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Vino, cosa metto in cantina? 9 scelte di Cristina Mercuri

Vino, cosa metto in cantina? 9 scelte di Cristina Mercuri

Parliamo di vino e della prima donna italiana che sarà Master of Wine. Ha lasciato la carriera di avvocato per dedicarsi alla sua più grande passione: il vino. E da “secchiona”, come lei stessa si definisce, Cristina Mercuri ha puntato al titolo più ambizioso del mondo, quello di Master of Wine, e a breve sarà la prima donna italiana a potersene fregiare. Fondatrice di Wine Club, accademia innovativa nella didattica del vino, tiene corsi e masterclass nei più importanti eventi a tema, come il Vinitaly e la Milano Wine Week.

Modi di dire: darla a bere

Diciamoci la verità: la maggior parte di noi, pur non capendoci un tubo di vino, non resiste alla tentazione di fare il furbo e di imbonire i commensali con competenze di cui ha appena sentito parlare. Ma anche il raggiro e la truffa hanno le proprie regole: per cui, se vogliamo fare finta di essere degli esperti internazionali di vino anche se l’unica osservazione corretta che siamo in grado di fare è distinguere il rosso dal bianco, dobbiamo seguire determinati criteri. Non più parole, quindi, ma gesti: gesti semplici, misurati ed esperti, così da poter buggerare anche i più diffidenti. Se la vostra cerchia di amici, quindi, ha fatto l’errore di credervi esperto (maschile, perché i maschi sono molto più propensi a millantare), arriverà il momento in cui, a cena fuori, il sommelier arriverà con la bottiglia e chiederà: chi assaggia? «Lui» lascerete che tutti dicano con fiducia indicando voi. Questo è il primo scoglio da superare. Quando si assaggia il vino al ristorante si fa una cosa sola: si annusa. Non si guarda, non si porta alla bocca, non si fanno gargarismi come se il sommelier fosse lì per estrarci un molare. Semplicemente, si prende il bicchiere per la base e lo si porta al naso, senza agitare e roteare il vino come se fosse una muleta davanti a un toro: quello che stiamo facendo è valutare se il tappo ha fatto dei danni, e in questo caso l’odore che ci arriverà è netto, non c’è bisogno di un sommelier, il tanfo di muffa è uno di quelli che l’evoluzione ci ha addestrato a distinguere meglio. Roteando potremmo aiutare il vino a sprigionare gli aromi volatili più grati, che magari ci confonderebbero. Il vino potrebbe avere altri difetti, non dovuti al tappo, ma questo lo sentirete solo dopo, alla degustazione, quando ormai quella bottiglia l’avete accettata; e quindi vi tocca pagarla, sennò sì che passate per cafoni, hai voglia a saper annusare.

Marco Malvaldi

Bicchieri e posate monouso: come comportarsi da luglio 2021

Bicchieri e posate monouso: come comportarsi da luglio 2021

Fra un mese entrerà in vigore la direttiva europea che ha l’obiettivo di ridurre i rifiuti plastici, specialmente quelli che finiscono in acqua

Manca un mese e l’Unione europea dirà addio alla plastica monouso: dal prossimo 3 luglio entrerà in vigore la direttiva europea Sup (Single Use Plastic), che ha l’obiettivo di ridurre i rifiuti plastici, specialmente quelli che finiscono in acqua, di almeno il 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030.

Quali sono i prodotti vietati?
I prodotti in plastica monouso che non saranno più immessi sul mercato e a cui sarà necessario rinunciare sono: posate, piatti, bicchieri, palette, tazze, cannucce, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo espanso, bastoncini cotonati per le orecchie, bastoncini per palloncini e tutti i prodotti realizzati con plastiche oxo-degradabili (plastiche comuni che si rompono facilmente in piccolissimi pezzi per via degli additivi contenuti e contribuiscono così all’inquinamento delle microplastiche negli oceani). Come è scritto nella direttiva, si tratta di prodotti “per i quali esistono alternative economiche prive di plastica sul mercato”.

Che cosa si intende per plastica monouso?
Secondo la direttiva, gli oggetti in plastica monouso sono “quelli fatti di plastica in tutto o in parte, generalmente destinati a essere utilizzati una sola volta oppure per un breve periodo di tempo prima di essere gettati”.

E la plastica biodegradabile?
Rientra nella categoria anche la plastica biodegradabile/a base organica perché, come specifica la Commissione europea, “attualmente non esistono norme tecniche ampiamente condivise per certificare che un determinato prodotto di plastica sia adeguatamente biodegradabile nell’ambiente marino in un breve lasso di tempo e senza causare danni all’ambiente”.

I prodotti a base di carta con uno strato in plastica sono considerati in plastica monouso?
Sì: il semaforo è rosso anche per bicchieri e tazze di carta che presentino anche un solo strato di plastica: in questo caso non è previsto il divieto ma l’obbligo di ridurre i consumi. La ragione è questa: “Quando questi prodotti – come tazze, contenitori o piatti per alimenti – vengono gettati via, la carta si degrada in maniera relativamente rapida, ma la parte di plastica può rimanere nell’ambiente per molti anni e può potenzialmente disintegrarsi ulteriormente in particelle di microplastica”. Se questi prodotti non rientrassero nel campo di applicazione della direttiva, è scritto nel documento, “ciò indebolirebbe notevolmente l’impatto sulla riduzione dei rifiuti marini e sulla promozione di un’economia più circolare, non da ultimo a causa del rischio che bicchieri realizzati interamente in plastica vengano semplicemente sostituiti da bicchieri a base di carta, prodotti con rivestimenti o rivestimenti in plastica, senza modificare i relativi modelli di consumo dispendioso”.

E allora, che cosa possiamo utilizzare per i pic nic, le feste o gli aperitivi?
Piatti e bicchieri di carta possono essere utilizzati, ma a patto che non contengano nemmeno uno strato in plastica. In alternativa, in commercio si trovano facilmente stoviglie realizzate in bambù, foglie di palma, canna da zucchero o fibre di grano. L’alternativa, certamente ancora più sostenibile (e anche economica!), è quella di non utilizzare piatti, posate e bicchieri usa e getta, ma di scegliere quelli riutilizzabili.

 

 

 

Arco

Si prepara nel mixing glass con ghiaccio. Decorare con una ciliegina. Servire nei bicchieri da cocktail.

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