinché tutti gli ingredienti si amalgamino e servite ben caldo.

Spaghetti alla polpa di granchio

Un primo davvero veloce, ma ricco di gusto. Vi occorrono: 400 gr di spaghetti, 200 gr di polpa di granchio in scatola, ½ bicchiere di vino bianco, 150 ml di salsa di pomodoro già pronta, 100 ml di panna da cucina, 5 foglie di basilico, 4 cucchiai di olio evo, sale e pepe qb. Fate così: in una padella fate rosolare la polpa di granchio sgocciolata e sminuzzata con dell’olio evo, poi sfumate con il vino e fate evaporare l’alcool. A questo punto, aggiungete la salsa di pomodoro e la panna da cucina e mescolate. Aggiustate di sale e pepe. Nel mentre, lessate gli spaghetti. Quando la pasta è al dente, finite la cottura nella padella con il condimento, aggiungendo un mestolo di acqua di cottura. Fate rapprendere bene il tutto e servite caldi, aggiungendo le foglie di basilico.

Bonus ristorante, come funzionerà e chi ne avrà diritto

Bonus ristorante, come funzionerà e chi ne avrà diritto

Lo sconto potrebbe essere pari al 20% (ma anche più alto nei centri storici), per chi paga il conto con il bancomat, con la carta di credito o con le app dedicate

Uno sconto sul pranzo o sulla cena al ristorante. È la misura che potrebbe fare parte del decreto Agosto (che sarà varato nei prossimi giorni), e in particolare del pacchetto degli interventi di sostegno, dopo l’emergenza Covid, alle imprese e ai lavoratori, fra cui quelli del settore ristorazione risultano fra i più danneggiati.

Lo sconto, pensato per incentivare i consumi e aumentare la tracciabilità dei pagamenti, potrebbe essere pari al 20% (ma anche più alto nei centri storici), per chi paga il conto con il bancomat, con la carta di credito o con le app dedicate: sarebbe applicato direttamente alla cassa, per permettere al titolare del locale, ristorante o bar, di ricevere il rimborso dallo Stato (entro il termine massimo di un mese). Per ora la proposta è ancora in discussione, fino a quando il decreto non sarà approvato: su alcune parti del testo, infatti, c’è ancora scontro nella maggioranza. Per il “bonus ristorante”, verrebbe stanziato circa un miliardo di euro, dei tre destinati alla crisi generale dei consumi seguita all’emergenza coronavirus (sono previsti sconti anche per altri settori: per chi acquista vestiti, scarpe, elettrodomestici, complementi d’arredo). Il rimborso si applicherebbe alle spese sostenute da settembre a dicembre: non avrebbe limiti di reddito, ma un tetto massimo.

Il “bonus ristorante”, in base alle stime del Corriere della Sera, potrebbe coprire 166 milioni di pasti, ipotizzando un conto medio pro capite pagato di 30 euro con un rimborso del 20%, e quindi di 6 euro. Rimane un interrogativo, che è quello che si pone il giornalista Lorenzo Salvia, chiedendosi «se questi 166 milioni di coperti saranno aggiuntivi, se cioè il bonus spingerà a sedersi al ristorante chi altrimenti non ci sarebbe andato. Oppure se si limiterà a restituire qualche soldo a chi ci sarebbe andato comunque, senza nessun effetto positivo per il settore. Ma qui i conti si potranno fare soltanto dopo».

In alcuni Paesi stranieri, una misura simile è già entrata in vigore: in Gran Bretagna, il programma “Eat out to help out” prevede uno sconto fino al 50% per i pasti consumati nei ristoranti, finanziato dal Tesoro britannico.

Come usare la cappa da cucina come purificatore d’aria

Come usare la cappa da cucina come purificatore d'aria

Non solo vicino ai fornelli: i nuovi aspiratori ci aiutano a respirare meglio tra le pareti di tutta la casa. Complici tecnologie avveniristiche e design. Un’esperta ci rivela le cose da fare (e quelle da evitare) per utilizzarli al meglio

Alberghi e strutture turistiche ormai lo mettono come plus, come il servizio in camera o il concierge: parliamo dei purificatori d’aria. Combattere l’inquinamento tra le mura di casa sembra essere un trend salutista a partire dalla cucina. In molti infatti non sanno che è tra le stanze più inquinate della casa. Ironia della sorte, è anche una delle più utilizzate. Per alleggerire l’atmosfera una soluzione c’è e si chiama cappa. In tanti le usiamo solo per eliminare gli odori molesti, magari a preparazione già eseguita (dopo una frittura o quando abbiamo bruciato inavvertitamente qualcosa). Eppure i modelli di ultima generazione vanno molto oltre. Ne abbiamo parlato con Serena Sorana, Brand and Communication manager di Faber, azienda con sede a Fabriano nella Marche (dal 2005 parte del gruppo Franke), ideatrice nel 1955 della prima cappa da cucina.

Serena Sorana

«In questo periodo storico trascorriamo in casa molto tempo» esordisce Serena Sorana «Per questo motivo, mantenere un ambiente il più possibile pulito, a livello di qualità dell’aria, è qualcosa che si ricerca sempre di più, anche perché 1 italiano su 5 ha problemi di allergie o di asma. Sono tante le insidie “invisibili”: il 70% delle persone, ad esempio, scoprono di avere della muffa in cassa e non immaginano che bastano pochi gesti per migliorare la situazione».

Quali sono?
«Intanto aerare aprendo semplicemente le finestre e accendere la cappa almeno 5 minuti prima di cucinare, e non dopo. In realtà molti usano la cappa solo per la luce e per eliminare gli odori aprono la finestra: purtroppo c’è poca consapevolezza sulla grande utilità di una buona cappa, ma anche su altri aspetti che influenzano la qualità dell’aria che respiriamo tra le mura di casa».

Perché?
«I detergenti più comuni utilizzati per pulire le superfici della zona fornelli, ad esempio, a contatto con la fiamma o il calore delle piastre, rendono volatili sostanze nocive per il nostro organismo, che noi inaliamo inavvertitamente».

Come orientarsi nella scelta di una cappa?
«Ci sono quelle filtranti e quelle aspiranti. Quelle aspiranti sono quelle collegate ad un tubo dell’aria che scarica verso l’esterno, di solito dotate di filtri che bisogna lavare frequentemente. Le filtranti sono quelle cappe che oltre ad avere un filtro anti-grasso, hanno anche un filtro a carbone: in questo caso l’aria viene ripulita e viene reimmessa all’interno dell’appartamento. Di solito vanno cambiati ogni tot, a seconda della tipologia».

Altre accortezze?
«Anche la manutenzione è importante: i filtri delle cappe tornano come nuovi semplicemente lavandoli. Faber ha anche promosso in più occasioni attività promozionali per un check up gratuito della cappa, che sono state sempre molto apprezzate dai consumatori. Oggi guidiamo le persone on-line attraverso un blog attivo sul nostro sito che consiglio a tutti. In più all’acquisto regaliamo un kit per tenerle pulite».

Che funzioni hanno le cappe di ultima generazione?
«Tantissime: intanto sono eco-sostenibili, a basso consumo e regalano performance degne di un depuratore d’aria. A fine anno metteremo in commercio un prodotto, presentato come prototipo durante il Salone del Mobile di Milano di due anni fa che si chiama K-Air. Ha una forma piatta come quella di un monitor o di un televisore e si distingue per la presenza di sensori che consentono di monitorare l’inquinamento all’interno di tutta la casa. Abbiamo utilizzato per realizzarla una tecnologia progettata per le stazioni spaziali, modulandola sulle esigenze domestiche e scalandola nelle dimensioni per renderla adatta alle nostre cucine. Segnala con grafici e colori la qualità dell’aria, quindi purifica l’ambiente automaticamente. E’ possibile utilizzarla in connessione con il piano cottura o programmarla in remoto dal cellulare, tramite un app. In futuro prevedo si andrà sempre più in direzione di linee a basso consumo energetico e verso i piani cottura con aspirazione integrata, come il nostro Galileo, dotato di soluzioni interessanti quali la tecnologia waterproof che garantisce il funzionamento e la sicurezza anche in caso di fuoriuscite di liquidi sul piano, che non vanno a interferire con la cottura e sono raccolti in un vano. Una crescente attenzione verrà rivolta anche ai materiali – il Fenix Ó ad esempio, che utilizziamo per la gamma Soft Line è anti impronta e si pulisce in un attimo – e alla rumorosità che oggi è ridotta di oltre il 60% rispetto alle cappe tradizionali».

Che metrature si possono purificare attraverso l’utilizzo della cappa?
«Teoricamente superfici di ogni dimensione: basta che la cappa sia proporzionata all’ampiezza dell’ambiente domestico e all’uso, più o meno frequente, si fa della cucina».

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