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» Polpette patate e salsiccia

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Innanzitutto cuocete le patate: lavatele bene, mettetele in 1 pentola, coprite con abbondante acqua fredda, portate a bollore e cuocete per circa 30 minuti, quindi pelatele, schiacciatele con uno schiacciapatate e incorporate sale, pepe e parmigiano.

Nel frattempo che le patate cuociono, portatevi avanti col lavoro e preparate le salsicce: eliminate il budello, quindi fatele rosolare per qualche minuto in padella antiaderente, senza olio.

Procedete quindi alla preparazione delle polpette: con le mani umide, prendete un po’ di composto di patate, appiattitelo sul palmo della mano, farcitelo con un po’ di salsiccia e un cubettino di formaggio e richiudetelo a pallina sul ripieno.
Passate quindi le polpette prima nell’uovo leggermente sbattuto e poi nel pangrattato.

Una volta ottenute tutte le polpette, friggetele in olio di semi caldo, girandole per farle dorare in maniera uniforme, e scolatele poi su carta da cucina.
(In alternativa, sistematele su di una teglia rivestita di carta forno e cuocetele per circa 20 minuti in forno ventilato preriscaldato a 200°C.)

Le polpette patate e salsiccia sono pronte, servitele subito.

Lo Champagne per esplorare la natura

Lo Champagne per esplorare la natura

A Épernay, la storica maison Perrier-Jouët propone un’esperienza speciale durante le feste natalizie e fino a fine gennaio

Chi ha detto che sia necessario attendere la primavera per inebriarsi del profumo dei fiori? In Champagne, Perrier-Jouët propone per le feste natalizie un’originale esperienza. La storica Maison, riconosciuta per il suo stile floreale presente nei vini, ma anche nell’immagine, presenta The Banquet of Nature by Perrier-Jouët, un nuovo, elegante approccio alla degustazione. L’idea è venuta a Séverine Frerson, Chef de Caves, che ha pensato a un vero viaggio sensoriale nel quale la natura è protagonista in ogni fase, dalla preparazione alla conclusione della degustazione. Unendo la conoscenza enologica con l’heritage botanica della famiglia fondatrice, si porta il pubblico di winelover a cogliere al meglio le ricche nuances dello Chardonnay, vigneto simbolo della Maison da sempre.

Con solo otto Chef de Caves dalla sua fondazione, Perrier-Jouët ha potuto lavorare con rara continuità nell’arte di rivelare tutte le sfaccettature del vitigno e Séverine Frerson oggi attinge alla sua vasta conoscenza del terroir per selezionare i cru che esprimeranno al meglio la personalità di ogni cuvée all’interno dello stile della Maison. Guardando al futuro, la Chef de Cave mira a «valorizzare ulteriormente l’espressione dello Chardonnay non solo nelle cuvée finali, ma anche nei liqueur de dosage e nei vini di riserva, intensificando gli aromi floreali degli champagne Perrier-Jouët e rivelandone di nuovi che ne accentuino ulteriormente la ricchezza aromatica e strutturale». Insomma, lo champagne richiede pazienza e un savoir-faire minuzioso. Questo vale in particolare per le cuvée vintage Perrier-Jouët Belle Epoque, per le quali Séverine Frerson ha ideato The Banquet of Nature by Perrier-Jouët.

L’esperienza The Banquet of Nature by Perrier-Jouët

Perrier-Jouët si è evoluta in simbiosi con la natura per più di 200 anni, grazie all’eredità di Pierre-Nicolas Perrier (che ha fondato la Maison con Rose-Adélaïde Jouët) e di suo figlio Charles, entrambi botanici e orticoltori appassionati, che hanno introdotto idee progressiste sulla viticoltura e sulla gestione dei vigneti. E oggi, al centro di The Banquet of Nature by Perrier-Jouët, suscitando i sensi, guidando e valorizzando la degustazione in ogni fase, c’è ancora la natura e il suo ciclo vitale, che scandisce ognuna delle fasi proposte.

Il terroir e Perrier-Jouët Belle Epoque Blanc de Blancs 2004

Per la Maison Perrier-Jouët è essenziale prendersi cura della terra, perché le viti sane dipendono da un terreno sano. Nel 2020, la Maison ha introdotto un programma sperimentale di viticoltura rigenerativa per rivitalizzare i terreni e aumentarne la fertilità, per resistere agli effetti del cambiamento climatico. Per preparare la degustazione, su frammenti di gesso del terroir Perrier-Jouët in Champagne, gli ospiti distribuiscono acque floreali al fiordaliso, gelsomino e violetta, evocando rispettivamente la mineralità, la florealità e l’eleganza della cuvée. La freschezza minerale è così accompagnata dalla ricchezza floreale: questa combinazione perfetta è offerta dal terroir Grand Cru di Cramant.

Il risveglio e Perrier-Jouët Belle Epoque 2013

«Durante i mesi invernali, la natura è discreta. Si prepara a risvegliarsi, raccogliendola forza per iniziare a crescere. Questa è la fase in cui la natura sboccia, con la promessa di una futura magnificenza». In questo momento della degustazione si esplora il profilo aromatico della cuvée attraverso la texture di diversi fiori – uno leggero con un ranuncolo bianco, uno più fitto e vellutato con una begonia e uno setoso con un’orchidea – evocando la trama di Perrier-Jouët Belle Epoque 2013 e la sua struttura verticale, dovuto alle uve Chardonnay della Côte des Blancs: «Proprio come il risveglio della natura, Perrier-Jouët Belle Epoque 2013 è una cuvée ancora giovane, la cui complessità la contraddistingue come un’annata molto promettente».

La fioritura e Perrier-Jouët Belle Epoque 1999

«Questo è il momento in cui la natura – e i fiori in particolare – esprime tutta la sua esuberanza, con un’esplosione di colori, aromi e forme. È un momento di pienezza, intensità e abbondanza». E allora, l’esperienza prima della degustazione illustra l’evoluzione dello stile della cuvée Perrier-Jouët Belle Epoque. Gli ospiti sono invitati a degustare 2 petali di fiori commestibili, la viola del pensiero bianca per evidenziare le note floreali del vino e il crescione indiano per far risaltare le note evolutive.

Per celebrare le feste e inaugurare il 2022, Maison Perrier-Jouët organizza una serie di pranzi esclusivi fino al 29 gennaio, che saranno aperti al pubblico su prenotazione al numero +330674270588 (menu gastronomico ed esperienziale, abbinamenti food&wine:310 euro per persona).

Le degustazioni si svolgono in uno dei luoghi più suggestivi di Épernay, nella Maison Belle Epoque, un ambiente straordinario, emblematico per la storia dell’arte. Inoltre, l’esperienza di degustazione inizierà il suo tour internazionale in Germania, Cina e Giappone, per poter essere condivisa con coloro che non potranno goderne alla Maison Perrier-Jouët di Épernay.

La Maison Belle Epoque a Épernay 

La villa, un tempo dimora della famiglia fondatrice di Perrier-Jouët, è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’umanità e ha aperto da pochi mesi le porte al pubblico: ospita la più grande collezione privata di Art Nouveau francese d’Europa, emblema dello stretto legame che unisce la Maison all’arte. Perrier-Jouët è fin dalle origini profondamente influenzata dall’amore dei suoi fondatori per la natura e per l’arte: dalla sua collaborazione nel 1902 con il pioniere dell’Art Nouveau Emile Gallé, creatore dell’anemone per la sua cuvée de prestige Belle Epoque, Perrier-Jouët ha commissionato lavori ad artisti come Daniel Arsham, Noé Duchaufour-Lawrance, Miguel Chevalier, Makoto Azuma, Tord Boontje, Studio Glithero, Simon Heijdens e più recentemente Vik Muniz, Ritsue Mishima, Andrew Kudless e Luftwerk.

Dalla scorsa estate, la visita è inserita nell’ambito di Belle Epoque Society, una gamma completa di esperienze che comprende tre spazi complementari: lo champagne bar Cellier Belle Epoque, la Boutique Perrier- Jouët e la Maison Belle Epoque. Nella villa è anche possibile andare alla scoperta del lavoro dello chef Sébastien Morellon, Executive Chef dal gennaio 2021: una cucina creativa ispirata alla natura che riprende i due pilastri di Perrier-Jouët, tra arte e natura.

» Alberelli di pasta ripieni

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Innanzitutto stufate gli spinaci: metteteli, dopo averli ben lavati, in una padella antiaderente con coperchio e lasciateli appassire, quindi togliete il coperchio e fateli asciugare un pochino, infine frullateli.

Preparate la pasta: mettete la farina a fontana in una ciotola, mettete al centro le uova e iniziate a sbatterle con una forchetta, poi aggiungete gli spinaci e iniziate a incorporare man mano la farina.
Infine trasferite l’imapsto sul piano di lavoro per lavorarlo bene con le mani fino ad ottenere un panetto liscio e omogeneo, non appiccicoso: copritelo con pellicola trasparente e lasciatelo riposare a temperatura ambiente per 30 minuti.

Preparate il ripieno: ripassate in una padella antiaderente lo speck, a fiamma media, in modo da far sciogliere il grasso e farlo rosolare.
Mettete in una ciotola la ricotta e amalgamatela con il parmigiano, la noc moscata e un pizzico di sale: a questo punto potete incorporare anche lo speck (dopo averlo fatto intiepidire) o tenerlo da parte e aggiungerlo separatamente al ripieno, appoggiandolo sopra la ricotta, come ho fatto io.

Riprendete la pasta, dividetela in 4 parti e stendetene 1 per volta, prima appiattendola per bene con un matterello, poi passandola nella macchinetta tira-sfoglia: dovrete ottenere uno spessore di 2-3 mm.

Ricavate gli alberelli dalle strisce di pasta stesa, aggiungete al centro, in verticale, un po’ di farcitura (io ho messo separataente crema di ricotta e poi sopra qualche cubetto di speck), quindi coprite con altri alberelli, bagnando i bordi con poca acqua prima di sovrapporli, in modo che si sigillino per bene.

Man mano che sono pronti, impilate i vostri alberelli su di un vassoio, quindi lessateli per un paio di minuti in acqua bollente leggermente salata, infine scolateli e ripassateli in padella con burro e salvia.

Gli alberelli di pasta ripieni sono pronti, non vi resta che impiattarli decorando con pepe rosa, anice stellato e parmigiano (a simulare la neve).

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