Son tutte belle le mamme del mondo quando uno chef si portano al cuor

Son tutte belle le mamme del mondo quando uno chef si portano al cuor

Le parole più dolci dedicate dagli chef alle loro mamme e le foto che li ritraggono insieme. Guardate il nostro album tenerissimo!

Severi, professionali, geniali. A guardarli così austeri nelle loro giacche bianche, chef e cuochi sembrano nati grandi. Senza paure, gelati sciolti tra le mani e ginocchia sbucciate. Ma la festa della mamma che si avvicina, è l’occasione giusta per ricordare che anche loro sono stati piccoli piccoli, proprio come noi. Che anche loro si sono rifugiati tra le braccia delle loro belle mamme, hanno fatto i capricci e qualche pianto per crescere e diventare quelli che sono oggi.

Bruno Barbieri

Legatissimo alla mamma Ornella, intervistato da TV Sorrisi e Canzoni lo chef le ha dedicato queste parole:
«La mamma è sempre la mamma. Con lei ho un rapporto meraviglioso, fatto di complicità, affetto e amore profondo. Fin da bambino la chiamavo Ma e non ho mai smesso di chiamarla così. Le mie sorelle i miei nipoti ci prendono in giro chiamandomi ‘il suo bambino’ perché per lei lo sono ancora: in inverno metto ancora la maglietta della salute perché lei vuole così! Il suo vero lavoro era la sarta. Ricordo ancora i magnifici vestiti che mi faceva a carnevale ho sempre vinto il primo premio (torero, marhaja, astronauta). E per la mia prima comunione mi fece un meraviglioso vestito nero, giacca e pantaloni corti ma io li volevo lunghi e con le forbici gli feci un gran taglio. Ci mise una settimana per rammendarli, ma lei con la sua dolcezza non mi diete neanche una sberla: aveva capito che stavo diventando grande. Ora è in pensione e si dedica, nonostante qualche acciacco, alla cucina. Dimenticavo, è lei la vera chef di casa».

Alessandro Borghese

Barbara Bouchet è la celebre mamma di Alessandro, che parlando di lei a Oggi, ha fatto sorridere molti lettori.
«Barbara non era la tipica mamma italiana, quella che ti prepara il panierino con la brioche o ti rimbocca le coperte. Lei me le dava con un cucchiaio di legno, mi tirava giù i pantaloni e mi sculacciava. In questo era molto severa, molto tedesca… Se ho preso una cosa da lei è stata l’attitudine a voler stare al centro dell’attenzione».

Antonino Cannavacciuolo

Severa anche Anna, la mamma di Antonino Cannavacciuolo che ha raccontato a Corriere: «A casa comandavo io, perché un genitore come ti dà da mangiare così ti deve dare l’educazione. (…) Il mio era un bambino di cuore. Una volta a Natale la maestra aveva fatto fare dei lavoretti alla classe e ognuno aveva una candela. Una si ruppe e Tonino si offrì di prendere lui quella. Un’altra volta era al campetto di calcio, stava mangiando il panino con salame e si accorse che un suo amico più grande lo guardava: non si accontentò di dargliene un pezzo, venne a casa a prepararne un altro per lui. E un’altra volta comprò la carbonella a una vecchietta che neanche conosceva. È sempre stato buono…(…) Il giorno che è partito militare le tapparelle di casa sono rimaste abbassate a lutto. Quanto ho pianto. E quanto mi è costato! Tornava da Orvieto tutti i venerdì e ripartiva la domenica, con la borsa piena di provviste e qualche soldo che gli davo per mangiare la pizza con gli amici».

Joe Bastianich

Qui la vera star in cucina è mamma Lidia di cui dice: «Le donne sono le migliori, non cucinano per bisogno d’approvazione, ci mettono passione e amore. Come mia mamma». Lei invece, intervistata da Gente, ci ha ricordato le nostre mamme quando parlano del nostro piatto preferito (ovviamente cucinato da loro):  «Il piatto preferito di Joe? Risotto all’aragosta: si fa il sugo con i carapaci, piccantino, molto gustoso, coda e zampe solo alla fine».

Davide Oldani

Anche Luigia, la mamma di chef Davide Oldani ha avuto un ruolo fondamentale nella sua carriera: «Per anni mi sono sentito dire che ho un palato femminile. L’ho sempre preso come un complimento e devo ammettere che me lo riconosco, perché è un’espressione che si usa per definire un palato morbido, delicato, raffinato: un palato da mamma. E che fosse davvero morbido, delicato e raffinato quello della mia mamma, io non sono in grado di dirlo, ma ricordo perfettamente quando lei, seduta accanto o davanti a me, assaggiava il primo cucchiaio di minestra o la prima forchettata di pasta: quel boccone stabiliva se il piatto era caldo ma non bollente, se il sapore era buono e non salato o insipido, se la consistenza era quella giusta. Per me, naturalmente: il palato della mamma sceglieva l’equilibrio giusto per me. E se quell’equilibrio c’era, il secondo boccone era mio. Per questo mi fa piacere quando mi dicono che ho un palato femminile, perché in un certo senso, fin da allora, la mia mamma mi ha inconsapevolmente suggerito come avrei dovuto fare il cuoco: nutrendo».

E allora, guardiamo questi e altri bellissimi ritratti di famiglia (nella gallery qui in alto). Viva la mamma!

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