Il vino della settimana: Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2017 La Staffa

Il vino della settimana: Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2017 La Staffa

Prendendo in prestito il titolo del film di Ben Stiller, “Giovani, carini e disoccupati”, bisogna dire che invece Riccardo Baldi è giovane, carino e occupatissimo. A soli 28 anni fa parte, infatti, di quella nouvelle vague del distretto dei Castelli di Jesi che ce la sta mettendo tutta per riportare il verdicchio ai livelli di eccellenza e di fama che si merita. Un impegno nato nel 2009, quando abbandona gli studi universitari di Economia e Commercio e sceglie di occuparsi della piccola tenuta acquistata dal papà, nel 2004. Curioso, caparbio e sensibile, produce da subito vini che piacciono e che collezionano premi, fino ad approdare nel 2018 sulle pagine del “The New York Times”, segnalato come il produttore di uno dei migliori 20 vini al mondo sotto i 20 dollari.
La maggior parte delle vigne si trova intorno alla cantina, in contrada Castellaretta, nel comune di Staffolo, a circa 400 metri di quota. La lavorazione va ben oltre la certificazione biologica e si basa su un attento studio del terreno e delle piante, volto a capire come ridurre al minimo l’impiego del rame. Le attenzioni di Riccardo proseguono in cantina, dove lavora le uve con rispetto, naturalità e con una ricerca maniacale che dal 2016 l’ha portato, per esempio, a utilizzare solo lieviti indigeni per la vinificazione. La Staffa comprende 12 ettari di vigna per una produzione di circa 50.000 bottiglie all’anno. Ad oggi i Verdicchio prodotti sono tre, due riserve e questo vino “base” che, come ha sottolineato anche il “The New York Times”, è uno dei migliori bianchi italiani per rapporto qualità/prezzo. È un vino elegante e sapido, di corpo misurato e aromi delicati di fiori di ginestra e fieno, che lo rendono un grande compagno della tavola. Si può bere subito, ma il consiglio è quello di farne una buona scorta, perché dopo qualche anno in bottiglia è ancora più stupefacente.

Perché adesso: le bottiglie prodotte sono poco meno di 40.000, ma ora che è stato scoperto dagli americani potrebbe diventare introvabile.
Com’è fatto: fermentazione in vasche di acciaio e cemento, affinamento sulle fecce in vasche di cemento per circa tre mesi; è una cuvée di più vigneti, piantati tra il 1972 e il 2010 su terreni argilloso-calcarei, con un’importante componente di carbonato di calcio, che dona l’inconfondibile impronta salina ai vini de La Staffa.
Da abbinare con: antipasti di pesce, primi di terra, secondi di pesce, formaggi freschi.

Servitelo a: 8-10 °C.
Prezzo: 10 euro.
vinilastaffa.it

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