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Cioccolato o cioccolata? La storia del magico viaggio del cacao

La Cucina Italiana

La storia europea del cioccolato inizia nel Cinquecento, quando Hernán Cortés, approdato nelle coste dell’odierno Messico, scopre una bevanda prodigiosa, perché fatta con le fave di cacao, considerate dalle popolazioni americane cibo degli dèi e preziosa merce di scambio. Il prodotto e la bevanda giungono prima in Spagna e solo dopo nel resto del continente. In Italia, le prime tracce della parola ci conducono all’alba del Seicento, quando comincia a circolare per merito del viaggiatore fiorentino Francesco Carletti nella forma cioccolate (1606), adattamento dello spagnolo chocolate, a sua volta derivato dall’azteco chocolatl.

Dal Seicento in avanti si registra una moltitudine di varianti, più o meno vicine alla forma spagnola: cioccolata come composto alimentare appare a Roma nel 1668; Francesco Redi, medico, naturalista e accademico della Crusca, scrive nel 1685: «In nostra lingua l’uso ha introdotte le voci Cioccolate, Cioccolatte, Cioccolata e Cioccolato derivate dal nome indiano». Questa moltitudine di forme, oscillanti nella desinenza e nel genere, non deve sorprendere, perché è dovuta al naturale processo di adattamento di una parola esotica in una lingua diversa, e si protrae per molto tempo: ce lo mostra la documentazione che stiamo raccogliendo nella banca-dati del progetto “Atlante della lingua e dei testi della cultura gastronomica italiana dall’età medievale all’Unità” (AtLiTeG).

Maschile o femminile?

Almeno fino all’Ottocento, la forma «cioccolato» e quella «cioccolata» si alternano, senza alcuna distinzione nel significato. Solo nel Novecento, grazie alla commercializzazione del prodotto su larga scala, comincia a farsi strada la distinzione tra cioccolata “bevanda” e cioccolato “alimento”, anche se, per il secondo significato, parte della lessicografia moderna indica ancora le due forme come alternative.

Firenze, città barocca del cioccolato

«Il brun cioccolatte» diventa ben presto bevanda da signori, anzi, da giovin signori, si potrebbe dire, conquistando i salotti di tutta Italia, fino al Giorno di Giuseppe Parini. La cioccolata assaggiata da Cortés in Messico era però molto distante da quella poi diventata di moda in Occidente. È nel secolo del Barocco che molti provano a migliorarne la composizione: dalla Francia alla Svizzera, da Torino a Modica, un ruolo di rilievo spetta anche a Firenze. Intorno al 1666, nella Spezieria di Boboli nasce la cioccolata al gelsomino, «squisita gentilezza» – come Redi ebbe a dire – la cui ricetta, di proprietà dei Medici, rimase a lungo segreta. Del resto, sappiamo ora che una delle prime ricette della ciocolata si trova in un ricettario appartenuto al convento della Santissima Annunziata di Firenze (1664 circa): ed è, questa, una novità assoluta che proviene dalle nostre ricerche. Bisognerà aspettare l’Ottocento per avere il cioccolato in tavolette: uno dei primi esempi di cioccolata con questo significato è infatti nel Vocabolario metodico di Giacinto Carena (1846: pani di cioccolata).

Che cosa è AtLiTeG

L’Atlante della lingua e dei testi della cultura gastronomica italiana dall’età medievale all’Unità è un progetto in via di realizzazione finanziato dal ministero dell’Università e Ricerca. Si esprimerà in una banca dati testuale, un Vocabolario digitale e un Atlante, che riporterà su webGIS la distribuzione geografica e storica dei dati ricavati dai testi. La cartina mostra le frequenze delle forme di cioccolata in base alla documentazione della banca dati del progetto.

Testi di Giovanna Frosini e Monica Alba

» Pasta biscotto al cacao

Misya.info

Separate i tuorli dagli albumi, montate questi ultimi a neve ben ferma e poi, separatamente, montate anche i tuorli con lo zucchero e la vaniglia fino a renderli chiari e spumosi.

Incorporate farina, fecola, cacao e bicarbonato ben setacciati nei tuorli, infine aggiungete anche gli albumi, mescolando piano dal basso verso l’alto per non farli smontare.

Versate il composto sulla teglia rivestita di carta forno, livellate la superficie e cuocete per circa 10 minuti in forno ventilato preriscaldato a 180°C.

Una volta cotta, sfornate la pasta biscotto, copritela con un secondo voglio di carta forno e arrotolatela su se stessa, mentre è ancora calda e lasciatela raffreddare così.

Una volta fredda, la pasta biscotto al cacao sarà pronta per essere farcita.

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