50 Best Bars: Italia sul tetto della miscelazione con il team del Connaught bar

50 Best Bars: Italia sul tetto della miscelazione con il team del Connaught bar

Ago Perrone e compagnia conquistano il primo posto fra i cocktail bar del mondo con la loro accoglienza italica in quel di Londra, mentre si segnalano due locali italiani in ascesa: il 1930 di Milano e il Drink Kong di Roma

Se ci fosse l’inno nazionale alla proclamazione del vincitore dei 50 Best Bars, quest’anno sarebbe stato l’inno di Mameli. L’Italia c’è ed è sul tetto del mondo. Perché è vero che a vincere è stato il Connaught Bar, che è un elegante bar d’hotel di Mayfair, a Londra, ma qui tutto il team parla italiano. Agostino Perrone, con Giorgio Bargiani e Maura Milia hanno fatto il vero miracolo italiano, portando la bandiera tricolore in cima alla classifica dei migliori bar del mondo. E anche la miscelazione italica ha buoni motivi per festeggiare perché due locali salgono in classifica scalando parecchie posizioni, equamente distribuiti fra Milano e Roma.

Gli italiani in classifica

Grande successo, infatti, per il secret bar meneghino 1930 di Benjamin Cavagna, che dalla posizione 44 del 2019 sale alla 25. Uno speakeasy in stile anni Trenta, come fa intendere anche il nome, ma che per i giudici della Fifty Best potrebbe essere a buon titolo definito un bar Futurista più che un bar retrò: “Nel 1930 – si legge nella descrizione – si beve come se fosse il 2030”.
Atmosfera Blade Runner invece per il romano Drink Kong di Patrick Pistolesi e soci, che segna anch’esso un’ottima performance, se si considera che è entrato come new entry lo scorso anno in 82ma posizione e viene promosso nella prima parte della classifica con un ottimo 45° posto. Quasi quaranta posizioni, conquistate grazie alla continua evoluzione e ricerca che viene compiuta da Pistolesi e compari nel loro laboratorio, senza tuttavia dimenticare radici e tradizioni del luogo in cui si trovano. “Questa convergenza di scienza e tradizione rende Drink Kong un posto speciale nel panorama dei bar italiani”, dicono dalla Fifty Best.

New entry e grandi assenti

Da segnalare anche due new entry tutte tricolori nella seconda metà della classifica, quella che va da 51 a 100. Anche in questo caso un parimerito Roma-Milano, con il Freni e Frizioni di Trastevere all’87° posto e l’Officina Milano al 90°.
Peccato per i non classificati, perché mancano quei bravi ragazzi del romano The Jerry Thomas Project (50° nel 2019), sempre a Roma è venuto meno Baccano (70° nel 2019), probabilmente per l’esodo del bar manager Mario Farulla che adesso troviamo al Chapter e che promette grandi cose per il prossimo anno. Inoltre manca il Nottingham Forest di Milano che l’anno scorso era in posizione 86.

E ancora Italia

Va detto che anche il secondo posto un po’ italiano parla. Si tratta del Dante di New York, che l’anno scorso era primo, e che già dal nome lascia intendere come sia ispirato all’accoglienza italica. Seguono tanti altri professionisti nostrani, che per un motivo o per un altro sono forse un po’ cervelli in fuga dall’Italia, un po’ testimonial all’estero della nostra innata ospitalità. All’11° posto troviamo Maybe Sammy di Sidney, in Australia, capitanato da Stefano Catino e Andrea Gualdi. Al numero 19 c’è il Paradiso di Barcellona di Giacomo Giannotti, che ha creato un eccellente mix di accoglienza italica in salsa spagnola.

 

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