Il vino della settimana: Brunello di Montalcino 2013 Biondi Santi

Il vino della settimana: Brunello di Montalcino 2013 Biondi Santi

Dalle vigne della Tenuta Greppo è nato uno dei rossi toscani più famosi nel mondo. Un grande classico che vale sempre la pena di stappare, anche solo per festeggiare l’arrivo dell’autunno

Non c’è in Italia azienda vinicola che sia così intimamente legata a un vino e a un territorio di produzione come Biondi Santi. Se oggi esiste il Brunello di Montalcino, il merito è tutto di Clemente Santi che, a metà Ottocento, provò a vinificare il vitigno sangiovese in purezza, con l’idea di dare vita a un rosso corposo, che potesse invecchiare per molti anni. L’intuizione fu rivoluzionaria per quei tempi, tanto che nel 1869 il suo “vino rosso scelto (brunello)” ottenne una medaglia alla fiera internazionale di Montepulciano. Qualche anno dopo, nel 1888, il nipote Ferruccio Biondi Santi produsse la prima annata di un vino che riportava in etichetta la scritta “Brunello di Montalcino”, il capostipite di una storia gloriosa che ha altre tappe fondamentali nel 1966, quando Tancredi, figlio di Ferruccio, scrisse il disciplinare per la produzione del Brunello, e nel 1999, quando la rivista americana “Wine Spectator” inserì il Brunello Biondi Santi 1955 tra i 12 migliori vini al mondo del XX secolo.

Nel 2016 la famiglia Biondi Santi ha trovato nel francese Gruppo Epi, un partner per perseguire gli obiettivi di crescita prefissati: sono stati stanziati investimenti ingenti per ristrutturazioni e ampiamenti sia in vigna sia in cantina, ma l’aria che si respira alla Tenuta Greppo è sempre quella dell’azienda familiare. Visitarla con il giovane Tancredi, settima generazione dei Biondi Santi, è stata un’emozione, soprattutto quando ci ha mostrato le due bottiglie superstiti della vendemmia 1888. “Ma il vino sarà ancora buono?” è inevitabile chiedersi. E Tancredi racconta “Quando avevo 18 anni, mio nonno stappò una bottiglia dell’annata 1891 per festeggiare i 60 anni di matrimonio; il vino aveva 118 anni ed era perfetto. Per me è stata un’emozione assaggiare una bottiglia fatta da persone della mia famiglia che ho potuto conoscere soltanto attraverso le fotografie”.

Il Brunello di Montalcino 2013, l’annata attualmente in commercio, ha profumi cangianti che spaziano dal frutto maturo alla tisana di camomilla, dal floreale alle spezie dolci, con note agrumate, mentolate e di tabacco sul finale. All’assaggio rivela tutta la stoffa del grande vino, classico, aristocratico, aggraziato. La 2013 è un’ottima annata che regala soddisfazione fin da ora, ma il consiglio è quello di conservarlo a lungo in cantina e di stapparlo per un avvenimento importanti; come ci suggerisce l’esperienza di Tancredi, dopo anni di affinamento in bottiglia, i Brunello di Biondi Santi regalano emozione allo stato liquido.

Perché adesso: le temperature si abbassano, brindiamo all’arrivo dell’autunno con un grande classico.

Com’è fatto: è prodotto con vigne che hanno tra i 10 e i 25 anni di età; affina per 36 mesi in botte e per almeno 24 mesi in bottiglia.

Da abbinare con: i grandi secondi piatti di carne della tradizione italiana: brasati, arrosti, piccione, cervo, ma anche primi piatti strutturati, come le tagliatelle con il ragù di selvaggina.

Servitelo a: 18 °C

Prezzo: 130 euro.

biondisanti.com

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