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Bruna Cerea, la lady di ferro della ristorazione italiana, compie 80 anni

Bruna Cerea, la lady di ferro della ristorazione italiana, compie 80 anni

La moglie di Vittorio del celebre ristorante tre stelle Michelin festeggia una vita votata all’ospitalità. Da quella volta che a casa cucinò i celebri cannoncini alla crema… ai viaggi a Shanghai

«Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna». aveva detto Virginia Woolf. Non possiamo che darle ragione parlando del ristorante Da Vittorio, tre stelle Michelin a Brusaporto, Bergamo. Il ristorante della famiglia Cerea che porta il nome del suo fondatore, Vittorio, deve la sua fortuna anche a Bruna: moglie, madre e da 55 anni al timone del gruppo di famiglia. Oggi 16 marzo la matriarca di casa Cerea spegne 80 candeline, fra i festeggiamente di figli, collaboratori sparsi in giro per il mondo, e degli affezioni clienti. Perché la “lady di ferro” della ristorazione italiana la conoscono tutti, perché più che dietro le quinte è sempre in sala, a girare fra i tavoli e a bacchettare i figli. Un pranzo della domenica o una cena da Da Vittorio non sarebbero così speciali senza l’accoglienza del capofamiglia (e dei due inseparabili barboncini Gigi e Sissi)!

“Grazie mamma, per avermi fatto crescere con i tuoi preziosi insegnamenti, grazie per la tua costante presenza, grazie per l’esempio che mi hai lasciato per tutta la vita. Ti voglio bene” – Chicco Cerea

Due compleamnni per Da Vittorio

Il 6 aprile Da Vittorio compie 55 anni, ma è il 16 marzo la data che tutti – dai figli con le proprie famiglie per arrivare ai dipendenti e ai collaboratori sparsi per il mondo – hanno atteso. Bruna Cerea, madre, donna appassionata del proprio lavoro e imprenditrice illuminata, festeggia le sue prime 80 primavere. Bruna, il cui vero nome è Gioconda (in suo onore, al compimento dei 50 anni del ristorante nel 2016, i figli le hanno dedicato un lievitato che si chiama proprio così), ha indissolubilmente legato il proprio destino a quello di Vittorio Cerea, il grande amore con cui ha costruito quella che oggi è considerata una delle più importanti dinastie gastronomiche mondiali.

“Ieri sei stata la mia scuola, oggi se la mia guida, per sempre sarai il mio cuore che batte” – Francesco Cerea

Quando Bruna inventò i cannoncini

Bruna e Vittorio si conoscono nel 1960, entrambi residenti a Bergamo in due vie parallele del centro città. Vittorio gestisce un piccolo bar, lei si innamora dei suoi occhi celesti. Un colpo di fulmine, che cambierà la loro storia e anche quella della cucina italiana. Si sposano dopo 3 anni, durante i quali Bruna comincia a sperimentare nella cucina di casa idee, che poi Vittorio porta al locale e fa assaggiare ai clienti: tra questi torte e cannoli, cotti più volte al giorno, che ancora oggi fanno concludere in bellezza un pranzo al Da Vittorio. Nel 1964 nasce Chicco, primo di una genia di figli d’arte (seguiranno Francesco, Barbara, Roberto e infine Rossella) che oggi sono orgogliosi alfieri di un nuovo modo di concepire il fine dining e l’accoglienza.

Bruna Cerea è prima di tutto la mamma che con i suoi insegnamenti mi ha reso la donna che sono, è una compagna, un’amica e una sostenitrice e lo resterà sempre – Rossella Cerea

L’azzardo: il primo ristorante di pesce di Bergamo

La data da segnare negli annuali per Bruna e Vittorio è il 6 aprile 1966 quando a Bergamo, in viale Roma, dopo aver rilevato un ristorante in fallimento, apre Da Vittorio: un’avventura che i due non potevano ancora sapere sarebbe diventata la pietra di fondamento di un percorso unico, costellato di stelle Michelin. Il primo Da Vittorio combinava il talento, la passione e la genialità del patron con il rigore, la costanza, la dedizione della moglie. Non serve ricordare quanto l’intuizione di Vittorio si sia rivelata un azzardo vincente: portare la cucina di pesce in una città votata alla carne. Ma senza il sostegno di Bruna e la sua determinazione nel portare avanti un progetto all’epoca così all’avanguardia, sarebbe stato tutto più difficile.

“Mamma è la forza di credere in un sogno, con passione, volontà, audacia e un pizzico di incoscienza, è la sicurezza e la lucidità che ci tiene sempre uniti, è un futuro ricco di progetti, con grinta e determinazione. Lei non molla mai e noi non possiamo che esserne orgogliosi ” – Roberto Cerea

Da lì è stato un susseguirsi di tappe bruciate alla velocità della luce: il ristorante sempre pieno, la prima, inaspettata e felice stella guadagnata da Da Vittorio nel 1978, la seconda in tandem con i figli nel 1996, l’ultima, nel 2010, bellissima e insieme triste perché il patriarca era venuto a mancare 5 anni prima, poco dopo il trasferimento a Brusaporto. Ed è proprio in quel momento difficile per tutti, che emerge ancora più forte il carattere di Bruna, che prende per mano tutti, dai figli ai dipendenti, e li conduce verso nuove mete, infondendo coraggio e serenità. La famiglia è più unita che mai e tutti sono alla ricerca di nuovi orizzonti, in Europa come in Asia.

“Mia madre mi ha insegnato la professionalità e la determinazione, la dolcezza e il rigore e la ringrazio ogni giorno per non avermi mai giudicato nelle scelte che ho compiuto. Vorrei poterle stare accanto ogni giorno per ringraziarla della donna meravigliosa che è” – Barbara Cerea

«Ogni tanto penso che dovrei fermarmi, eppure non ne sono capace, sono troppo innamorata di quello che vedo qui e troppo grata per quello che qui ricevo», dice Bruna, sempre la prima ad arrivare al ristorante e sempre l’ultima a uscirne. E che non rinuncia mai, nel giorno di chiusura, a cucinare per la sua tribù di figli, nuore, generi, nipoti (sì, anche per i suoi due chef stellati, da cui ha carpito alcuni segreti, ma che continuano ad amare quello che lei prepara loro). Oggi però sono parenti, collaboratori e amici a invitare la signora Bruna a godersi la torta che le è stata preparata.

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L’orecchia d’elefante dei Cerea ora è solo “on demand”

L'orecchia d'elefante dei Cerea ora è solo "on demand"

Chi vorrà gustare la costoletta simbolo del ristorante tristellato Da Vittorio dovrà prenotarla (sperando che ce ne sia ancora)

È uno dei piatti simbolo del cinquantesimo anniversario del ristorante Da Vittorio a Brusaporto (Bg), tre stelle Michelin, ma dal 15 febbraio scorso è uscito dal menu. La celebre orecchia d’elefante dei fratelli Cerea ora si potrà gustare solo su prenotazione fino a esaurimento dei pezzi. Il perché della scelta? La famiglia non riesce più a soddisfare le tante richieste di poter assaporare questo secondo, omaggio alla passione di papà Vittorio Cerea per la carne e per la qualità dei tagli, maturata durante la sua prima esperienza da garzone di bottega, proprio in una macelleria.

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L’orecchia d’elefante del ristorante Da Vittorio

Com’è l’orecchia d’elefante dei Cerea

Impanata con pane e grissini così da rendere particolarmente croccante lo scrigno esterno e mantenerne tenera e morbida la carne, servita con patate al forno e pomodorini di Pachino appena scottati: questa è la versione originale dell’orecchia d’elefante che verrà mantenuta così com’è. «La nostra costoletta nasce da una materia prima d’eccellenza: innanzitutto, carne di vitello sanato pesante di razza piemontese, da animali contingentati», spiegano Chicco e Bobo Cerea. «Acquistiamo dai migliori allevatori la totalità delle pezzature e della dimensione necessaria a realizzare la nostra costoletta, che è doppia rispetto al normale e pesa intorno ai due chili e mezzo. Chi vorrà gustarla dovrà prenotare, ma senza la certezza che ci sia ancora disponibilità».

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Chicco e Bobo Cerea.

 

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