Il vino della settimana: Brda Rebula Opoka 2016 Marjan Simčič

Il vino della settimana: Brda Rebula Opoka 2016 Marjan Simčič

Da vigne a cavallo tra il confine italiano e quello sloveno, su terreni molto speciali, nascono vini capaci di raccontare come pochi altri il territorio di provenienza

Brda slovena e Collio friulano. Due nomi per indicare la stessa zona, da sempre divisa da un confine tanto assurdo quanto invisibile. È travagliata la storia politica di questa regione, tanto che qui tutti raccontano di avere un bisnonno austroungarico, un nonno italiano, un papà iugoslavo e di essere nati in Slovenia.

Gli occhi si muovono in un orizzonte racchiuso tra le alpi Giulie e il mare. “Vedi quella casa bianca? È in Slovenia. Ma la costruzione vicina è già Italia”. Quella laggiù è la mia vigna, la comprò il mio avo, il confine le passa in mezzo. Oggi non è più un problema, ma fino a qualche decina di anni fa, bisognava affrontare una complessa burocrazia per poter passare da una parte all’altra con il trattore”. Sono tanti gli aneddoti che circolano da questi parti e che ricordano un mondo che per fortuna non c’è più.

La Slovenia è stato indipendente dal 1991, conta soltanto due milioni di abitanti ed è famosa per essere il quinto paese più verde del mondo. Non si stenta a crederlo, anche solo guardando questo spicchio di territorio, dove i filari di vigneti si alternano ai boschi e alle coltivazioni di frutta, che danno fama alla Brda quasi quanto il vino. “Ma abbiamo anche uliveti perché qui c’è un microclima particolare, che fa la fortuna dei vignaioli, insieme allo speciale terreno tipico di queste parti, la opoka, o ponca, ricca di calcio” mi racconta Marjan che dal 1988, con il prezioso aiuto della moglie Valerija, gestisce l’azienda vinicola acquistata da Jožef Simčič nel 1860.

Marjan Simčič

Questo suolo è così importante e caratterizzante per i vini locali che Marjan gli ha dedicato la sua linea più prestigiosa, prodotta solo nelle annate migliori, con le vigne più vecchie (oltre 60 anni di età). Bagna un pezzo di ponca e me la fa annusare: è lo stesso profumo che si ritrova nel calice della sua Rebula, nome sloveno della ribolla gialla, il vitigno più rappresentativo della zona, che qui viene vinificato in versione spumante, in bianco, in arancione o come vino dolce, a dimostrazione di una versatilità stupefacente, anche se la versione più azzeccata rimane quella che prevede la macerazione.

La Brda Rebuola Opoka 2016 è un vino affascinante e di grande equilibrio, in cui la componente tannica dona una nuova dimensione; si apre su profumi di pesca e di albicocca con qualche sfumatura agrumata, che ricorda il chinotto, intense note minerali, che rimandano alla ponca, e spezie tipo il pepe bianco. In bocca è vellutato, sapido e persistente e racconta di un potenziale di invecchiamento, molto interessante: dunque, il consiglio è quello di acquistare e dimenticare in cantina l’annata 2016 e di bere ora la monumentale 2013.

Perché adesso: è un vino da assaporare con calma, per cogliere tutte le sfumature nel bicchiere. Niente di meglio che farlo durante questi giorni di ponti e di vacanze.

Come è fatto: fermenta a contatto con le bucce per 16 giorni in uova di cemento da 1.000 litri senza aggiunta di lieviti selezionati; dopo la pressatura soffice, affina per un anno in uova di cemento e per 10 mesi in botti di rovere da 500 litri.

Da abbinare con: crostacei e frutti di mare, grigliate di pesce azzurro, pesci affumicati, uova con il tartufo.

Servitelo a: 15 °C

Prezzo: 46 euro

simcic.si

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