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Gli gnocchi ricci, l’antichissima ricetta di Amatrice

Gli gnocchi ricci, l’antichissima ricetta di Amatrice

Sembra che sia ancora più antica dell’amatriciana: la ricetta degli gnocchi ricci nasconde un segreto, che è nella manualità e nella costanza di chi li prepara. Come quella superba di Maria, del ristorante Roma

Fra le tante ricette della zona di Amatrice, ce n’è una che merita di essere scoperta. Per una volta non stiamo parlando dell’amatriciana, cavallo di battaglia della piccola cittadina, dei suoi abitanti e di tutta la zona circostante. Ma degli gnocchi ricci, una pasta fatta a mano e realizzata come da tradizione con una superba manualità. Secondo alcune fonti si tratta di una preparazione ben più antica dell’amatriciana stessa, consumata dalle famiglie nobili del luogo e tramandata fino a oggi. Di certo un piatto più sconosciuto, una chicca della cucina amatriciana e laziale.

Cosa sono gli gnocchi ricci

Prima di tutto gli gnocchi ricci non sono gnocchi, nel senso che nell’impasto sono presenti tre ingredienti, farina, acqua e uova, ma non patate. Quelle che si formano inizialmente dall’impasto però, prima di lavorarle manualmente, sono piccole porzioni, poco più grandi di un’unghia, che hanno la forma degli gnocchi. Da qui la lavorazione si fa complessa: gli gnocchi vanno trascinati con le dita, rivoltati e poi lasciati seccare. Nel girarli acquistano la riconoscibile forma “a riccio”.

La ricetta degli gnocchi ricci

A raccontare la ricetta del piatto c’è Maria, cuoca storica e tenace del ristorante Roma, che ha tramandato le ricette della famiglia Bucci fino a oggi, di generazione in generazione. Il ristorante infatti ha aperto nel 1896, proprio ad Amatrice, ed è il più antico della cittadina. Negli anni è cresciuto diventando anche albergo e luogo per ricevimenti, con più di 500 coperti. Al momento del sisma del 24 agosto 2016, era in costruzione anche una piscina. Dal 2017 viene creata un’area food molto vicina ad Amatrice, che potrà accogliere i ristoratori e le ristoratrici che hanno perso le proprie attività. Tra queste, fortunatamente, c’è anche il ristorante Roma, con Maria e i suoi figli, Simona e Alessio, e con le sue copiose fiamminghe di amatriciana, gricia, ravioli e risotto papale, una ricetta creata in occasione della visita di papa Giovanni Paolo II, con prosciutto, besciamella e mozzarella; e poi ci sono i dolci della tradizione preparati da Alessio, tra cui i piccoli gelatini, il tartufo, la torta mimosa, la millefoglie, la zuppa inglese e lo strepitoso zabaione.

Gnocchi ricci
Gnocchi ricci.

E poi loro, gli gnocchi ricci, che in questo nuovo spazio, decisamente più piccolo del precedente, ma ancora accogliente e vivo come sempre, non smettono di avere un ruolo di primo piano. Maria racconta di una preparazione meticolosa, integralmente fatta a mano, che richiede una certa manualità e velocità. Proprio per questo, se ne fanno pochi per volta, in modo da accontentare tutti i clienti. La ricetta classica vorrebbe come condimento il sugo di castrato, ma è possibile anche scegliere altre varianti: l’amatriciana, l’amatriciana bianca (come qui chiamano la gricia), il sugo semplice oppure un condimento in bianco con burro e salvia. In ogni variazione è presente una ricchissima dose di formaggio a completare la pasta, molto sorprendente per la consistenza corposa e allo stesso tempo viscosa della pasta, perfetta per accogliere il condimento.

E l’impasto? Si parte da due impasti differenti. Mezzo chilo di farina in tutto, divisa in due parti. In una si aggiungono cinque uova, nell’altra, la stessa quantità di liquidi in acqua bollente. Dopo averli lavorati, i due impasti saranno riuniti e si potrà cominciare la parte della modellazione degli gnocchi, indubbiamente quella più complessa. Tra tutti i ristoranti amatriciani, il ristorante Roma è sicuramente il migliore dove gustare questo piatto o, in occasioni speciali, richiederli su ordinazione. Sia per la presenza della ricetta originale, sia per la passione e la perseveranza con cui vengono proposti.

Amatriciana ricetta originale di Amatrice

Amatriciana ricetta originale di Amatrice

La ricetta originale dell’Amatriciana prevede la cipolla? Meglio spaghetti o bucatini? Chiariamo una volta per tutte i dubbi su questo primo piatto della tradizione tanto amato quanto discusso

L’amatriciana è una di quelle ricette capaci di suscitare grandi emozioni, sia quando la si mangia che quando se ne parla. Le diatribe riguardano soprattutto gli ingredienti da usare: Amatriciana con cipolla o senza, pancetta o guanciale, pasta lunga o pasta corta? Le domande sono tante, ma la ricetta originale dell’amatriciana è una sola, depositata proprio al Comune di Amatrice.

Amatriciana: ricetta originale depositata

Iniziamo a sciogliere i primi dubbi: nella ricetta originale dell’amatriciana non c’è la cipolla né tantomeno meno l’aglio. Gli ingredienti principali sono esclusivamente guanciale, pomodori e formaggio pecorino grattugiato. Il formato di pasta? La ricetta di Amatrice prevede gli spaghetti e non i bucatini.

Ingredienti
500 g di spaghetti
125 g di guanciale di Amatrice
6 o 7 pomodori San Marzano o 400 g di pomodori pelati
100 g di pecorino di Amatrice grattugiato
un cucchiaio di olio di oliva extravergine
un goccio di vino bianco secco
un pezzetto di peperoncino
sale

Amatriciana ricetta originale di Amatrice: Procedimento
Mettete in una padella, preferibilmente di ferro, l’olio, il peperoncino ed il guanciale tagliato a pezzetti.
“La proporzione di un quarto, rispetto alla pasta, é tradizionale e sacra per gli esperti e, o si mette il guanciale, vale a dire la parte della ganascia del maiale, o non sono spaghetti all’amatriciana, solo con esso avranno una delicatezza e una dolcezza insuperabili”.

Rosolate a fuoco vivo e sfumate con il vino. Togliete dalla padella i pezzetti di guanciale, sgocciolate bene e teneteli da parte, possibilmente in caldo. In questo modo si evita il rischio di farli diventare troppo secchi o salati e resteranno più morbidi e saporiti.

Unite i pomodori tagliati a filetti e puliti dai semi (meglio prima sbollentarli, per rimuovere più facilmente la pelle). Aggiustate di sale, mescolate e cuocete per qualche minuto. Togliete il peperoncino, aggiungete nuovamente i pezzetti di guanciale e mescolate la salsa.

Cuocete intanto gli spaghetti bene al dente, in abbondante acqua salata. Scolate la pasta e mettetela in una terrina aggiungendo il pecorino grattugiato. Attendete qualche secondo e poi versate la salsa. Mescolate e, se lo desiderate, aggiungete altro pecorino.

Come tutte le ricette della nostra splendida cucina italiana, anche l’Amatriciana si presta a diverse interpretazioni: c’è chi preferisce non utilizzare il peperoncino, chi fa rosolare il guanciale nel suo stesso grasso senza aggiungere olio e chi non sfuma con il vino. Non vi resta che decidere se seguire la ricetta di Amatrice o la vostra creatività.

Amatriciana: origine e curiosità

Una volta chiariti tutti i dubbi sulla ricetta originale dell’amatriciana, possiamo passare ad alcune curiosità sulla sua origine.
Lo sapevate che l’amatriciana è nata in bianco? Solo verso la fine del 1700, con l’arrivo del pomodoro, si tinge di rosso. Ne parla per la prima volta il cuoco Francesco Leonardi nel suo Apicio Moderno (1790), spiegando come l’amatriciana sia l’evoluzione della gricia con l’aggiunta del pomodoro.

Fino al 1927 Amatrice faceva parte della provincia dell’Aquila, quindi l’amatriciana non è propriamente una ricetta della cucina romana. Furono i pastori, con i loro spostamenti stagionali legati alla transumanza, a portare questo piatto verso le campagne romane. Pare che la sua diffusione definitiva fu sancita dall’emigrazione degli amatriciani a Roma a causa della crisi della pastorizia e il loro conseguente impiego nella ristorazione. Il resto è tutto merito della bontà del sugo, che l’ha reso popolare a partire dall’Ottocento e trasformata in un classico intramontabile.

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