Il delivery al tempo del Coronavirus diventa contactless

Il delivery al tempo del Coronavirus diventa contactless

Senza alcun contatto, in piena sicurezza. Ecco come cambia la consegna del cibo a domicilio. Per salvare i ristoranti e garantire i clienti

L’idea era venuta in Cina durante la quarantena: garantire un servizio di delivery a domicilio che non prevedesse alcun contatto fisico fra cliente e fattorino. Per evitare il contagio, McDonald’s, Starbucks e Kentucky Fried Chicken per primi avevano predisposto consegne in punti predeterminati (come il pianerottolo), sistemi per la conferma del ritiro tramite App, garanzia di contenitori igienizzati e rider la cui temperatura veniva controllata quotidianamente. In attesa dei droni, ecco l’ultima frontiera del delivery.
Ora la consegna contactless arriva anche in Italia – e negli States – dove con la paura di un contagio, anche il delivery rischia di venire penalizzato. Con la chiusura di bar e ristoranti il settore è a rischio, ma le consegne a domicilio possono rappresentare un servizio importante, e in alcuni casi essenziale in questo momento di crisi, sia per il business della ristorazione, sia per chi si trova a passare più tempo a casa. L’attività dei ristoranti può proseguire infatti solo mediante consegne a domicilio e con le dovute misure precauzionali relative alla distanza di sicurezza, all’igiene e all’assenza di contatto diretto.

Domino’s pizza consegna “contactless”

Domino’s Pizza, leader nel mercato della pizza a domicilio nel mondo, ha bruciato le tappe e ha trovato una soluzione in tempo reale, lanciando il primo servizio di Contactless Delivery per la consegna della pizza. Si ordina la pizza online tramite il sito, la app o Deliveroo, si paga comodamente online e nelle note per la consegna si può richiedere il servizio Contactless Delivery, specificando se si preferisce la consegna alla porta o all’androne d’ingresso. Rispetto alla consegna tradizionale, il driver appoggia i prodotti sullo scooter, se si sceglie la consegna all’androne, o davanti la porta di casa al piano e si allontana. Il cliente può quindi ritirare i prodotti direttamente.

Il protocollo di Just Eat

Insieme a Fipe e ad Assodelivery, Just eat ha delineato un documento di linee guida per l’attività di food delivery, con l’obiettivo di ricordare le misure precauzionali ai ristoranti per tutto quello che concerne le loro attività. «Ci stiamo impegnando per supportare rider e ristoranti continuando a sensibilizzare sulle precauzioni da adottare secondo quanto disposto dalle autorità e dalle istituzioni, e lavorando come sempre in modo responsabile. In particolare stiamo ponendo attenzione, inviando specifiche comunicazioni, a rider e ristoranti, sull’importanza della pulizia di tutte le attrezzature per le consegne, sulla chiusura dei sacchetti e contenitori e sulla condivisione delle norme con tutti i dipendenti e i collaboratori dei ristoranti che operano con noi», spiega una nota di Just Eat.

Come funziona

Il ritiro del cibo preparato e la relativa consegna avviene assicurando la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e l’assenza di contatto diretto. Il cibo preparato viene chiuso in appositi contenitori tramite adesivi chiudi-sacchetto, graffette o altro, per assicurarne la massima protezione, e riposto immediatamente negli zaini termici o nei contenitori per il trasporto che devono essere mantenuti puliti con prodotti igienizzanti, per assicurare il mantenimento dei requisiti di sicurezza alimentare. Per quanto riguarda le consegne è stata disabilitata la possibilità di pagare in contanti per le consegne gestite direttamente con i rider che consegnano tramite Just Eat, privilegiando i pagamenti elettronici, e attivato la modalità contactless, indicando a rider e ristoranti di provvedere alla consegna del cibo preparato assicurando la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e l’assenza di contatto diretto. L’ordine potrà essere appoggiato fuori dalla porta e non consegnato a brevi manu.

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