Baciarsi i gomiti. Mettere il mascara senza aprire la bocca. Muovere le mani a ritmi differenti in contemporanea. Quante volte avete provato a fare queste cose senza successo? Mangiare i piatti di questa raccolta senza fare la scarpetta è un’altra scommessa persa. Ma con gusto.
Gli estimatori del pane e pomodoro e del pane e olio lo sanno: quello che per alcuni è un di più, per altri è il re della tavola. E se ci perdiamo nel suo profumo tagliandolo e ce ne concediamo un assaggio appena portato in tavola, lo amiamo ancora di più quando raccoglie qualcosa che ci piace.
E che dire di quando si mescola così intensamente al sugo da formare una pappa irresistibile? Sì, quella al pomodoro. La nostra preferita…
Se questa ricetta è una sorta di dedica d’amore alla scarpetta, ce ne sono molte altre pronte a soddisfare quella sana voglia di intingere il pane nel piatto. Ma partiamo dallo strumento: a ogni sugo il suo pane.
Per le ricette di mare
Impepate, guazzetti, zuppe e sauté richiamano il pane a gran voce. Impossibile lasciare nella fondina tanta grazia! Nel sugo scivolano infatti il sentore di mare, l’intensità dei molluschi e le note pepate. Certe volte si ritrova persino il piacere di quella spruzzata di vino bianco che aveva dato inizio alle danze sui fornelli. E per accompagnare cotanta bontà, il pane perfetto deve essere leggermente raffermo. Avido di liquidi, berrà il sugo senza ammollarsi eccessivamente. E se volete dare un twist aromatico alla vostra scarpetta, scegliete quello siciliano con semi di finocchietto selvatico.
Per raccogliere il sugo
Si dice che la scarpetta sia nata a Napoli. Dove il pane si trascinava nel piatto raccogliendo ciò che c’era proprio come fa la scarpa per strada. E allora perché non intingere nel pomodoro proprio il cosiddetto “pane cafone“? Il prodotto semplice della tradizione napoletana si trova facilmente in panificio ed è caratterizzato da una crosta sottile e una mollica abbondante e consistente.
Se ci sono i legumi
Le minestre di legumi sono spesso arricchite con pomodoro, guanciale e vino. Il risultato è un residuo ricco e succulento, impossibile da lasciare sul piatto. E per raccoglierlo al meglio suggeriamo di farlo con una fetta di pane toscano fresco e fragrante. Tagliato spesso e ridotto in quadrotti, sarà la base perfetta per riequilibrare la sapidità della zuppa e godere appieno del suo mix di sapori.