Smacafam trentino – La Cucina Italiana

Smacafam trentino - La Cucina Italiana

In Trentino, prima dell’arrivo della Quaresima, la lucanica dà il meglio di sé con questa torta salata di cui esistono numerose varianti, anche con pancetta e farina di grano saraceno. Mentre l’alto Adige è il regno della segale e del pane di Fiè. Magari con lo speck

La “focaccia” di Carnevale? Esiste, eccome se esiste: si trova in Trentino ed è lo smacafam, una sorta di torta salata che funge anche da merenda perfetta tra l’Adamello e le Dolomiti. Una preparazione semplice e sostanziosa già dal nome, che in dialetto trentino significa “schiaccia fame”. “Onto e bisonto soto tera sconto, sconto ‘n te ‘na cassetta se te ‘ndovini ten dago ‘na fieta”, recita un antica filastrocca trentina dedicata allo smacafam. Che infatti viene cotto sotto la cenere e ha come ingredienti farina bianca, latte, olio, lucanica fresca, pancetta affumicata, burro e sale.

Una salsiccia molto particolare

Per preparare lo smacafam occorre, innanzitutto, far rosolare la lucanica trentina, sotto forma di pasta o sbriciolata e ridotta in piccoli pezzi. La lucanica è uno degli ingredienti-simbolo della gastronomia trentina: a dispetto del nome non è una comune salsiccia (luganega) ma viene preparata con carne di suino di prima scelta con l’aggiunta di grasso morbido, sale, pepe macinato e aglio tritato. Il tutto infilato in un budello lungo circa 15 centimetri, diviso in due e poi, dopo l’asciugatura, stagionato per un periodo minimo di 3 settimane. Più ci si avvicina all’Alto Adige e maggiore è la probabilità di trovare anche la variante affumicata della lucanica. Mentre non mancano le varianti in cui compare anche la carne bovina, ovina, caprina o addirittura la selvaggina.

Il procedimento

Dunque, dopo aver rosolato la lucanica fino a renderla croccante, si passa alla preparazione dell‘impasto, a base di farina bianca, uova, latte, sale e pepe. Si aggiunge la lucanica rosolata e il lardo e poi si schiaccia l’impasto su una teglia unta con dell’olio. La cottura in forno termina solo con la doratura della superficie. Il risultato è ottimo, non si finirebbe mai di mangiare questo smacafam. Anche se, come si accennava sopra, la procedura tradizionale prevede la cottura sul fuoco, anzi sotto la cenere. Le ricette variano comunque da valle a valle, e tra gli ingredienti spesso figura la pancetta affumicata o il grana, mentre non mancano nemmeno le varianti preparate con farina di grano saraceno.

Verdure come contorno

Lo smacafam si accompagna perfettamente con le verdure fresche, come il tarassaco (ricordate? L’ultima volta lo abbiamo visto con una particolare guastedda in provincia di Enna, all’altro capo d’Italia!), oppure con patate e fagiolini. Ma anche con i crauti, prendendo in prestito il tipico accompagnamento della lucanica trentina. Ed è buono anche il giorno dopo, se è vero il detto trentino “lo smacafam per ancoi e… per doman”. Certo è che lo smacafam nasce come ricetta tipicamente casalinga, trionfo di carne prima dell’inizio della Quaresima. Le origini sono probabilmente legate alla stessa affermazione della lucanica trentina, avvenuta nel Medioevo e affermatasi definitivamente tra il XIV e il XV secolo.

Gli schüttelbrot altoatesini

E in Alto Adige? Qui la focaccia tipica non ha nulla a che vedere con il Carnevale ed è il pane di Fiè o schüttelbrot (“pane scosso”), il pane croccante schiacciato preparato con farina di frumento e di segale e lievito. Si formano dei piccoli panetti che vengono lasciati riposare in un luogo umido per 10 minuti, e poi schiacciati e cotti in forno. Di solito son arricchiti con finocchietto selvatico, cumino o trigonella. Il pane di Fiè viene tipicamente farcito con speck, formaggi o altri salumi. Si tratta di uno dei prodotti di punta della tradizione panificatoria altoatesina: si può trovare in tutto il territorio della provincia, anche se il nome lascia pensare a una lontana origine nei masi di Fiè allo Sciliar, ai piedi dell’omonimo, imponente massiccio dolomitico. Dove i contadini elaborarono questo pane gustoso, adatto per essere conservato a lungo.

Il viaggio

Smacafam e pane di Fiè entrano quindi a far parte del nostro viaggio tra pizze, focacce e piadine d’Italia. Ecco le puntate precedenti: gofri piemontesi, pizza al padellino torinese, focaccia novese, piscialandrea imperiese, focaccia genovese, schiacciata mantovana, schizzotto padovano, pinza onta polesana, pinzone ferrarese, chisola piacentina, erbazzone reggiano, crescentina modenese, crescente bolognese, piadina romagnola, schiacciata toscana, crescia marchigiana, chichì ripieno ascolano, torta al testo umbra, pizza bianca romana, pizza scima abruzzese, pizza napoletana, fucuazza e strazzata lucana, focaccia barese, pitta calabrese, focaccia messinese, scacciata catanese, scaccia ragusana, pastizzu modicano, guastedde e nfigghiulate ennesi, fuata nissena, sfincione palermitano, rianata trapanese, mustazzeddu sulcitano, pane modde logudorese.

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